Toscana, industria e servizi, amministrazioni e no profit, ecco come stiamo

Cresce il non profit, arretra la Pubblica Amministrazione, cambia il sistema delle imprese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2014 16:48
Toscana, industria e servizi, amministrazioni e no profit, ecco come stiamo

Rilevazione censuaria in Toscana che ha coinvolto un campione significativo di imprese, quasi 24mila istituzioni non profit e circa 600 istituzioni pubbliche. 

Dal censimento emerge una realtà regionale contraddistinta da specializzazioni produttive, in particolare del sistema moda, con un forte orientamento verso i mercati internazionali e con l’area pratese polo di riferimento nazionale per l’industria dell’abbigliamento. Rimangono stazionari i livelli di occupazione, frenati dalla crisi del 2008, a seguito di una polarizzazione nella struttura dimensionale, con la crescita della piccola e grande impresa a scapito della media. Come nel resto del Paese, anche in Toscana si riduce la dimensione della P.A. a seguito degli interventi di razionalizzazione.

Crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, pratiche di rendicontazione sociale e flessibilità occupazionale caratterizzano il settore nella regione, con dinamiche spesso più accentuate rispetto alle altre regioni italiane. Il non profit toscano cresce a due cifre nell’ultimo decennio. La Regione ha una dinamica maggiore della media per crescita di istituzioni (+30,3%) e addetti alle unità locali (+39,9%). Le organizzazioni non profit toscane mostrano un incremento del volontariato superiore a quello registrato nel resto del Paese, con una concentrazione nella Cultura, sport e ricreazione, nella Sanità e nell’Assistenza sociale e Protezione civile.

Il dinamismo interno al sistema economico regionale si è manifestato anche con un crescente apporto nell’offerta di servizi da parte delle imprese e del non profit con “effetti di sostituzione” tra pubblico e privato in termini di occupazione e unità economiche. In particolare nei settori dell’istruzione e della sanità si ampliano i servizi di mercato occupando spazi in precedenza coperti dall’offerta pubblica.  – ’Istat, in collaborazione con Unioncamere nazionale, presenta una sintesi dei principali risultati del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit, arricchita da confronti territoriali.

Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l'operazione censuaria si è caratterizzata per un uso capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. La rilevazione sulle imprese e quella sulle istituzioni non profit sono state affidate alle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, che hanno costituito gli Uffici Provinciali di Censimento. Nel corso del convegno - organizzato dalla sede Istat per la Toscana e l’Umbria e dalla Camera di Commercio di Firenze - sono illustrati il quadro d’insieme del tessuto produttivo toscano e i principali cambiamenti intervenuti durante il periodo intercensuario.

Inoltre, vengono analizzati il processo di rilevazione censuaria e le valutazioni delle innovazioni metodologiche, tecniche e organizzative introdotte nel censimento. I dati sono disponibili in I.stat, il datawarehouse dell’Istat, al tema “Censimento industria, istituzioni pubbliche e non profit 2011”. Al datawarehouse si accede sia dalla homepage di www.istat.it sia dal sito dedicato http://censimentoindustriaeservizi.istat.it/. I dati offrono - anche grazie ad approfondimenti inediti su occupazione, governance, internazionalizzazione, strategie finanziarie e altri temi - una solida base informativa per un monitoraggio delle trasformazioni della realtà produttiva regionale.

Al 31 dicembre 2011, le imprese attive in Toscana sono 330.917, il 5,7% in più rispetto al 2001, (+8,4% la variazione a livello nazionale). Sotto il profilo territoriale, la crescita relativamente più sostenuta si rileva nelle province di Pisa, Massa-Carrara, Grosseto e Prato, con dinamiche intorno al 10%. Le imprese occupano 684mila lavoratori dipendenti, 410mila indipendenti, 30mila esterni e 8mila temporanei. Gli addetti nelle unit locali delle imprese sono più numerosi di quelli complessivamente occupati dalle imprese con sedi amministrative nella regione: ciò indica la presenza in Toscana di unità produttive di imprese con centro direzionale localizzato altrove e contribuisce a spiegare la ridotta dimensione media delle imprese toscane (3,2 addetti per unità locale; 3,4 in Italia).

Le innovazioni legate a questa tornata censuaria consentono, per la prima volta, di restituire informazioni sulle caratteristiche demografiche dei dipendenti e sulle principali caratteristiche del loro rapporto di lavoro: il 54,5% dei dipendenti ha la qualifica di operaio, il 36% di impiegato e il3,6% di dirigente/quadro. La maggiore quota di operai, rispetto alla quota nazionale, è in linea con la struttura produttiva che caratterizza la regione costituita da piccole imprese distrettuali.

Le imprese con struttura aziendale (almeno 3 addetti), che operano sui mercati non esclusivamente locali sono il 45%: il 16,9% sul mercato nazionale e il 28,1% anche su quelli internazionali. La maggior propensione verso l’estero riguarda le imprese produttrici di abbigliamento (80,8%) e pelletteria (72,6%). Le organizzazioni non profit attive in Toscana al 31 dicembre 2011 sono 23.899 (+ 30,3% sul 2001, anno dell'ultima rilevazione censuaria del settore).

Nelle oltre 27 mila unità locali insediate nel territorio regionale operano circa 438 mila volontari, 42 mila addetti e 19 mila lavoratori esterni. Rispetto al 2001, il personale dipendente cresce del 37%. Cultura, sport e ricreazione è il settore di attività di gran lunga prevalente nel quale si concentrano oltre 16 mila istituzioni, pari al 67,6% del totale. I dipendenti invece sono impegnati per il 71,9% in tre settori: Assistenza sociale e protezione civile, Sanità e Sviluppo economico e coesione sociale.

La forma giuridica più diffusa nel non profit, alla stregua di quello nazionale ma con una maggiore dinamica espansiva, è quella di associazione non riconosciuta (67,7% delle istituzioni). Rispetto al 2001, sono le fondazioni e le altre forme giuridiche a presentare gli incrementi maggiori nel numero di istituzioni (rispettivamente 116,5% e 117,9%). Il ruolo del volontariato è un elemento cardine del non profit toscano, in particolare nel settore della sanità, con più di 37 volontari per unità locale, rispetto ai quasi 23 della media italiana.

Al 31 dicembre 2011, si contano sul territorio toscano 587 istituzioni pubbliche, il 18,5% in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione, i quali hanno portato negli anni alla trasformazione di alcuni enti da soggetti di diritto pubblico a soggetti di diritto privato e all'accorpamento tra istituzioni diverse. Nel 2011 i dipendenti attivi nelle 6mila unità locali della regione sono oltre 183mila, al netto dei militari e delle forze di polizia.

Tra le amministrazioni locali, sono le Altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, Ordini e collegi professionali, Università ed enti di ricerca) ad avere subito la più forte contrazione del numero di addetti (-22,6%) mentre per i Comuni la flessione è più contenuta ma comunque significativa (-14,4%). La Regione e le aziende ed enti del servizio sanitario nazionale hanno invece aumentato nel decennio i loro addetti (+10,0% la prima, +7,3% le seconde).

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