Usca, a Firenze in 7 mesi fatti 1302 tamponi a domicilio

Unità Speciali di Continuità Assistenziale: fino a 60 visite a casa ogni giorno a pazienti Covid. Oltre 12mila valutazioni in alberghi sanitari. Tamponi rapidi antigenici, firmato l’accordo anche con i pediatri di famiglia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2020 16:16
Usca, a Firenze in 7 mesi fatti 1302 tamponi a domicilio

FirenzeQuasi 2500 visite a domicilio delle squadre Usca di Firenze, 2463 per l’esattezza, sul territorio fiorentino dal 6 aprile all’8 novembre per un totale di 1302 tamponi effettuati al domicilio. E oltre 12mila valutazioni e accertamenti sugli ospiti negli alberghi sanitari nello stesso periodo di tempo. Sono i numeri importanti del lavoro svolto dalle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale in poco più di sette mesi di attività, dove la gran mole dell’attività, dalla loro attivazione ad oggi, si è concentrata soprattutto su aprile e maggio, i mesi più critici della prima ondata.

Sulle visite al domicilio però da settembre si è tornati a registrare numeri a due cifre con una media da metà ottobre di 41,2 visite giornaliere. Media che però solo negli ultimi 8 giorni, è salita fino a 58 visite al giorno con picchi anche di 64 visite giornaliere (il 1° e il 5 novembre).

"Alla luce dell’attuale quadro epidemiologico – spiega Lorenzo Baggiani, coordinatore sanitario del territorio fiorentino - Usca rende possibile ai pazienti Covid-19 di godere della necessaria assistenza specifica extraospedaliera, fornendo un importante supporto ai medici di assistenza primaria, con i quali per ciascun assistito viene condiviso il percorso assistenziale. Per garantire una migliore risposta alla popolazione, nelle ultime settimane in particolare, è stato opportuno attivare nuovi team. Si è reso inoltre necessario aumentare gli spazi a disposizione, con attivazione di una seconda sede".

Alla sede presso il presidio Orsini attivata ad aprile, si è aggiunta il 30 ottobre quella presso il presidio Santa Rosa in conseguenza dell'incremento dell'attività del servizio e dunque del personale. Le squadre che partono da queste due sedi su Firenze ogni giorno sono 18 e sono attive sette giorni su sette dalle 8 alle 20. Si recano al domicilio ma anche negli alberghi sanitari e nelle Rsa, qui insieme al Gruppo multiprofessionale Girot che vi opera stabilmente. Il team Usca è abilitato a effettuare il tampone faringeo ma svolge anche prelievi del sangue e medicazioni e su indicazione del medico, attiva la possibilità di fare Rx a domicilio o consulenze specialistiche con professionisti dell’Azienda.

L’attività negli alberghi sanitari – A partire da settembre i dati delle visite in alberghi sanitari registrano 314 visite per un totale di 887 tamponi effettuati. Da aprile ad oggi, invece, sono state effettuate negli alberghi sanitari ben 12.962 valutazioni. Si tratta di valutazioni dei parametri vitali che su ogni ospite in struttura vengono effettuate se necessario anche più volte al giorno, da parte anche del solo infermiere Usca che, all’occorrenza, segnala al medico del team l’esigenza di una visita. Il numero delle valutazioni è proporzionalmente più alto rispetto alle visite perché su ogni singolo ospite possono essere fatti anche più accertamenti al giorno.

L’attività nelle Rsa - Negli ultimi 8 giorni le visite delle squadre Usca in Rsa dove operano i Girot, sono state 87.

I tamponi effettuati da Usca - In quasi otto mesi di attività al domicilio, in albergo sanitario e in Rsa, sono stati effettuati complessivamente 2.037 tamponi.

Triage telefonico - 6.588 contatti ovvero colloqui telefonici con il paziente prima dell'accesso che Usca effettua in seguito alla segnalazione del medico curante o dal pediatra di libera scelta. Usca valuta inoltre di ricontattare telefonicamente dopo l’accesso al domicilio i pazienti Covid che non hanno medico di medicina curante o pediatra a Firenze. Negli ultimi 8 giorni al triage telefonico sono stati registrati 740 contatti, con una media di 92,5 contatti ogni giorno.

Intanto è di oggi, 11 novembre, la firma dell’accordo tra Regione Toscana e le organizzazioni sindacali dei pediatri di famiglia (Fimp e Simpef) per potenziare la risposta dell’assistenza territoriale e contrastare la trasmissione del virus, ricorrendo all’utilizzo dei tamponi rapidi antigenici. Un’intesa che fa seguito a quelle già sottoscritte con i medici di medicina generale (Fimmg e Snami) proprio in questi giorni e che va a irrobustire il lavoro di squadra dell’intero sistema sanitario regionale.

“Stiamo lavorando senza sosta e ottenendo risultati importanti come anche la collaborazione dei pediatri, che ci consente di continuare a rafforzare le attività territoriali per contrastare la diffusione del Covid - dichiara l’assessore alla sanità, Simone Bezzini, firmatario dell’accordo insieme ai segretari regionali Valdo Flori e Silvia Petralli, l’uno di Fimp e l’altra di Simpef -. Il coinvolgimento dei pediatri è funzionale al potenziamento delle attività di indagine epidemiologica tramite l’accertamento diagnostico per evitare eventuali focolai, isolare i casi positivi al Covid e avviare subito il tracciamento dei loro contatti stretti - prosegue Bezzini -. L’attuale contesto emergenziale e l’evoluzione dello scenario epidemico richiedono l’impegno di tutti, che in Toscana, devo dire, è garantito da ciascun professionista del nostro sistema socio-sanitario, senza alcuna esitazione, e di questo non posso che essere grato”.

“Ci siamo resi disponibili, perché comprendiamo la criticità del momento e l’importanza di dare il nostro contributo perché l’applicazione delle misure anti Covid in termini di tracciabilità non gravi esclusivamente sui Dipartimenti di Sanità pubblica - commentano Valdo Flori e Silvia Petralli -. I pediatri sono, e sempre saranno, accanto ai bambini e alle loro famiglie e faranno tutto ciò che è nelle loro possibilità per la durata dell’emergenza, sempre garantendo la massima sicurezza nello svolgimento della propria attività”.

Nello specifico, l’accordo prevede il coinvolgimento dei pediatri di famiglia per effettuare tamponi antigenici rapidi o di altro test di sovrapponibile capacità diagnostica, nel proprio studio, all’interno della forma associativa nella quale operano, dandone comunicazione alla Asl. Il test è rivolto ai contatti stretti asintomatici, individuati dal pediatra di libera scelta oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di Prevenzione, in attesa di tampone rapido oppure ai casi sospetti, che il pediatra si trovi a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.

I pediatri che non intendono effettuare i tamponi antigenici rapidi presso i propri studi - si legge nel documento - devono darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria, che dovrà identificare le sedi e, nell’ambito del comitato aziendale, concordare le modalità organizzative relative all’effettuazione dei test diagnostici. In questo caso il test diagnostico sarà effettuato anche agli assistiti degli altri pediatri di libera scelta e sarà rivolto esclusivamente ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Prevenzione.

Eseguito il tampone, il pediatra registra la prestazione e il risultato ottenuto sugli appositi sistemi informativi regionali. In caso di esito positivo il pediatra ne dà tempestiva comunicazione al servizio di Sanità pubblica o alla Prevenzione della propria Asl e raccomanda l’isolamento domiciliare fiduciario, in attesa dell’esito del tampone molecolare di conferma. Se l’esito è invece negativo, il pediatra rilascia l’attestazione di negatività al paziente.

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