Ubaldo Bocci si è dimesso da coordinatore del centrodestra in Palazzo Vecchio

Lo sfidante di Nardella nell'occhio del ciclone dopo aver percepito i 600 euro a favore delle Partite Iva. "La mia solo una provocazione, i soldi sono transitati nel mio conto e immediatamente versati ad associazioni impegnate nel sociale". d’Ippolito (Politica,Ora!): “I politici toscani che hanno preso il bonus vengano allo scoperto”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 agosto 2020 16:41
Ubaldo Bocci si è dimesso da coordinatore del centrodestra in Palazzo Vecchio

Ubaldo Bocci non è più coordinatore del centrodestra in Palazzo Vecchio. Lo sfidante di Nardella ha rassegnato le proprie dimissioni dopo  essere finito nell'occhio del ciclone per aver percepito il bonus da 600 euro delle Partite Iva. Resta comunque consigliere comunale.

Ieri Bocci sulla propria pagina ufficiale Facebook aveva scritto: "Tutto mi potevo immaginare in questo caldo agosto di ritrovarmi sulla gogna per una provocazione annunciata quattro mesi fa. Quando il governo emanò il decreto dei 600 euro a favore delle partite iva, criticai il decreto stesso perché, a mio parere, era un intervento a pioggia, senza una logica ma soprattutto fatto senza una reale attenzione a chi aveva realmente bisogno. Il fatto che quei soldi potessero arrivare a tutti indiscriminatamente, a prescindere dal reddito, mi sembrava una follia. Di questo ne parlammo ad aprile anche nella riunione dei capigruppo in consiglio comunale, dove, una volta di più, esternai la mia contrarietà al decreto.

Ricordo perfettamente che dissi che era assurdo che anche persone con redditi che non meritavano il bonus dei 600 euro, ne potessero usufruire ed evidenziai come, tra i tanti, anch’io avrei avuto diritto (secondo il decreto) ricevere l’importo. Qualcuno sorrise dicendo che non era possibile e a quel punto annunciai la mia provocazione per dimostrare quanto il decreto stesso era stato fatto con i piedi. Chiesi il bonus. E’ del tutto ovvio che avrei rigirato quei soldi a chi aveva realmente bisogno.

Cosa che puntualmente feci come risulta dai bonifici da me fatti. Qualcuno potrebbe eccepire che quei soldi sarebbero dovuti andare alle partite iva in difficoltà. Ma, sostenni io, il governo avrebbe dovuto mettere dei paletti e non offrirli indiscriminatamente a tutti. Ripeto, lo dissi pubblicamente alla riunione dei capigruppo ed in tempi non sospetti. La mia era una provocazione e non certo un approfittarsi di una legge fatta male. Oggi mi trovo nella gogna per aver fatto quel che avevo detto ad alleati e avversari.

Così come i 600 euro di aprile, poi automaticamente prorogati nel mese successivo, sono transitati nel mio conto e immediatamente versati ad associazioni impegnate nel sociale. Qualcuno sostiene, legittimamente, che se uno vuol fare beneficenza, la deve fare con i soldi propri e non con quelli della comunità. Certo, è assolutamente vero. Ma il mio obiettivo era palesare quanto quel decreto fosse fatto male. Ho la fortuna di avere una condizione economica agiata.Questo mi ha permesso di poter devolvere ad associazioni che si occupano di disabilità e tossicodipendenza, i gettoni incassati nel 2019 dal comune di Firenze.Cosa che naturalmente ripeterò anche per il 2020.

Sarebbe dovuto essere, come trovo giusto, un gesto assolutamente riservato.Ma gli eventi mi hanno portato a renderlo pubblico.In questa mia breve esperienza politica, ho sempre ritenuto che la la politica fosse un campo dove la passione, la libertà di pensiero, la competenza, l’interesse comune dovessero sempre prevalere su tutto.E che, finito il percorso, uno doveva avere un centesimo meno di quando aveva cominciato.Per quel che mi riguarda, quando lo scorso anno fui candidato a Firenze, mi dimisi dal consiglio di amministrazione di una sgr.

Non era un fatto dovuto, ma mi sembrava doveroso rinunciare ad un ruolo di quel livello per non avere nessun conflitto di interesse. Nonostante che questo mi portasse a delle rinunce di carattere professionale ed economico. Così come ho deciso che se volevo impegnarmi davvero in politica fosse giusto rimettere il mandato dall’azienda in cui avevo lavorato per oltre vent’anni. Anche se questo, economicamente, non fosse conveniente. Oggi mi ritrovo a dovermi giustificare per aver chiesto il bonus di 600 euro.

L’ultima delle mie intenzioni era approfittarmi di una legge mal scritta. Ho scelto di contestarla con una provocazione.Non entro nel merito di chi, guadagnando con la politica, decine di migliaia di euro al mese, abbia chiesto il bonus. Né tanto meno voglio fare la caccia alle streghe. Penso piuttosto ai tanti amministratori locali che con i gettoni di presenza, arrivano ad incassare 5/600 euro al mese. E che magari hanno un'attività che sta soffrendo.

Accusarli di aver ottenuto il bonus mi sembra, obiettivamente, grande ipocrisia. La sensazione è che, una volta di più, si voglia fare di tutt’erba un fascio. Ci sono persone che si approfittano del loro status di politici ma ce ne sono tante altre che si impegnano con convinzione, con passione, convinti di poter dare un piccolo contributo al benessere della comunità. Così come ci sono decine di migliaia di partite iva che con grandissime difficoltà stanno soffrendo questi drammatici mesi. Sinceramente non mi sento di aver tolto loro 1200 euro che a me non spettavano.A loro chiedo scusa se hanno avuto questa convinzione.

Ma gli voglio dire che il mio intento era solo e soltanto quello di far capire a chi ci governa di quanto fosse iniqua la legge.Continuo ad andare a testa alta, convinto che, ne l’ipocrisia né la facile demagogia possa aiutare l’Italia a rimettersi in gioco.In tutto ciò ci sarà che mi sparerà addosso tutto il fango possibile e di più. Questo naturalmente mi amareggia. Mi dicono che fa parte del gioco. Avanti".

Ieri questo post, oggi le dimissioni.

In suo difesa interviene il referente del Popolo della Famiglia per Firenze, Pier Luigi Tossani: "Molte vestali della politica si sono stracciate le vesti per l'ennesima tempesta in un bicchier d'acqua. Invece il Popolo della Famiglia appoggia totalmente Bocci. Pare infatti che non si sia notato che, a parte aver dato i soldi in beneficenza, Bocci ha detto che semmai dovevo rendere pubblica la mia decisione quando l'ho presa e quando sono arrivati i soldi e non dirla solo ai capigruppo di Palazzo Vecchio.

Ammirevole la discrezione di Bocci. I capigruppo di Palazzo Vecchio, specialmente quelli dei partiti dei quali lui è portavoce in Consiglio comunale, e che dunque lui aveva messo al corrente della cosa, avrebbero fatto meglio a tagliar corto, e a non lasciarsi andare a improbabili distinguo. Farebbero piuttosto assai meglio a predisporre un programma convincente per le imminenti regionali. Un programma che sappia affascinare gli elettori."

 “La caccia alle streghe non mi piace e la reputo un segno di inciviltà politica. Né mi piace la ghigliottina morale che si abbatte su presunti colpevoli, soprattutto se non hanno violato alcuna legge. Ma da una parte c'è il giudizio morale e dall'altra c'è, ci deve essere, la valutazione politica. Quindi, al di là delle motivazioni che possano averli spinti, è necessario che i politici che in Toscana ricoprono incarichi istituzionali rendano noto ai toscani se abbiano o meno chiesto e/o ottenuto il bonus da 600 euro per aiutare le persone in difficoltà post-covid”.

E’ quanto chiede Roberto d’Ippolito, presidente dell’associazione “Politica, Ora!” e candidato alle prossime elezioni regionali nella lista PD a Firenze. “Non serve una gogna pubblica, ma una assunzione di responsabilità e di trasparenza di chi rappresenta o vuole rappresentare i cittadini. E' cioè necessario che tutti i toscani sappiano chi sono e cosa fanno i propri eletti così da poter decidere, al momento del voto, se riconfermare o no la propria fiducia in quelle persone e nel partito-lista che li ha candidati.

Come diceva Einaudi - conclude d’Ippolito - per poter deliberare è indispensabile conoscere. Quindi è indispensabile che i toscani sappiano chi fra i propri rappresentanti, a ogni livello, ha usufruito o no del bonus da 600 euro. Perché assumere un incarico politico costringe giustamente ad avere maggiore riguardo sia verso la collettività sia verso le istituzioni.”

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