Un avvenimento assolutamente inedito per l'Unione, ma anche il risultato di un lavoro avviato nel 1997, quando Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria hanno respinto e superato la visione riduttiva di un'Italia tagliata in due tra un nord sviluppato e un sud assistito, che negava al centro Italia una specifica identità economico-sociale. Il centro Italia lamentava una carenza di visibilità sulla scena nazionale e pareva relegato al rango di riferimento geografico, in stridente contrasto con gli evidenti punti di forza comuni: il tessuto produttivo fondato sulla piccola e media impresa e sui "distretti industriali", lo straordinario patrimonio culturale diffuso sul territorio, l'ambiente naturale ricchissimo e ancora integro, il turismo come attività produttiva di primissimo rilievo e chiave di volta del futuro sviluppo.
Da queste considerazioni nacque la prima convention di Orvieto, alla quale segui' un intenso lavoro comune e un secondo appuntamento a Roma. La "casa comune" di Bruxelles non e' solo la soluzione piu' efficace per svolgere insieme tutte quelle attività che esigono contatti diretti con l'Unione, ma anche uno strumento innovativo per inaugurare un confronto meno frammentato tra le societa' regionali e l'amministrazione comunitaria, promuovendo anche forme inedite di partenariato: un'iniziativa che vuole individuare percorsi per far crescere il benessere e la competitività di questa importante area italiana, che non può in alcun modo essere omologata ne' al nord ne' al sud.
L'apertura della sede comune costituisce un primo passo in questa direzione, perché mette gli uffici a disposizione non solo dei governi e delle istituzioni territoriali, ma di tutti i protagonisti delle societa' regionali. "Una iniziativa innovativa, un fatto inedito per l'Unione, un segnale forte di collaborazione fra le comunità regionali e locali per costruire non solo l'Europa delle Regioni e delle città ma l'Europa delle Regioni e delle città unite". Così il presidente della Toscana, Vannino Chiti, ha iniziato il suo intervento, ricordando come l'inaugurazione odierna costituisce "uno dei risultati concreti del modello di cooperazione che le cinque regioni del centro Italia hanno cominciato a costruire fin dalla Convention di Orvieto del 1997".
In quell'occasione, ha ricordato Chiti, furono messe in evidenza le caratteristiche comuni di quest'area. La "casa comune", secondo Chiti, non si propone di rafforzare soltanto la presenza delle cinque regioni, ma del sistema Italia nel suo complesso. Per questo "saranno sviluppate, tramite questa sede, le relazioni con l'Unione, cercando le opportune sinergie con le istituzioni diplomatiche Italiane". Grazie alla presenza a Bruxelles le cinque Regioni, ha proseguito Chiti, "intendono contribuire al processo di integrazione delle realta' locali dell'Unione, mettendo le istituzioni e le organizzazioni sociali in grado di vedere meglio rappresentate le loro esigenze e aspettative".
Chiti ha concluso auspicando che dalla "Casa comune" possano scaturire "proposte operative unitarie, volte ad armonizzare le politiche regionali in materia comunitaria, per utilizzare pienamente le risorse strutturali, per costruire percorsi comuni con le altre regioni europee". E, naturalmente, "per far crescere il benessere e la competitività delle regioni del centro Italia".