30° attentato di via dei Georgofili: Firenze ricorda

Cerimonia ieri con l'assessora Giuliani. Lunedì prossimo presentazione del libro e a Empoli uno spettacolo teatrale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 maggio 2023 16:51
30° attentato di via dei Georgofili: Firenze ricorda

L’archivio dell’associazione “Tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili” si fa mostra. Sui documenti del fondo donato nel 2018 dall’associazione al Centro di documentazione “Cultura della legalità democratica” della Regione, trentasei faldoni di copie di atti che ripercorrono i processi dal 1993 al 2017, già digitalizzati e consultabili con le procedure e i limiti imposti dalla legge, solo una selezione, con annotazioni dell’avvocato di parte civile Ammannato, dei centocinquanta metri lineari di carte di tre diversi dibattimenti per altrettanti gradi di giudizio, è stato infatti costruito un racconto in diciassette pannelli (e testimonianze video dell'epoca) della strage e della sua storia giudiziaria e sui misteri, le incertezze e le opacità che ancora la accompagnano.

“Spunti e appunti da un’indagine ancora in corso” è, non casualmente, il sottotitolo: dalle cronache sui giornali subito dopo l’ esplosione all’avvio delle investigazioni, dal ruolo dei tabulati e dei collaboratori di giustizia alla svolta offerta dalla testimonianza di Gaspare Spatuzza, che del gruppo di fuoco che imbottì di esplosivo il Fiorino che provocò la strage fece parte, fino alla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia.

La mostra, ospitata a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo 10 a Firenze, sede della presidenza della giunta regionale toscana, sarà inaugurata il 26 maggio alle 13.30 e potrà essere visitata dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30 e il sabato solo la mattina, di nuovo dalle 10 alle 12.30. L’accesso è gratuito. Si prenota telefonando allo 055.4385616 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13).

La mostra è comunque solo una delle iniziative in programma per ricordare la strage (e non solo commemorarla): per riflettere e per provare a capire. Sono passati trent’anni e la Toscana infatti non dimentica né vuole dimenticare.

Approfondimenti

Era una quiete notte di maggio quando con il tritolo della mafia si consumò nel 1993 l’attentato: sotto la Torre dei Pulci, in un angolo tranquillo ed appartato del centro storico di Firenze, tra l’Arno, gli Uffizi e l’Accademia dei Georgofili. Era il 17 maggio: le 1.04. Un boato squarciò il silenzio della notte e Firenze si trovò in un attimo nel mezzo di una guerra feroce, iniziata l’anno prima con l’uccisione del parlamentare Salvo Lima e dei magistrati Falcone e Borsellino (nel mezzo di una trattativa con la mafia cercata dallo Stato o spezzoni dello Stato).

Morirono in cinque: Angela Fiume e il marito Fabrizio Nencioni, lei custode dell’Accademia e lui ispettore dei vigili urbani, morirono le loro figlie Nadia e Caterina di appena nove anni e soli due mesi. Vivevano nella Torre del Pulci, ridotta ad un cumulo di macerie. Morì lo studente universitario fuori sede, di Sarzana, Dario Capolicchio. Altre 48 persone rimasero ferite.

Una strage, con danni ingenti anche alla Galleria degli Uffizi che sarebbero stati ancora più grandi se il Fiat Fiorino imbottito di esplosivo fosse stato parcheggiato pochi metri più in là. E da allora, tutti gli anni, la Regione, parte civile in tutti i processi, continua a tenere accesi una fiaccola e un riflettore su quell’attentato, di cui sono noti gli esecutori e i mandanti interni ma non i concorrenti esterni a cui quella stagione di destabilizzazione poteva essere utile e magari l’hanno suggerita. Lo fa assieme all’associazione dei familiari delle vittime.

Il dibattito al Cinema La Compagnia

Così, accanto alla mostra, la Regione ha deciso di organizzare per il trentennale, il 26 maggio dalle 9 alle 13 al Cinema “La Compagnia” in via Cavour a Firenze, un incontro e dibattito dal titolo “La strage di via dei Georgofili: un racconto lungo trent’anni. Giustizia, memoria, verità: valori che contano per le nuove generazioni”. Un’iniziativa per e assieme ai ragazzi delle scuole medie e superiori: la storia di un’indagine mai conclusa e l’attualità della recente cattura del boss della mafia Matteo Messina Denaro, latitante per trent’anni e mandante della strage.

Sul palco per tutta la prima parte ci sarà il giornalista (oggi de La7) Andrea Purgatori, noto per le inchieste e i reportage sulla strage di Ustica e gli “anni di piombo”, che ripercorrerà il contesto di quegli anni ed intervisterà il colonnello dei Ros dei Carabinieri, Lucio Arcidiacono, che il 16 gennaio scorso, in una clinica di Palermo, ha catturato Denaro. La seconda parte dell’incontro sarà invece occupata da una serie interviste, preparate dalla redazione di Intoscana.it, tra banchi di scuola e il mondo dell’associazionismo toscano. Tema: legalità, antimafia, giustizia e partecipazione. E a proposito di partecipazione, con l’occasione saranno presentati anche i risultati del progetto “Le parole che contano”, che su quei temi e parole chiave ha raccolto immagini e voci nelle scuole toscane.

Non mancheranno videoclip con il ricordo di testimoni di quella notte. Gli studenti del laboratorio teatrale del liceo scientifico Da Vinci interpreteranno “Sguardi di guerra in tempi di pace” di Eugenio Nocciolini. Al termine della mattinata l’intervista al conduttore televisivo, regista ed autore Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, palermitano di nascita, attivista da sempre della lotta alla mafia e le ingiustizie sociali.

Parteciperanno il presidente della Toscana Eugenio Giani, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazeo, l’assessore alla legalità dell Toscana Stefano Ciuoffo e la collega al Comune di Firenze Maria Federica Giuliani, il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Luigi Dainelli, Tina Montinaro presidente dell’Associazione Quarto Savona 15 (che prende il nome dall’auto blindata del capo-scorta di Falcone, Antonio Montinaro), la presidente del Parlamento degli Studenti della Toscana Maria Vittoria D’Annunzio e i giovani ragazzi genovesi del progetto EnigMalavita e Andrea La Torre, ideatore del movimento studentesco “Attivamente”.

L’iniziativa è ad ingresso libero. Era obbligatoria la registrazione su Evenbrite e i posti praticamente sono già quasi tutti esauriti.

Il convegno

Nel pomeriggio del 26 maggio, sempre al Cinema La Compagnia in via Cavour a Firenze, si svolgerà il convegno “Trent’anni dalla strage: verità storica e verità processuale”, a cura dell’associazione “Tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili” con la collaborazione e il contributo di Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana. Partecipano l’avvocato Danilo Ammannato, portavoce dell’associazione, Pietro Grasso, già procuratore antimafia e presidente del Senato, Antonino Di Matteo, già componente del Consiglio superiore della Magistratura, il procuratore capo della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi, il procuratore capo della Repubblica di Pisa Alessandro Crini, il giornalista dell’Espresso Enrico Bellavia e i colleghi di Report Rai Tre Paolo Mondani e del Corriere della Sera Ferruccio Pinotti.

La commemorazione

L’anniversario sarà ulteriormente celebrato, a cura dell’associazione “Tra i familiari delle vittime” alle 21 nell’Arengario di Palazzo Vecchio a Firenze. Poi alle una di notte la partenza del corteo con i gonfaloni di Comune, Regione e Città metropolitana e i labari delle associazioni di volontariato, con la deposizione alle 1.04 della corona di alloro sul luogo dell’attentato. La mattina cuscini di rose saranno deposti sulla tomba della famiglia Nencioni alla Romola nel comune di San Casciano in Val di Pesa e a Sarzana sulla tomba di Dario Capolicchio.

Gli appuntamenti sul territorio

Altre iniziative per ricordare la strage di via dei Georgofili coinvolgono il territorio. Alcune sono in corso ed altre si sono già svolte. Il calendario completo è pubblicato sul sito della Regione.

Tra quelle ancora visitabili e a cui si può partecipare ci sono la mostra su “La stagione stragista, 1993 le bombe di Firenze, Roma e Milano” di Gianluca Braccini, a cura di Arianna Cannalicchio, alla Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici a Firenze, fino al 28 maggio, e la mostra fotografica e mostra di acquarelli di Luciano Guarnieri “27 maggio 1993” all’Accademia dei Georgofili, visitabile fino al 15 giugno. 

Lo studente vittima dell'autobomba. La storica presidente dell'associazione vittime della strage di via dei Georgofili. Nel 30° anniversario dell'attentato del 27 maggio 1993 il Comune di Firenze ha ricordato Dario Capolicchio e Giovanna Maggiani Chelli: a loro sono state intitolate, ieri pomeriggio, due sale della Biblioteca delle Oblate. Durante i vari momenti della cerimonia, con l'assessora alla cultura della memoria e della legalità Maria Federica Giuliani, c'è stata la performance dei giovani del gruppo di scrittura creativa EsseCiEffe che hanno lavorato sul testo di Luzi "Sia detto". Era presente anche la consigliera Alessandra Innocenti.

"Vogliamo sensibilizzare soprattutto quei giovani che quando Firenze venne sventrata dalle bombe e imbrattata dal sangue di tanti innocenti non erano neppure nati - ha sottolineato l'assessora alla cultura della memoria e della legalità Maria Federica Giuliani - e lo vogliamo fare attraverso la cultura, intitolando a Dario e Giovanna due sala della biblioteca comunale più prestigiosa, quella delle Oblate, a poche centinaia di metri dal luogo dove trent'anni fa scoppiò il Fiat Fiorino carico di esplosivo ad alto potenziale"."Dario era uno studente universitario di architettura e morì tragicamente a 22 anni - ha aggiunto l'assessora - vogliamo che sia un nome ricordato da quegli studenti che oggi, come lui 30 anni fa, vivono la nostra città. Oggi, come quel giorno, resta tanta commozione. E’ nel ricordo che troviamo la forza di continuare a combattere le mafie, per questo ricordiamo tutte le vittime".

"Giovanna Maggiani Chelli, madre di una ragazza coinvolta nell'attentato, non perse mai un’udienza dei processi a Totò Riina e agli altri boss mafiosi - ha concluso l'assessora Giuliani - negli anni divenne esperta conoscitrice di tutti gli atti giudiziari relativi sia alla strage dei Gergofili, ma più in generale a tutti i deliti e gli eccidi organizzati da Cosa nostra tra i il 1992 e il 1993. Spesso era Giovanna a collaborare con gli organi inquirenti. Era una donna ostinata, intelligente, di grande energia, con grande capacità di analisi, è stata anima dell'associazione, ha stimolato per anni la massima attenzione sulle stragi e sulla mafia".

Sarà presentato lunedì 22 maggio (inizio alle 18) alla Biblioteca delle Oblate il libro "Georgofili, una ferita lunga 30 anni" di Francesco Nocentini edito da Scribo. L'iniziativa rientra nel programma delle commemorazioni per il 30° dell'attentato nel quale persero la vita Angela Fiume, il marito Fabrizio Nencioni, le figlie Nadia e Caterina, lo studente universitario Dario Capolicchio e altre 48 persone furono ferite.

Interverranno, oltre all'autore, l'assessora alla cultura della memoria e della legalità Maria Federica Giuliani, Giuseppe Quattrocchi, già capo della procura di Firenze, il sostituto procuratore Ornella Galeotti, la giornalista Franca Selvatici e l'editore Aldo Avvenuti.

Tra il 14 maggio e il 28 luglio 1993 l’Italia pianse dieci innocenti, decine di feriti e danni irreparabili al patrimonio artistico. A 30 anni di distanza le ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono le autobombe in nome e per conto di Cosa Nostra, e chissà per quali altri mandanti, volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul ‘carcere duro’ per i boss mafiosi e sulla legge sui collaboratori di giustizia. Il libro si è posto la domanda di come quella stagione di attentati sia stata resa possibile. La risposta è che all’inizio del 1993 c’erano tutte le condizioni per l’avvio della campagna stragista di Cosa Nostra. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, Stato e legalità erano, in certe zone del Paese, concetti vaghi, fumosi, contrastati, disprezzati, ridicolizzati e delegittimati.

La mattanza degli anni Ottanta a Palermo e in alcune regioni del Mezzogiorno, la lunga lista di omicidi di magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine e politici e lo spettacolo offerto dalle istituzioni repubblicane certamente convinsero la mafia di poter giocare con successo la carta del terrore.

EMPOLI

Uno spettacolo teatrale per vivere insieme la Giornata della Legalità 2023. I riflettori si accenderanno su "Una storia sbagliata - Ragione di stato o stato di ragione", scritto da Mauro Monni, con Mauro Monni e Roberto Di Maio, per la regia degli stessi due protagonisti: appuntamento martedì 23 maggio 2023 alle ore 21.15 con ingresso libero, al Teatro Shalom di Empoli, in via Busoni 24/26. Lo spettacolo, una produzione dell'associazione culturale Sine qua non con musiche di Franco Battiato, rientra nell'ambito di "Battiti - Difendiamo la legalità", progetto dell'amministrazione comunale di Empoli per promuovere la cultura della legalità, a partire dai giovanissimi.

Questo percorso, nel quale il Comune di Empoli è partner dell'associazione Avviso Pubblico, alla seconda edizione, vuole attivare una profonda riflessione sul concetto di legalità e moralità, anche grazie a "Battiti Leggendari", un'appendice che nasce dall'incontro fra "Leggenda - Festival della lettura e dell'ascolto" e "Battiti" e si rivolge a bambini e ragazzi.

Lo spettacolo teatrale, che omaggia e celebra il trentesimo anniversario della strage dei Georgofili, avvenuto nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 a Firenze, rappresenta l'evento conclusivo di un cartellone di iniziative aperto da "Sasso carta e forbici", un incontro sulla lotta alle mafie riservato agli studenti delle scuole superiori empolesi con don Luigi Ciotti, ispiratore e fondatore nel 1965 del Gruppo Abele e nel 1994 dell'associazione Libera, e proseguito con 'Battiti Leggendari' e due eventi formativi.

Il primo, per amministratori, staff, dirigenti e responsabili comunali, moderato da Andrea Franzoso, autore del libro "Il disobbediente", ha visto relatori Giovanni Grandi, dell'Università di Trieste, e Giuseppina Pacilli, dell'Università di Perugia; il secondo, moderato anch'esso da Andrea Franzoso, ha invece visto relatori Laura Valli, dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione, ed Enrico Carloni, dell'Università di Perugia.

"Ogni occasione che ci permetta di riflettere su tematiche come quella della legalità è preziosa - sottolinea Massimo Marconcini, assessore con delega alla Legalità del Comune di Empoli - Il percorso compiuto grazie al progetto "Battiti" e a "Battiti Leggendari" a esso legato ci ha permesso di porre l'accento su temi come giustizia, educazione civica, Costituzione e di farlo con bambine e bambini, con ragazze e ragazzi fino ad arrivare agli adulti. Lo abbiamo fatto con linguaggi differenti a partire dalle pagine dei libri, dando la parola ai giovanissimi, attraverso l'incontro con personalità che della lotta all'illegalità hanno fatto la loro scelta di vita.

Adesso è il momento del teatro dove ricorderemo una vicenda drammatica della nostra storia, come la strage dei Georgofili, una strage firmata dalla mafia pagata con la vita da cinque persone, mentre decine furono i feriti. Promuovere la cultura della legalità è un'azione della quale dobbiamo farci portatori ogni giorno, perché la legalità non è qualcosa di astratto ma è il punto di partenza di ogni relazione, un valore fondamentale per vivere insieme in una comunità".

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