A 8 anni già col cellulare in mano

Minori: internet e nuovi media in sicurezza, è nato l'Osservatorio. Grazie alla collaborazione tra Istituto degli Innocenti, Corecom della Toscana, AGCOM e il Coordinato nazionale dei Corecom

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2014 19:26
A 8 anni già col cellulare in mano

FIRENZE  - Istituito oggi a Firenze l’Osservatorio Internet@minori che sarà il punto di riferimento nazionale sul tema del rapporto tra bambini e adolescenti e nuovi media. L’Osservatorio nasce dalla collaborazione tra l’Istituto degli Innocenti, il Corecom della Toscana, AGCOM e il Coordinato nazionale dei Corecom, che metteranno a disposizione le loro competenze ed esperienze. L’impegno dell’Osservatorio si concentrerà sul tema dei nuovi media e del loro utilizzo da parte dei minori e sarà aperto al contributo di tutti per la raccolta di dati e progetti educativi e di ricerca realizzati dalle singole realtà nel territorio nazionale. Verranno promosse campagne di sensibilizzazione e di ricerca e avrà il compito di informare e formare insegnanti ed educatori, di realizzare ricerche e soprattutto avrà come obiettivo la creazione di una rete europea di scambio e confronto sul tema.

“ L'Istituto lavora su questo tema ormai da molti anni grazie a Trool.it – spiega Alessandra Maggi Presidente Istituto degli Innocenti - un progetto nato in collaborazione con la Regione Toscana che ha toccato tutte le province e ha coinvolto oltre 9.000 bambini e ragazzi, con famiglie e insegnanti, con l'obiettivo di permettere loro un accesso sicuro e allo stesso tempo una “scuola di internet”. Per noi dare vita a un osservatorio nazionale sui minori e media è un passaggio molto importante – prosegue Maggi – confidiamo molto in questo progetto e nella possibilità di mettere in rete le tante esperienze positive che esistono a livello nazionale”

Approfondimenti

"La funzione di garanzia del Corecom troverà espressione, attraverso la collaborazione con Istituto degli Innocenti, Autorià Garante per le Comunicazioni, Coordinamento Nazionale dei Corecom., a ll'interno dell'osservatorio che abbiamo lanciato oggi – afferma Sandro Vannini , presidente di Corecom Toscana - Il nostro intento è arrivare ad essere un riferimento di livello nazionale sia da un punto di vista della raccolta di ciò che è stato fatto sia per avviare iniziative di monitoraggio e ricerca”.

Sugli aspetti non solo negativi, ma anche sul contributo positivo che può dare internet alla crescita dei ragazzi e delle ragazze, ha fatto riferimento la garante dell'infanza e dell'adoloscenza della Regione Toscana, Grazia Sestini, la quale ha evidenziato come, dalla rete, può arrivare un grande contributo alla conoscenza. Al tempo stesso, tuttavia, la Sestini ha sottolineato: "La rete offre però delle possibilità di anonimato che la vita reale non offre. Ciò non sempre è positivo. Il cyberbullismo, ad esempio, trova il suo fondamento proprio in questa caratteristica di internet. In questo senso occorre vigiliare sull'uso che del web fanno i bambini. Gli adulti devono non tanto vietare ma accompagnare i figli alla scopera del web".

Il convegno si è svolto in tre fasi. La prima ha visto gli interventi dei soggetti istituzionali, la seconda l'illustrazione delle best practices realizzate dai Corecom italiani sul rapporto tra internet e minori, la terza un dibattito con autorevoli esperti del settore. Nel complesso è stato fatto il punto sulle "buone pratiche" dei Corecom regionali con gli interventi, assieme a quello del presidente toscano Vannini, anche dei presidenti e dei direttori degli altri Corecom, nonché di esponenti dell'Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni, fra cui il commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Martusciello, e il presidente del Coordinamento nazionale dei Corecom, Filippo Lucci.

Il dibattito "minori e mass media", coordinato dal giornalista Franco De Felice, caporedattore del Tg Rai Toscana, è stato invece l'occasione per approfondire, con esperti del settore, l'insieme delle questioni poste all'ordine del giorno. Assieme al consigliere del Corecom, Renato Burigana, si sono alternati nella tavola rotonda la direttrice generale dell'Istituto degli Innocenti, Anna Maria Bertazzoni, la dirigente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Maria Pia Caruso, e la presidente del Centro studi Minori e Media Laura Sturlese. Le conclusioni sono state a cura della sociologa Giovanna Mascheroni dell'Università Cattolica di Milano. 

Risultati della ricerca condotta da parte dell’Istituto degli Innocenti nel primo anno previsto nell’accordo con Corecom Toscana:

I dati Istat indicano che il rapporto dei bambini e dei ragazzi tra i 3 e i 17 anni con le nuove tecnologie è fortemente legato al livello di istruzione dei genitori. Il fatto che l’utilizzo del personal computer da parte dei bambini e dei ragazzi con genitori con un basso livello di istruzione sia estremamente contenuto anche a scuola indica che il sistema scolastico non riesce a compensare le carenze dell’ambiente familiare.

A livello europeo il nostro Paese si mostra tra i più lenti rispetto alla diffusione delle nuove tecnologie presso le famiglie e gli individui, e l’attuale crisi economica è destinata ad aumentare il gap.

Questa prima ricerca esplorativa – prima delle tre previste dal protocollo d’intesa firmato con il Corecom della Toscana - ha utilizzato come target i bambini e le famiglie di alcune classi che partecipano al progetto “Piccole Storie”, laboratori di media education legati al progetto TROOL promosso dall’Istituto degli Innocenti e rivolto a gruppi classe coinvolti in attività educative all’uso dei media che si svolgono dalla prima classe della scuola primaria fino alla quinta.

Di fatto ci troviamo dinanzi a bambini per i quali i vari devices tecnologici sono ormai parte integrante del loro ambiente di vita e altri che ne sono ancora esclusi.

Rispetto alla scuola, alcuni quesiti di fondo che la ricerca si è posta sono quanto le ICT favoriscano lo sviluppo di competenze e di apprendimento e come il loro uso influenzi o sia influenzato dalla didattica e dai contenuti dell’apprendimento e quanto la scuola sia fattore di emancipazione rispetto a diseguaglianze di accesso alle ICT.

La ricerca ha coinvolto quindi i bambini di 6 classi selezionate tra le 22 che partecipano ormai da anni al progetto “TROOL” dell’Istituto degli Innocenti.

Per cogliere meglio gli effetti di Trool nelle attività sono state individuate anche 6 classi di controllo (con bambini non coinvolti direttamente nei laboratori del progetto Trool).

La ricerca ha quindi interessato complessivamente 12 classi ( 230 bambini che al momento della ricerca erano in 3° elementare) di sei province della Toscana: Firenze, Prato, Grosseto, Massa Carrara, Livorno e Pisa. Per ogni provincia sono state scelte due classi, una che aveva già partecipato al progetto TROOL e una di controllo.

L’indagine è stata condotta su 230 bambini – il 47% femmine e il 53% maschi – di cui il 96% dichiara di essere nato in Italia, il 2% nell’Europa dell’est (Comunitaria e non) e il restante 2% è diviso tra India, Filippine, Albania e Francia, inoltre, dalle risposte dei bambini, è emerso che il 12% delle madri e il 13% dei padri sono di origine straniera.

Gli strumenti che i bambini dichiarano di possedere maggiormente in famiglia, in linea con i consumi attuali nazionali, sono: il computer; il telefono cellulare, la TV, la consolle videogiochi e il lettore DVD.

Il 67% dei bambini dichiara di poter tenere in camera la televisione; il 54% la consolle videogiochi; il 49% il personal computer e il 47% il telefono cellulare. Solo l’8% dichiara di non poter tenere i devices elencati in camera.

Lo strumento con cui i bambini dichiarano di avere una maggiore familiarità è la consolle videogiochi, medium di tante avventure: il 62% dei bambini dichiara di usarla assai bene. Decisamente buona è anche la percezione di una buona conoscenza del computer e del telefono cellulare.

E quanto tempo trascorrono i bambini utilizzando i devices presenti a casa e messi a loro disposizione? Dopo l’uscita da scuola, nel tempo libero, la televisione si conferma lo strumento più presente nella vita dei bambini: stando alla loro percezione del tempo, il 24% dei rispondenti passa meno di un’ora al giorno davanti alla tv, il 36% da 1 a 2 ore, il 38% più di 3 ore e un esiguo 3% dichiara di non vederla mai.

Dall’analisi dei questionari si rileva che i bambini utilizzano i diversi devices tecnologici per molteplici scopi, soprattutto per fare foto e fotoritocchi – il 47% dei rispondenti – ma anche per fare disegni (il 37%) e realizzare video (23 %), e al 21% servono per produrre testi. In generale è emerso che il gioco è il filo conduttore dell’utilizzo di tutti i devices tecnologici. L’ambiente familiare è senza dubbio il maggior contesto di apprendimento: in media il 45% dei bambini dichiara di aver imparato dai propri genitori e a seguire da un fratello o da una sorella.

Genitori - Se la maggioranza riconosce che sono indispensabili nel mondo attuale e uno su due riconosce che sono ausili per lo studio, altrettanti pensano che siano tecnologie che rendono sedentari e causano problemi fisici, e che espongono al rischio di molestie, non a caso oltre il 40% dei genitori pensa che il cellulare e lo smartphone siano i dispositivi tecnologici meno adatti al figlio/a.

A questa età è un oggetto poco investito di funzioni socializzanti verso gli amici, ben 2 su 3 pensano che non aiuti a mantenere i contatti con il gruppo dei pari, tuttavia almeno un bambino su tre ritiene che il telefono cellulare sia anche un mezzo per sentirsi meno soli.

In linea con le frequenze dell’utilizzo del computer, 1 su 4 naviga in internet tutti i giorni, il 41% dei bambini naviga in internet una o più volte la settimana e il 22% qualche volta il mese.

Da sottolineare che la frequenza nell’uso di internet è lievemente maggiore per le bambine che dichiarano di usare internet tutti i giorni in oltre il 30% dei casi contro il 18% circa dei bambini.

La dimensione ludico creativa che abbiamo visto predominare l’uso del pc e di tutti gli altri devices si conferma quando l’attenzione si concentra sulla Rete e il suo impiego da parte dei bambini: giocare online, scaricare foto e video, guardare film sono le tre attività principali.

Per almeno un bambino su quattro è anche una miniera in cui scavare per trovare informazioni utili allo studio, ma indubbiamente lo strumento rimane prevalentemente ancorato ad attività del tempo libero.

La casa è il luogo dove il 77% dei bambini ha la possibilità di connettersi ad una rete internet; il 7% ha dichiara che lo utilizza soprattutto a scuola e il 6% a casa dei nonni o di altri familiari.

Dall’analisi si rileva inoltre che circa il 40% dei bambini che navigano in internet lo fanno senza la presenza di un adulto, quando ciò accade si tratta spesso della mamma, o del papà, il gruppo di amici.

Complessivamente circa un 1 bambino su 2 ripone fiducia nelle informazioni che può trovare in internet durante la navigazione; il 29% dei rispondenti le ritiene però poco affidabili e il restante 13% dei bambini non crede alla veridicità delle informazioni raccolte su internet.

Il 21% dei bambini è iscritto a un Social Network. In classe alcuni bambini hanno detto di usare SKYPE e TWITTER e alcuni possiedono un profilo Facebook pur sapendo di non avere l’età legale, ma lo hanno aperto in accordo con i genitori.

L’89 dei bambini che hanno partecipato al progetto TROOL ha maggior consapevolezza e autostima sulla propria capacità nell’utilizzare il computer, contro il 67% per il gruppo di controllo.

Il 21% della classe Trool pensa di non saper usa il computer – o molto poco – rispetto al 33% della classe che non ha mai partecipato alla media education.

Un bambino su due – 50% – delle classi TROOL preferisce scrivere testi in un supporto elettronico come il computer e il tablet, mentre il supporto cartaceo è particolarmente preferito nelle classi di controllo. Sono quindi bambini che hanno ampliato la gamma di supporti per lo studio cui sentono di poter fare riferimento nella quotidianità.

Il 17% – 36 casi – dei bambini ha dichiarato di aver avuto esperienze negative con qualcuno conosciuto in internet: per la maggior parte dei casi, complessivamente 19, si trattava di un altro bambino, 12 rispondenti sono stati infastiditi da un ragazzo più grande e 4 bambini da un adulto.

Circa la percezione di conoscere i rischi di internet, il 59% dei bambini dichiara di non aver mai ricevuto informazioni a riguardo; il 22% di averli appresi dai genitori e il 15% all’interno dell’ambiente scolastico.

Circa la metà riferisce di avere regole sul tempo di utilizzo di alcuni strumenti come i videogames (54,3%), la tv (52,9% ) o la navigazione in internet (45,2%), o sui contenuti da visionare come i siti che può visitare (50,2%) o i programmi televisivi che può guardare (45,7%).

A cosa servono il computer e internet secondo i bambini? Quasi il 65% lo considera uno strumento importante per studiare meglio, e il 45% circa per avere migliori risultati a scuola. Tuttavia, i bambini sottolineano molto anche la funzione sociale e di rete che il computer connesso a internet può avere, che sia per frequentare di più gli amici (40,6%), per contattare genitori e nonni (circa il 30%) o più in generale per sentirsi meno soli (44,7%).

Cos’è Trool:

TROOL, Tutti i Ragazzi Ora Online, è un progetto nato nel 2008 grazie alla Regione Toscana e realizzato dall'Istituto degli Innocenti con la collaborazione di Fondazione Sistema Toscana. Trool promuove l’uso di internet sicuro e consapevole tra le nuove generazioni e gli adulti di riferimento e favorisce l’accesso alla rete di tutti i bambini facendo crescere le loro competenze digitali. Il progetto è rivolto a bambini dai 6 ai 14 anni, che vengono coinvolti, sia nelle scuole attraverso, attività educative svolte da educatori specializzati, sia in rete, tramite www.trool.it , piattaforma social, dove i ragazzi accreditati pubblicano testi e contenuti multimediali. Vengono inoltre realizzati interventi formativi per insegnanti, educatori e famiglie.

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