Un punticino senza reti per una Fiorentina pallida e incolore

Viola ancora senza gioco e a ritmi lenti di fronte a un Pisa aggressivo. Fischi e cori di protesta dei tifosi

Paolo
Paolo Pellegrini
28 Settembre 2025 18:00
Un punticino senza reti per una Fiorentina pallida e incolore
Foto Fabio Vanzi

Che cosa ha Dodo, che in un centinaio di minuti non ne azzecca una che sia una? E perché Gudmundsson a Genova faceva sfracelli, qua è impalpabile… magari perché gli tocca venire a prendere palla sul suo limite dell’area, e quando si propone là davanti è solo peggio che nel Deserto del Tartari? Perché Kean non rientra mai dal fuorigioco quando vede (o non li vede?) avanzare di un metro i difensori in mezzo all’area? Perché Kean trova la porta ma con un paio di tiretti masticati, oppure spara in curva? Perché il centrocampo è nascosto in mezzo agli avversari, se la squadra si allunga – quasi mai – non fa filtrare palle veloci, se si accorcia lascia impostare – male, di solito, prevedibili e lentissimi – ai difensori che hanno piede e tecnica da difensori? Perché si deve finire la partita con un tridente improvvisato e poco coabitante là davanti, utile solo a concedere spazi alle ripartenze altrui, e per una novantina di minuti prima non si è visto mai un attacco “di squadra” ma solo palloni arrivati davanti per iniziativa pressoché individuale? Perché la palla da questa parte deve girare sempre a ritmi tartaruga, o in alternativa a lancioni persi nel Sahara? Perché si pesticcia e si cincischia quando si avvia il contropiede, e il passaggio – l’ultimo o il penultimo – è regolarmente sempre sbagliato? Perché su sei corner sei battuti nessuno va a frutto?

Potrei continuare ancora con le domande, tipo: perché non si è ancora visto un arbitro decente in quattro gare di serie A con la Fiorentina? E non solo a sfavore, si badi bene, all’Arena pisana mister Manganiello ha gestito malissimo una partita astiosa, nervosa, agonisticamente tesa ma tecnicamente irrilevante: si è dimenticato i cartellini per brutti pestoni, calcioni e testate salvo ricordarsene per lesa maestà quando il povero Kean – eh, in questo caso sì, povero Kean – gli ha ricordato che forse non ci aveva capito gran che.

Potrei continuare ancora, ma la domanda in fin dei conti è una sola, però una e trina: perché la Fiorentina non segna, non vince e soprattutto non gioca a calcio? Dice: ma almeno questa volta ha salvato la buccia, ha retto l’urto avversario. Certo, ma. Uno, telegrafare Manganiello. Due, l’avversario era il Pisa. Non il Psg. Gilardino fa bene il suo lavoro, in campo ci sono ragazzi anche in gamba – tosto Bonfanti, coriaceo Touré, ben presente Caracciolo, sorprendente davvero quel semidebuttante Akinsanmiro – che hanno messo apprensione al Napoli, contrariamente ai viola.

Ma è il Pisa, punti 2, bassissimi fondi della classifica. Ah già, uno solo in meno della Fiorentina. Quella che, a sentire Pradè… oh, a proposito, a sentire Pradè: giovedì avvia il girone della Coppetta, è già tempo di Conference, al mezzo Franchi arriva questo sconosciuto Sigma Olomouc, settima in Liga cèca, squadra che già proprio il Pisa eliminò in semifinale quando vinse la Mitropa secoli fa. (Poco da sfottere, anche la Viola ha alzato l’ultimo trofeo secoli fa).

Quarta fascia, squadra facile da battere? Ebbene, niente caramelle da uno sconosciuto please, se la Fiorentina è quella di adesso di facile non c’è nulla.

Foto Fabio Vanzi

Viola pallida e incolore. Non bastano due o tre sprazzi in contropiede, vanificati da errori stupidi, vero Dodò? Oppure da cross murati, oppure da rimpalli cercati per troppa insistenza nel tocco, oppure per quel maledetto ultimo passaggio diventato un tabù insormontabile. Perché preoccupa, tanto, la gestione del centrocampo. Preoccupa che Pioli non riesca a trovare la quadra, anche Nicolussi non pare padrone della cabina di regia, certo non supportato a dovere ma un po’ troppo nascosto tra gli avversari, s’è fatto notare per un tiro ribattuto e per un lancio lungo splendido su Dodo che ha messo in mezzo, palla deviata netta ma né Manganiello né il bandiera Rossi se ne sono accorti, e poi è successo anche da quest’altra parte, con l’aggravante di quella manina… Preoccupa la difesa che si perde spessissimo questo o quello lì in mezzo, lo Nzola che a Firenze si chiamava Paracarro pareva un indemoniato, e Ranieri l’ha perso fino a fargli centrare il montante di testo, ma non è il solo che si è perso Ranieri, e troppo spesso palla ributtata in avanti alla bell’e meglio e siccome si stava comodamente dietro la linea del pallone in undici, immancabilmente era il Pisa a rigiocare. 

Pioli, in sala stampa, sostiene che “nonostante tutto, ho colto degli aspetti incoraggianti, anche se il risultato non era quello che speravamo. I segnali, oggi, sono più incoraggianti che preoccupanti. Il Pisa ci ha aggrediti con decisione, siamo usciti troppe volte sulle corsie esterne, quando invece avremmo dovuto mantenere il possesso centralmente e cercare di più i trequartisti. Ci è mancata la rete, ma la squadra ha creato con una certa continuità e possiamo sicuramente migliorare“. Bontà sua. Io rimango sconcertato. Preoccupa mollezza di contrasto e di ripartenza, preoccupa scarsa intensità, preoccupa il ritorno a ritmi blandissimi, ma dov’è finita la Viola di Manchester? Ah già, quello era calcio d’estate, che non conta.

PISA (3-5-2): Semper; Canestrelli, Caracciolo, Bonfanti; Tourè, Marin (67' Vural), Aebischer (49' Hojholt), Akinsanmiro, Leris (67' Cuadrado); Tramoni (87' Moreo), Nzola (67' Meister). All. Gilardino

FIORENTINA (3-4-2-1): De Gea; Pongracic, Marì, Ranieri; Dodò, Mandragora, Nicolussi Caviglia (80' Sohm), Gosens; Fazzini (87' Dzeko), Gudmundsson (74' Piccoli); Kean. All. Pio

ARBITRO: Gianluca Manganiello, assistenti Rossi-Monaco; quarto Zufferli; Var Pezzuto-Maresca

NOTE: ammoniti: Kean; angoli 6-4 Fiorentina; spettatori 11.210

Foto gallery
In evidenza