Toscani nel mondo, Nocentini: Una rete da valorizzare anche in futuro

Fra prossimi appuntamenti una ricerca sugli eserciti che liberarono l'Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2014 22:49
Toscani nel mondo, Nocentini: Una rete da valorizzare anche in futuro

CORTONA (Ar)- "Quella dei toscani nel mondo è una comunità da valorizzare: una rete che è una risorsa e una sorta di diplomazia dal basso. E' la chiave moderna con cui continuare a coltivare la dimensione internazionale e globale della nostra regione, della nostra storia e cultura". L'assessora alla cultura e al turismo Sara Nocentini, dalla fine di febbraio in giunta e che per questo si definisce un assessore 'di accompagnamento' in vista della nuova legislatura che partirà nel 2015, soppesa così il valore dei toscani all'estero che vivono nei cinque continenti e che a Cortona si sono riuniti per due giorni, ieri e oggi: una ventina di rappresentanti, con molti altri tenuti a casa da malattie di stagione.

Toscani nel mondo in una città amata dal mondo, complice il libro e film "Under the tuscan sun": la città, Cortona, di "Paese mio che stai sulla collina" cantata da un marchigiano come Jimmy Fontana ma le cui parole erano di Franco Migliacci, cortonese autore di tanti successi, una città negli ultimi anni cambiata e dove oggi per strada si parlano tante lingue, con turisti che arrivano da lontano ed altri che hanno deciso di trasferirsi qui a vivere. Specchio a suo modo di tanta altra Toscana.

"Rinsaldare i fili di questa comunità è stata una scelta lungimirante e valorizzarla anche in futuro, magari ripensandola in parte, riveste tutt'oggi una sfida ambiziosa" dice l'assessora. Anhe per i lacci imposti ai bilanci dal patto di stabilità e le risorse pubbliche che si restringono di anno in anno. Fu un sindaco della montagna pistoiese, Mario Olla, a tentare per primo (e con successo) alla fine degli anni Settanta di riunire quei fili sparsi nel mondo: quello stesso sindaco a cui sono intitolate le borse di studio e lavoro che ancora oggi portano in Toscana, ogni anno, decine di figli, nipoti e bisnipoti degli emigranti dell'Ottocento e Novecento.

Testimoni di un amore e di un attaccamento che non sembra finire mai. Poi il mondo è cambiato, ai toscani ne mondo 'per origine' si sono affiancati gli amici della Toscana e i toscani che all'estero vivono o lavorano per qualche anno, figli della mobilità globale. "Dobbiamo offrire a tutti il loro pezzo di Toscana" dice Nocentini. "Costruire una rete ancora più ampia può aiutare a far crescere il peso di questa comunità, ma sarebbe sbagliato – avverte - rendere tutto uguale: si perderebbe una varietà che una ricchezza".

Sì dunque ad allargare ed aprire le associazioni dei toscani nel mondo, ma senza perdere le identità di ciascuno. L'appuntamento è al prossimo anno, quando – come accade ogni cinque anni – si riunirà l'assemblea di tutti i toscani nel mondo, oltre cento rappresentanti, e si rinnoverà il direttivo, per tracciare le linee per il futuro.

All'orizzonte c'è il premo Monnalisa: un riconoscimento da assegnare l'anno prossimo ad un toscano nel mondo che si sia particolarmente distinto e magari, contemporaneamente, ad un amico della Toscana che nella terra degli Etruschi e del Rinascimento non è nato ma l'ha scelta.

Più vicino nel tempo ci sono invece una mostra sull'architettura del Novecento in Toscana, che sarà inaugurata a Buenos Aires il 16 ottobre con un'esposizione gemella in Italia, e una ricerca sul ruolo e il contributo dei soldati di origine toscana che hanno partecipato alla liberazione del paese arruolati negli eserciti alleati.

Approfondimenti

" Ci sta lavorando l'Istituto storico della Resistenza - spiega l'assessore alla cultura Sara Nocentini – e la ricerca è praticamente terminata". Diventerà una mostra foto-documentaria virtuale da pubblicare on line. "E racconterà – dice - storie di vita che creano ancora una volta una storia globale, dove i confini tra le nazioni si perdono". Le tre iniziative sono state illustrate nella due giorni dei Toscani nel mondo a Cortona. In Argentina e in Sudamerica, prima e dopo la seconda guerra mondiale, hanno lavorato molti architetti toscani, che hanno costruito palazzi e grattacieli.

La mostra su "L'architettura del Novecento in Toscana" racconterà l'altra storia e quello che negli stessi anni accadeva nella terra di origine di molti emigranti. Racconterà di architetti che si facevano interpreti e specchio delle profonde trasformazioni in corso in Italia, progettando e costruendo opere destinate a funzioni pubbliche totalmente nuove: dal liberty al razionalismo, fino alle avanguardie e architetture di fine secolo. Una mostra, curata dalla Fondazione Michelucci, che è anche un'iniziativa pilota replicabile in futuro altrove.

Notizie correlate
In evidenza