Tutela e sostegno al Terzo settore, la nuova legge toscana

L'atto è stato illustrato in aula dal presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Italia Viva) e approvato a maggioranza. Nasce la Consulta regionale del Terzo settore, sarà organo di proposta e consultazione. La Pubblica amministrazione potrà affidarsi direttamente agli Enti di Terzo settore senza ricorrere ad appalti pubblici come deciso dall’ultima sentenza della Corte Costituzionale. Gelli (Cesvot) “É una rivoluzione straordinaria”

Redazione Nove da Firenze
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14 luglio 2020 17:11
Tutela e sostegno al Terzo settore, la nuova legge toscana

Firenze - Promuovere e sostenere gli Enti del Terzo settore e le altre formazioni sociali, attraverso la definizione delle modalità del loro coinvolgimento attivo nell’esercizio delle funzioni regionali di programmazione, indirizzo e coordinamento e nella realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni della comunità regionale. È l'obiettivo della proposta di legge "Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore", illustrata all'aula dal presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Italia Viva), che è stata approvata a maggioranza dal Consiglio regionale.

Scaramelli ha definito il provvedimento "molto importante, frutto di un percorso di ascolto e audizione molto attento". Dopo aver ringraziato la Giunta per aver presentato il testo, i gruppi politici per il contributo apportato, gli uffici per il lavoro e le associazioni per i suggerimenti e la collaborazione, spiega che gli "Enti del terzo settore, di fatto, vengono parificati agli enti pubblici, esaltando i principi di solidarietà e sussidiarietà".

Attraverso la legge si intende rendere sistematica, disciplinandone l'ambito di applicazione e le modalità operative, la collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni e enti del Terzo settore, prevedendone la regolamentazione con specifico riferimento agli istituti della co-programmazione e della co-progettazione. L'obiettivo, è quello di sostenere le attività degli Enti del Terzo settore, promuovendo lo sviluppo e il consolidamento della rappresentanza di settore e valorizzando il ruolo di questi soggetti come agenti attivi di sviluppo e coesione sociale delle comunità locali.

La norma disciplina anche l'istituzione, il funzionamento e i compiti della Consulta regionale del Terzo settore quale organo preposto a esprimere pareri e formulare proposte alla Giunta regionale e a promuovere, in accordo con quest'ultima, occasioni di confronto e consultazione, anche su specifiche tematiche. Al Consiglio regionale, aggiunge Scaramelli, si riconosce un ruolo non solo di controllo ma anche di indirizzo. La proposta di legge prevede anche che le pubbliche amministrazioni possano stabilire diverse agevolazioni per il terzo settore, come la concessione per un massimo di trenta anni di beni mobili e immobili, l’utilizzazione non onerosa di beni per iniziative temporanee per attività di interesse generale e forme speciali di partenariato.

Tra gli elementi introdotti con gli emendamenti durante il lavoro in commissione, ha infine ricordato Scaramelli, "è stato rafforzato il principio delle tutele e del sostegno al mondo del volontariato organizzato, senza tuttavia voler scoraggiare le iniziative spontanee individuali. Ma l'esercizio collettivo di mettersi a disposizione degli altri è, secondo noi, un elemento fondante e costitutivo dell'idea di volontariato che abbiamo in testa".

Dopo l'illustrazione della proposta di legge da parte del presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Italia Viva), il dibattito in aula si apre con l'intervento del consigliere Pd Enrico Sostegni, che rileva l'importanza del testo che ha come “fondamento un principio importante. Il dato sociale e solidaristico dell'uomo. C'è un terzo settore che è capace di svolgere funzioni di interesse generale pur non essendo ente pubblico. Oltre a riconoscere questo mondo, ancor più radicato nella nostra regione, diamo concretezza a istituti come la co-progettazione e la co-programmazione”.

L'altro aspetto toccato da Sostegni è quello di “aver individuato il procedimento. Discipliniamo il percorso in maniera più adeguata e distinguendo tra fase di progettazione del progetto e del procedimento del progetto operativo con il coinvolgimento di tutti soggetti che hanno deciso di partecipare”. Il Terzo Settore e i soggetti pubblici “in certi momenti si incrociano e svolgono attività di amministrazione condivisa” rileva ancora. “La norma toscana è l'unica che riconosce l'attività degli enti sportivi, riconoscendone il valore e stabiliamo che con le rete associative si possono svolgere attività”.

Inserito anche il “volontariato individuale” che deve comunque essere “l'eccezione”. “Questo pacchetto di norme è un passo avanti importante nella possibilità di riconoscere l'attività degli enti del Terzo Settore” conclude.

“Questa è la grandezza della Toscana: il volontariato caratterizza la nostra regione. Mettere a sistema gli enti del Terzo Settore significa valorizzare tutto il territorio. La loro capacità propositiva e gestionale è evidente. È un percorso di inizio che si potrà migliorare ma è comunque un passo avanti”, afferma Gabriele Bianchi (Gruppo misto).

“Questa è una legge molto attesa. Il numero dei volontari in toscana è di circa 71 per mille abitanti a fronte di un dato nazionale attestato a 51 ogni mille. La Toscana ha quindi un terreno morto fertile. La legge non riempirà tutti i vuoti, ma ha senza dubbio un pregio: il volontariato insieme al pubblico può essere in grado di disegnare una comunità partecipante non solo nei momenti di bisogno sociale”, dichiara Serena Spinelli (Gruppo misto) che sottoscrive l'ordine del giorno collegato alla proposta di legge. “Nessuno si mette al posto dell'altro. Si individuano le linee di indirizzo perché tutti ne possano far parte”, continua rilevando che l'apertura di accesso al credito è un passaggio positivo che aiuta il sistema.

“La legge era doverosa, ma ci asterremo sul testo in virtù del fatto che se è vero che non chiudiamo la porta ai singoli di partecipare anche in maniera sussidiaria alla cosa pubblica, vediamo un minimo di rischio rispetto al fatto che si guardi più all'organizzazione che alla funzione del volontariato”, dichiara Andrea Quartini (Movimento 5 stelle), che ricorda, a tal proposito il “Quarto Settore che opera in un'ottica di emancipazione”. “In questo contesto la proposta di legge è insufficiente”. Il rischio che “l'organizzazione istituzionalizzi certi percorsi” è un elemento che il consigliere sta alla base del voto di astensione mentre si dichiara a favore dell'apertura al credito agevolato e alla partecipazione delle associazioni di mutuo soccorso: “le prime forme di auto organizzazione dei lavoratori che non possiamo dimenticare”.

“Questa legge anticipa un po' quello che il codice del terzo settore ancora non è riuscito a fare in termini di principio di solidarietà e di aiuto verso chi è in difficoltà. Tuttavia ci sono delle incongruenze che ho cercato di modificare con emendamenti non accolti in sede di commissione, e che puntavano a coinvolgere anche le realtà più piccole di partecipare alla Consulta”, dichiara Monica Pecori (Gruppo misto) che anticipa il voto favorevole altri emendamenti al testo tra cui l'eliminazione delle fondazioni bancarie.

Jacopo Alberti annuncia il voto di astensione della Lega. “Il provvedimento viene a seguito di un decreto legislativo. Siamo a favore di alcuni passaggi come la disponibilità di beni immobili ma chiediamo che non continui ad esistere organizzazioni di serie A e di serie B. Mi auguro che questo divario sia azzerata da questo nuovo provvedimento”.

Per Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana a sinistra), affiancare al pubblico i soggetti che ricevono i fondi pubblici “introduce elementi distorsivi” con il rischio di “e marginalizzare le realtà più pubbliche”. “Questo settore è una realtà certamente significativa e potente, con luci ed ombre. Ci preoccupa che la trasformazione nel tempo ha fatto sì che una parte del volontariato si è sostituito al pubblico non integrandolo. È un processo sotto gli occhi di tutti. Pensiamo che questo modello imprenditoriale sia un problema. Questa norma stringe l'occhio e apre ad un mondo forte e potente, dovremo ragionare seriamente sulle possibili degenerazioni che portano ad un indebolimento delle funzioni pubbliche” continua pur riconoscendo punti positivi. Ma programmazione e indirizzo devono restare nelle mani pubbliche e questo è l'aspetto che ci rende più perplessi” conclude.

“Si poteva valutare meglio e approfondire i vari temi di questo intervento. Arriva a fine legislatura ed è un po' un classico. Questo settore genera una importanza elettorale che dobbiamo riconoscere” dichiara Maurizio Marchetti (capogruppo Forza Italia), anticipando voto di astensione. Tempi e modi non convincono il consigliere che si sofferma anche sulla co-progettazione: “Avrei preferito fosse specificato meglio e la proposta di legge non si sofferma troppo. Il Terzo Settore meritava più attenzione”.

Il consigliere Paolo Marcheschi (Fratelli d'Italia) dichiara che la proposta “non assolve tutte le funzioni. Riconosciamo il grande valore del terzo settore, ma per fare una buona legge che conservasse quanto di buono fatto e consolidasse le associazioni che svolgono azioni reali, l'asticella poteva essere alzata. Il concetto della qualità del volontariato è un dibattito che questo testo non svolge”. Anche il tema delle società sportive, a detta del consigliere, “è stato affrontato timidamente”.

Il provvedimento “è timido”, per il consigliere, che avrebbe auspicato “più incisività”. Sull'assegnazione del patrimonio pubblico “che in sé è un bene”, Marcheschi rileva che sarebbe servito”più coraggio. Il sistema è molto chiuso e molto legato alla politica. La sfida di aprirsi non è stata colta. Continuiamo una tradizione di riconoscere chi ha sempre fatto volontariato, avremmo preferito un associazionismo DOC, di qualità vera, eliminando le zone grigie”, conclude.

“Stato e Regioni hanno il dovere di promuovere e sostenere il volontariato, in Toscana, da sempre è fiorente e non ha colore politico dichiara Nicola Ciolini (Pd). “Dovremmo dare risposte per far riconoscere il giusto compenso a chi svolge attività nel Terzo Settore per la miglior offerta qualitativa del servizio. Questo è il passaggio su cui dobbiamo impegnarci”. “Il lavoro svolto dal volontariato è fondamentale, non è una erogazione privata. È un soggetto e un settore integrato con il pubblico. Abbiamo bisogno dell'esperienza e della conoscenza di chi è sul campo per rispondere alla diverse esigenze. Il pubblico deve operare nelle scelte strategiche ma co-progettazione e co-programmazione sono un valore aggiunto”, afferma.

Nella sua replica l'assessore al Diritto alla salute, Stefania Saccardi, sottolinea che "si tratta di una legge fortemente voluta dal mio assessorato e dalla Giunta regionale su cui abbiamo lavorato moltissimo e che vorrei dedicare al ricordo della dirigente Paola Garvin, che su questo testo ha dedicato, prima della sua scomparsa, molte delle sue energie e delle sue capacità". Riferendosi ai consiglieri Fattori e Marchetti aggiunge: "Li rassicuro, non si tratta di una legge elettorale, ma di un provvedimento su cui abbiamo cominciato a lavorare dal gennaio 2019 proprio su sollecitazione degli enti del Terzo settore".

Si tratta, dice ancora, di "una legge di comunità, perché alla sua costruzione hanno partecipato tutte le associazioni del volontariato, il Cesvot, la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e moltissimi altri soggetti". Rispondendo ad alcune critiche sollevate, spiega che la co-progettazione e il ruolo degli enti del Terzo settore e del volontariato è stato recentemente riconosciuto da una sentenza della Corte costituzionale che riconosce che è "doveroso che la pubblica amministrazione costruisca con gli enti del volontariato un canale di amministrazione condivisa".

E ha concluso: "Questa è una legge importante e astenersi o votare contro non è un sofismo, ma un segnale ben preciso rispetto all'idea di società e comunità che vogliamo".

Al termine del dibattito, sono stati votati alcuni ordini del giorno collegati. Il primo, presentato da Irene Galletti (M5S), è stato respinto. L'atto di indirizzo, nel chiedere il riconoscimento del ruolo delle Società di mutuo soccorso, impegnava la Giunta a chiedere alla Consulta del Terzo settore rendiconti puntuali e dettagliati sul numero di progetti e sui soggetti coinvolti". Gli altri due ordini del giorno, invece, sono stati approvati. Il primo, presentato da Enrico Sostegni (Pd) e Stefano Scaramelli (Italia Viva), impegna la Giunta "in virtù del ruolo mutualistico e sociale ricoperto in Toscana" dalle società di mutuo soccorso "a dare attuazione, nel modo più tempestivo possibile, a quanto previsto dall’articolo 6 comma 2 della pdl in oggetto al fine di assicurare, non appena vi sarà la piena operatività del registro unico nazionale degli enti del terzo settore e delle relative sezioni, la rappresentanza nella consulta regionale delle società di mutuo soccorso".

Il secondo, presentato da Sostegni, impegna la Giunta ad "attivarsi nei confronti del Governo e del Parlamento al fine di approvare, quanto prima, delle misure di sostegno al Terzo settore, con particolare riferimento alla possibilità di estendere anche a tutti gli enti di Terzo settore la garanzia dello Stato per l’accesso al credito agevolato, analogamente a quanto già previsto per le imprese del settore profit".

“É una notizia straordinaria, abbiamo anticipato il dibattito nazionale approvando una legge che permetterà alla nostra regione di attuare un sistema all'avanguardia di stretta collaborazione fra pubblico e terzo settore. Si chiude un percorso articolato avviato un anno e mezzo fa che non può che renderci orgogliosi di questo risultato.” Sono le parole del presidente di Cesvot, Federico Gelli, che saluta così la notizia dell'approvazione della legge regionale sul Terzo settore in Consiglio Regionale della Toscana.

Nello specifico, attraverso la nuova legge che disciplina l’attuazione dell’art. 55 del Codice del terzo settore, le amministrazioni regionali e locali, in nome del principio di sussidiarietà (come afferma la Corte costituzionale, un «canale di amministrazione condivisa»), sono legittimate ad affidarsi agli enti di terzo settore in tema di co-programmazione, co-progettazione e convenzioni senza dover più ricorrere ad affidamenti mediante appalti pubblici. “Si tratta di fatto – continua Gelli - di un riconoscimento normativo che arriva dopo una lunga serie di esperienze positive costruite nel corso degli anni in Toscana che hanno visto il Terzo settore un alleato fondamentale delle amministrazioni pubbliche nella costruzione di risposte immediate e concrete ai bisogni della comunità”.

Il disegno di legge conclude un percorso avviato a febbraio 2019 dalla Conferenza regionale del Terzo settore, nato per adeguare la legislazione regionale alle novità della riforma del Terzo settore per coglierne le principali novità. Inoltre, il disegno di legge ha in sostanza anticipato quanto recentemente deciso dalla Corte costituzionale con la sentenza n.131 del 2020, che ha affermato la piena legittimità costituzionale degli istituti della co-programmazione e della co-progettazione. La legge regionale istituisce inoltre la Consulta regionale del Terzo settore, una sede unitaria di rappresentanza con funzioni di proposta e consultazione nei confronti di Giunta e Consiglio regionale, con l'obiettivo di diventare il luogo di raccordo fra le diverse “anime” del Terzo settore (ODV, APS, cooperazione sociale, fondazioni di origine bancaria, centro servizio per il volontariato, ANCI, Forum Terzo settore, ecc.) per assicurare una regia unitaria e sviluppare, così, politiche per il Terzo settore di sostegno e promozione.

Ulteriore novità è pure la disciplina del volontariato individuale.

Anche su questo la Toscana regolamenta e disciplina per la prima volta l’attività di volontariato svolta al di fuori di enti del Terzo settore in rapporto diretto con la pubblica amministrazione. L’obiettivo è riconoscere un fenomeno in larga diffusione, ma all’interno di una cornice di regole che tutelino maggiormente - rispetto al passato – la spontaneità e l’autonomia dei volontari.

“Infine - conclude Gellidesidero sottolineare la disciplina dedicata al ruolo del Centro di servizio accreditato per la Regione Toscana riconoscendone una lunga esperienza di servizio al volontariato toscano, svolta non solo nei confronti degli enti del Terzo settore bensì pure della pubblica amministrazione. Dalla legge esce infatti rafforzata la capacità di costruire insieme alla Regione attività di «supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore».

Voglio quindi ringraziare tutti gli enti e le associazioni che hanno contribuito a portare avanti in questi mesi una discussione costruttiva e virtuosa, l’intero Consiglio Regionale e in particolar modo il suo presidente Eugenio Giani e l’assessora regionale Stefania Saccardi per aver concluso un percorso mai scontato, che deve renderci orgogliosi del traguardo raggiunto .”

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