A Firenze guerra al Social Eating ed Home Restaurant

Confartigianato denuncia i minori obblighi per chi esercita l'attività fuori dai locali tradizionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2017 15:19
A Firenze guerra al Social Eating ed Home Restaurant

Storico sostenitore di Regolamento e Disciplinare Unesco che esigendo garanzie di qualità, difendono il territorio, a beneficio sia delle attività e produzioni tipicamente toscane che, grazie al meccanismo delle deroghe, delle aziende che fanno perno sull’alta qualità, Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato esulta per il nuovo Codice Unesco "Questa nuova versione affronta anche una questione che ci sta molto a cuore: quella degli home restaurant, inserendoli tra le attività escluse”.

“Stiamo denunciando da tempo la leggerezza con cui i Palazzi stanno affrontando il social eating (e con esso, in genere, la sharing economy), avallando una deregulation normativa che svantaggia l’economia sana e non tutela il consumatore. La Regione Toscana, per esempio, sta addirittura regalando all’home restaurant un apposito ed elasticissimo articolo del nuovo Codice del Commercio che, per dirne solo alcune, non impone ai ristoratori ‘amatoriali’ neppure i fondamentali della sicurezza (come i corsi antincendio e pronto soccorso) e l’obbligo dei corsi di somministrazione (vedi Rec e Haccp). Siamo contenti che invece Palazzo Vecchio ne tenga conto” spiega Fabio Masini, responsabile delle categorie economiche dell’associazione.

Positiva per l’associazione degli artigiani fiorentini anche l’introduzione della tematizzazione merceologica di via Tornabuoni, Maggio, dei Fossi, Lungarno Corsini e propone di applicarla anche ad una parte dell’Oltrarno, sede per antonomasia dell’artigianato artistico e tradizionale.

Confartigianato torna a chiedere a Palazzo Vecchio l’applicazione del metodo anche a ciò che non è alimentare, studiando interventi che, dalla bancarella alla boutique, valorizzino la produzione e la vendita di prodotti di qualità che parlino della città.

Le perplessità dell’associazione, oltre che in elementi da subito evidenziati come la mancata blindatura normativa del provvedimento attaccabile in sede di ricorsi e l’inopportuna limitazione di attività tipiche e di alta gamma come pasticcerie, gelaterie e pizzerie artigianali di fatto equiparate ai kebab, stanno nel conflitto d’intenti tra il Regolamento e recenti provvedimenti della Giunta. Il riferimento va diretto alla Ztl lunga: “da una parte si protegge la fiorentinità, ma dall’altra se ne limita fortemente la fruibilità” conclude Ferretti.  

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