25 aprile, Nardella: “Non possiamo dirci italiani se non antifascisti”

Il presidente e i due vicepresidenti del Consiglio regionale in provincia di Lucca, Siena e Arezzo

Redazione Nove da Firenze
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25 aprile 2023 18:02
25 aprile, Nardella: “Non possiamo dirci italiani se non antifascisti”

Firenze– Ricordare i valori, i sacrifici, gli ideali, la Resistenza di coloro che anche a prezzo della vita ci hanno garantito diritti a volte dimenticati o sottovalutati. Si è svolta stamani sull’arengario di Palazzo Vecchio la celebrazione del 25 aprile, 78° anniversario della Liberazione nazionale. Oltre al sindaco Dario Nardella, sono intervenuti i giornalisti Aldo Cazzullo e Sandra Bonsanti e la presidente Anpi provinciale di Firenze e membro della segreteria nazionale Vania Bagni.

Alle 10 in piazza dell’Unità d’Italia, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera solenne e la deposizione di una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre alla presenza del sindaco Dario Nardella, del prefetto Francesca Ferrandino, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, di un rappresentante dell’Anpi e di una delegazione delle forze armate, a cui ha fatto seguito il corteo fino a Palazzo Vecchio.

Alle 8:00 al cimitero di Trespiano si è svolta l’iniziativa “Diamo un futuro alla memoria”, organizzata dalla Rete democratica fiorentina, alla presenza del Gonfalone della città di Firenze e dell’assessore alla Cultura della memoria Maria Federica Giuliani.

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Grande partecipazione alle celebrazioni per la Festa della Liberazione a Rignano sull’Arno. Erano infatti presenti le autorità civili, religiose e militari, l’ANPI (presente anche con il suo tesserato più giovane), le associazioni, le forze politiche e tante persone che si riconoscono negli ideali di libertà, democrazia e antifascismo. Nel suo discorso il Sindaco Giacomo Certosi ha ricordato tutti coloro che hanno lottato per la libertà e soprattutto i partigiani Ottavio Valgimigli TEMPESTA e Vittorio Cecconi il PARTIGIANO “ARRIVABENE” che ci ha lasciati da poco.

Incorniciate dalle note di “Bella ciao”, le celebrazioni del 25 aprile di Barberino Tavarnelle hanno ancora una volta acceso una luce collettiva sui valori della Costituzione italiana, sostenuta dall’impegno civile di una comunità costantemente in cammino verso la cultura della memoria e dei diritti. Una giornata di festa per il territorio, segnato dai sentimenti di gioia e commozione nel segno del ricordo di tutti gli uomini e le donne, partigiani e partigiane, che scelsero di stare dalla parte della libertà e della democrazia, di alzare la testa contro i poteri del fascismo e del nazifascismo, di restituire onore e dignità al Paese, prostrato da sanguinose guerre, morte e violenza.

Il settantottesimo anniversario della Festa di Liberazione è stato condiviso nel comune chiantigiano con un percorso itinerante nei luoghi della memoria, accompagnato dai musicisti della Filarmonica Giuseppe Verdi di Marcialla, e la deposizione delle corone presso i monumenti ai caduti di Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, Vico d’Elsa, San Donato in Poggio, Marcialla, Pratale e Sambuca Val di Pesa. Ed è stata l’occasione per annunciare ai tantissimi cittadini presenti alle celebrazioni un risultato di altissimo rilievo per l’amministrazione comunale di Barberino Tavarnelle che da anni è impegnata in un percorso trasversale di recupero, valorizzazione e conservazione della memoria attraverso la partecipazione attiva della comunità, del tessuto associativo e delle nuove generazioni.

Qualche ora fa il sindaco David Baroncelli, dall’area del monumento ai caduti del Parco "Egidio Gimignani" in via 23 luglio a Tavarnelle, dove si è recato insieme ai giovani studenti del Comprensivo Don Lorenzo Milani, guidati dalla professoressa Lucia Salvietti, il parroco Don Franco Del Grosso, il direttore dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea Matteo Mazzoni e l’attore Massimo Salvianti, ha comunicato che il Comune di Barberino Tavarnelle, grazie al lavoro svolto sui temi della memoria, è stato insignito dalla Presidenza della Repubblica Italiana della medaglia d’oro al valore civile per i fatti di Pratale, per le vittime della strage, un gruppo di contadini fucilati a colpi di mitraglie dai soldati nazifascisti, che si consumò la sera del 23 luglio 1944 in una radura tra Fabbrica e Badia a Passignano.

Il Comune di Barberino Tavarnelle sta definendo la cerimonia di consegna della medaglia d’oro, prevista nei prossimi mesi, coordinandosi con la Prefettura. La medaglia d’oro al valore civile viene conferita con decreto Presidenziale ed è un’importante onorificenza concessa dalla Repubblica Italiana al fine di “premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore”. L'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro per l'interno. La norma che regola la concessione delle medaglie al valor civile è la legge 13 del 2 gennaio 1958.

Nella giornata di oggi l'amministrazione comunale e la comunità di Empoli hanno celebrato il 78° anniversario della Festa della Liberazione con una serie di iniziative alle quali hanno partecipato la sindaca Brenda Barnini, rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, a partire dal presidente Alessio Mantellassi. Presenti anche, fra gli altri, il senatore Dario Parrini e il consigliere regionale Enrico Sostegni. Istituzioni, autorità militari, civili, religiose, associazioni del territorio ma anche semplici cittadine e cittadini di ogni età, tutti insieme per omaggiare i caduti, per ricordare i fatti del passato e per ribadire come la libertà e l'uguaglianza non sono parole vuote bensì diritti da difendere, insieme al valore della democrazia.

Le celebrazioni, accompagnate dalle note dei musicisti del Centro Attività Musicali, sono iniziate con la messa officiata dal proposto di Empoli, don Guido Engels, nella Collegiata di Sant’Andrea, in piazza Farinata degli Uberti. Da lì, il corteo si è mosso per raggiungere piazza XXIV Luglio per poi proseguire raggiungendo prima piazza del Convento a Santa Maria, dove si trova il monumento dedicato ai partigiani Rina Chiarini e Remo Scappini, e infine il cippo lungo la via Senese Romana, a Fontanella. Sono state deposte le corone di alloro ai monumenti ai caduti.

A Vinci a Villa Reghini si è svolta la tradizionale commemorazione con il sindaco Giuseppe Torchia e l’assessore ai progetti di valorizzazione della memoria storica e democratica del Comune Mila Chini. Le celebrazioni della Liberazione però non si sono concluse. L’ultimo appuntamento è il 28 aprile, quando alla Biblioteca popolare resistente si svolgerà la presentazione del libro 'E la civetta cantò. Eccidio del Padule di Fucecchio, 23 agosto 1944': sarà presente l'autrice Elisabetta Pucci. L'evento inizierà alle 21.15.

Poi c'è stata l'intitolazione del giardino alla memoria di Siro Terreni, cittadino di Vinci sopravvissuto all’inferno dei lager nazisti che ha dedicato la sua vita a raccontare ciò che vide e visse ai ragazzi e ai bambini di Vinci e non solo. Alla cerimonia è intervenuta anche la nipote di Terreni, Vittoria, che ha ricordato l'esperienza del nonno come internato ed ha parlato del valore della memoria per le nuove generazioni.

Un no secco ai revisionismi storici, ai tentativi di stravolgere e manipolare i fatti del passato in luoghi simbolo della memoria, e soprattutto una maggiore attenzione ad episodi sociali (come il pestaggio degli studenti al Liceo Michelangelo a Firenze o l’assalto alla sede della Cgil a Roma) da parte dell’attuale governo. È la richiesta e il monito fatto dal primo cittadino di Stazzema, Maurizio Verona, durante la cerimonia del 78° Anniversario della Liberazione che si è svolta oggi pomeriggio nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, il paesino vittima della strage nazifascista del 12 agosto 1944 che provocò la morte di 560 vittime fra donne, anziani e bambini.

Le parole del sindaco sono state accompagnate da quelle della Vicepresidente del parlamento Europeo, Pina Picierno, che ha invece ricordato, dal Sacrario nella sua orazione ufficiale, che fare una distinzione e riportarla alla memoria è necessario: «Da una parte c’era il bene dall’altra il male; da una parte c’erano i partigiani, c’era chi scelse la Resistenza e la lotta per la libertà e la democrazia di cui oggi godono tutti gli italiani indistintamente, dall’altra c’era chi scelse, con Salò, la Germania hitleriana, i vagoni piombati e i lager, le deportazioni e le stragi che insanguinarono questa terra e tutto il Paese».

Oltre alla Vicepresidente del parlamento Europeo Pina Picierno e al sindaco di Stazzema Maurizio Verona, da Col di Cava, sono intervenuti anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il Presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna Umberto Mancini. La cerimonia, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai martiri di Sant’Anna, è stata preceduta dallo svelamento delle tre ceramiche che riproducono i tre dipinti realizzati dall’artista e onorevole Carlo Carli, dal titolo “Da Sant’Anna di Stazzema a Bucha”.

Le tre opere, realizzate in duplice copia, una delle quali ora svetta sulla facciata della Fabbrica dei Diritti di Sant’Anna, saranno portate anche in un luogo pubblico nella cittadina Ucraina, altro teatro di un crimine di guerra, nel conflitto in atto fra Russia e Ucraina, come il paesino di Stazzema.

«La forza della nostra democrazia, della Repubblica - ha affermato la Vicepresidente del parlamento Europeo Pina Picierno - e delle nostre istituzioni, che affondano le radici proprio nel patrimonio etico ed “esistenziale” rappresentato dai valori della Resistenza e dell’antifascismo, permette oggi di ricoprire alte cariche dello Stato e di Governo anche a chi a quei valori non riesce o non vuole fare riferimento. Oggi, 25 aprile, non per caso è la Festa della liberazione, non semplicemente della libertà.

Per gli antifascisti italiani, per i nostri partigiani, la libertà andava voluta, perseguita, costruita. Non qualcosa di statico, quindi, ma un processo dinamico, un divenire, un impegno costante, da non rinchiudere solo in una data. Credo che questo sia il senso e il lascito più profondo di quella formidabile pagina della nostra Storia. La nostra identità, la nostra unità nazionale, nascono lì, in quel tempo. Da quella spinta verso la libertà, la democrazia e la pace, nacque la Repubblica e si avviò il cammino che portò alla costruzione della nostra casa comune europea.

È nostro dovere, un dovere di tutti, non disperdere un patrimonio così grande e prezioso. È solo rimanendo coerenti con i nostri valori fondanti che potremo costruire un futuro migliore. Per l’Italia e l’Europa, per tutti i cittadini italiani ed europei. Come seppe fare quella straordinaria generazione».

«Stiamo perdendo la Memoria, e purtroppo – ha detto il sindaco e presidente del Parco nazionale della pace Maurizio Verona - assistiamo a troppi episodi di cronaca che non ci fanno stare tranquilli. Complici di questi episodi sono anche coloro che vogliono riscrivere la storia, che la manipolano la stravolgono, la usano per accrescere consenso, questi sono i nemici della Memoria i nemici della Democrazia. E le conseguenze quali sono? Sono i pestaggi politici nelle nostre scuole come quello del febbraio scorso davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, due studenti sono stati colpiti da sei ragazzi di Azione studentesca esterni alla scuola, una tipica azione squadrista e fascista che ha portato nei giorni successivi ad una grande manifestazione “antifascista”».

E ancora: «Non dobbiamo neppure scordarci l’assalto alla sede della Cgil a Roma del 9 ottobre 2021, di cui qualcuno forse non ha compreso la matrice, un atto di offesa alla Costituzione (alla Costituzione antifascista) nata dalla Resistenza, un atto che ha violentato il mondo del lavoro e i suoi diritti». Infine il primo cittadino di Stazzema ha ricordato che: «gli italiani dopo il 25 aprile mandarono a casa non con le armi, ma con il voto la monarchia connivente con il fascismo, con le armi nuove di quella che doveva essere una nuova umanità e queste cose le scrissero nella Costituzione antifascista, le scrissero nell’art.

1 in cui la Repubblica è democratica, basata su un lavoro dignitoso per tutti. Lo scrissero nell’art. 3 in cui tutti sono uguali senza distinzione di razza, religione dopo l’infamia della legge razziste del 1938. É nell’articolo 6 in cui si tutelano le minoranze anche linguistiche. Lo scrissero nell’art. 11 in cui si scrive che l’Italia ripudia la guerra, nell’art. 21 sulla libertà di espressione, negli articoli che riguardavano le libertà sindacali, lo scrissero nella libertà dell’arte e della cultura dopo anni di culture di regime in cui vigeva il pensiero unico».

Un appello alla pace, in riferimento al conflitto fra Russia e Ucraina, è invece arrivato dall’Associazione Martiri di Sant’Anna. «È quindi della massima urgenza – ha detto Umberto Mancini - che sia proprio l’Unione europea o l’Italia stessa (che nella costituzione porta scritto il ripudio della Guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali) ad assumere una forte e decisa iniziativa per la Pace o, quantomeno, per un immediato cessate il fuoco».

 Il 25 aprile, in Toscana, è un monito a difendere la libertà e a garantire la pace anche, e soprattutto, con un patto tra Istituzioni e territorio lanciato dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, e dai due vicepresidenti dell’Assemblea legislativa Stefano Scaramelli e Marco Casucci rispettivamente in provincia di Lucca, Siena e Arezzo.

Il presidente Antonio Mazzeo ha iniziato la sua giornata a Camaiore, in località Marignana, dove ha deposto una corona di alloro al monumento ai Caduti e nell'orazione ufficiale ha ricordato Don Alfredo Alessandri “che qui fece nascere la Resistenza versiliese”. “Grazie al sacrificio di donne e uomini - ha aggiunto - si è costruita la nostra libertà. Non dobbiamo mai darla per scontata, soprattutto in questo particolare periodo storico. A noi Istituzioni il compito di essere amplificatori di memoria e garantire, come prevede la nostra Costituzione, libertà per tutte e tutti”.

Il vicepresidente Stefano Scaramelli, a Siena per la cerimonia ufficiale in piazza del Campo con le autorità cittadine tra cui la presidente provinciale Anpi Silvia Folchi e Sanaz Partow attivista del movimento ‘Donna Vita Libertà’, ha definito il 25 aprile la “Festa più bella, la Festa della Liberazione nel ricordo di uomini e donne, militari e civili, laici e religiosi, che ci hanno insegnato a conquistare e a vivere la libertà”. “Un 25 Aprile – ha continuato - di orgoglio e di rispetto per quanti diedero la propria giovinezza, la propria vita, per consentire a tutti noi di vivere liberi”.

Il vicepresidente Marco Casucci, prima a Cortona per la Santa Messa e poi ad Arezzo al Monumento alla Resistenza per la cerimonia dell’alzabandiera e la deposizione di una corona di alloro, ha ricordato che il 25 aprile è prima di tutto un “impegno comune” per “tutelare la pace e la libertà”. “Dobbiamo farlo – ha aggiunto rivolgendosi anche agli alunni del Liceo Museale Statale aretino Francesco Petrarca che hanno eseguito musiche suggestive – in un gioco di squadra Istituzioni e territorio. Ogni campanello di allarme su odio, discriminazione, derive sociali, deve essere colto immediatamente. A noi il compito di rispondere con impegni seri e concreti”.

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