Toscana, aeroporti argentini, ma la Regione non vota

Chiesta la presenza di Enrico Rossi in Aula e sollecitati chiarimenti da parte dell'assessore Anna Marson

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 giugno 2014 11:09
Toscana, aeroporti argentini, ma la Regione non vota

L'Aeroporto di Firenze passa sotto il controllo degli argentini. L'Opa su Adf di Corporacion America, controllata dal magnate Eduardo Eurnekian, è arrivata al 48,7%. Alla chiusura del periodo di adesione è stato consegnato il 15,3% del capitale. Resta aperta, per altri 10 giorni, l'Opa su Sat che gestisce lo scalo Galilei di Pisa.La paura nella guerra dei campanili è che il magnate argentino possa investire sull'Amerigo Vespucci di Firenze mettendo in regola lo scalo (pista nuova) ed apportando innovazioni, facendo così passare in secondo piano il Galileo Galilei di Pisa.Per questo il Comune di Pisa ha presentato ricorso al Tribunale di Firenze chiedendo che lo stesso sequestrasse le azioni di Sat sottraendole alla vendita.

Il giudice però lo ha rigettato dichiarando che "La vendita di azioni (11,8% contro il 5% che resta alla Regione Toscana) non viola il patto parasociale". Filippeschi, sindaco di Pisa, ha annunciato ricorso al Tar.

Intanto si è concluso con una votazione non valida il dibattito sulla mozione. Hanno infatti votato solo 23 consiglieri, dei quali 6 a favore, 15 contro e 2 astenuti. Gli altri consiglieri presenti non hanno partecipato al voto.

Ritirare la delibera che prevede la vendita delle quote Sat, la società che gestisce l’aeroporto Galilei di Pisa, al Gruppo Corporation America, così da chiudere anche il confronto giudiziario che si è aperto tra i soci pubblici, mantenere gli impegni presi con il patto di sindacato e riprendere il dialogo sulla costituzione della holding tra Sat e Adf (società che gestisce l’aeroporto Vespucci di Firenze) quale strumento per procedere all’integrazione aeroportuale. Questo chiedeva la mozione, sottoscritta dai consiglieri Pier Paolo Tognocchi, Monica Sgherri, Mauro Romanelli e Maria Luisa Chincarini, che è stata illustrata in aula dal consigliere Tognocchi, il quale ha sottolineato che l’approvazione del Pit e della sua variante aveva trovato un punto di equilibrio sul fatto che l’allungamento della pista di Firenze dovesse fermarsi a 2.000 metri e che la sua realizzazione escludesse finanziamenti a carico del pubblico; contemporaneamente si era deciso di aprire un percorso per l’integrazione dei due aeroporti di Pisa e Firenze.

All’improvviso, ha ricordato Tognocchi, la Giunta ha deciso di rompere il patto di sindacato con gli altri soci, patto che scadrà nel 2016, per vendere quote alla Corporation America che ha lanciato un’Opa. In questo modo, ha sottolineato Tognocchi, si butta il lavoro fatto per procedere all’integrazione tra Firenze e Pisa e quello sul Pit.

Secondo Alberto Magnolfi, è singolare che la discussione su questo tema sia arrivata in Consiglio sotto forma di una mozione e non attraverso una comunicazione della Giunta regionale. Magnolfi ha definito difficile la comprensione di cosa la Giunta stia facendo e ha richiamato l’assessore all’urbanistica, Anna Marson, a tirare le conseguenze rispetto a quanto sta accadendo, nel senso che non potrà non rispondere delle decisioni della Giunta su questi temi.

Magnolfi ha sottolineato l’incapacità del governo regionale a risolvere le questioni infrastrutturali e territoriali della Toscana ma, pur apprezzando la mozione, ha dichiarato che votarla non avrebbe un significato concreto. Serve invece che il presidente Rossi si presenti all’aula per fare un punto complessivo della situazione in materia di aeroporti.Monica Sgherri ha definito la mozione un estremo tentativo di riconsegnare al Consiglio regionale il suo ruolo decisionale, perché sono stati sconfessati i paletti messi con la variante al Pit e i contenuti del processo di costituzione della holding tra Pisa e Firenze.

Inoltre, in un contesto dove regna anche l’incertezza su quanto dovrà essere lunga la pista dello scalo di Firenze e su chi dovrà sostenere i costi di adeguamento, non era il caso di rompere il patto parasociale così come invece ha fatto la Giunta regionale.Per Giovanni Donzelli il dibattito sulla vicenda è necessario, ma lo strumento della mozione lo rende ridotto e poco efficace. Sarebbe stata preferibile una comunicazione del presidente Rossi, anche perché non sono chiare le linee strategiche che la Regione intende seguire e i rapporti con i privati.

Donzelli ha affermato che la costruzione di un polo aeroportuale della Toscana è necessario, ma non si può correre il rischio che si privatizzino gli utili e si collettivizzino le spese.Secondo Paolo Bambagioni il Consiglio regionale ha avuto la possibilità di esprimersi e si era scelto di realizzare un sistema aeroportuale unico e di riqualificare lo scalo di Firenze. In queste scelte, ha ricordato, ci sono state e ci sono tante difficoltà, tanti punti di vista e tanti campanilismi.

Bambagioni ha aggiunto che l’intervento del privato può essere una opportunità e che è poco conveniente insistere nel richiedere una discussione su atti che, secondo l’Ufficio giuridico, sono di competenza della Giunta e non del Consiglio.Secondo Giuseppe Del Carlo si rischia il declassamento a vantaggio del vicino aeroporto di Bologna. Fabrizio Mattei ha sottolineato che la mozione merita una discussione vera, anche alla luce degli ultimi dati sullo sviluppo aeroportuale, che riducono da 12 a 8 milioni i passeggeri potenziali per gli scali toscani.

A suo parere non può che suscitare perplessità una società che presenta il progetto per una pista di 2000 metri alla Regioen Toscana, e agli organi statali uno con la pista a 2400 metri. Antonio Gambetta Vianna ha invitato il presidente della Giunta regionale a presentarsi in aula e a spiegare come stanno effettivamente le cose. Mauro Romanelli ha annunciato il suo voto favorevole sulla mozione, preoccupato per la non sostenibilità ambientale e sanitaria delle opere sulla Piana fiorentina.

A fronte di un modello alternativo non chiaro, Romanelli ha ribadito il suo giudizio favorevole sull’integrazione con una holding unica ed un collegamento ferroviario con Pisa. Il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi, ha ricordato che il parere espresso subordina la vendita delle azioni a due condizioni: che per la Regione non ci siano oneri aggiuntivi, in tutti i sensi, e che il socio privato rispetti le indicazioni degli atti di programmazione, che il Consiglio ha adottato e deve approvare definitivamente.

Secondo Manneschi non c‘è una soluzione diversa ed il privato non può fare come gli pare. Secondo Marco Taradash Giunta e Consiglio regionali devono fare ciascuno il proprio mestiere: l’esecutivo deve dire chiaramente cosa vuole fare, in che modo ed in che tempi, mentre il Consiglio deve decidere sugli strumenti di programmazione territoriale. Giovanni Santini ha annunciato la non partecipazione al voto, perché una mozione non può risolvere i problemi emersi nella maggioranza, con l’assessore Marson che si dissocia dalle decisioni prese ed una maggioranza che non si sa se sia più tale.

Alberto Magnolfi, infine, ha annunciato la non partecipazione al voto, sottolineando che, alla luce delle dichiarazioni dell’assessore Marson, su una delle scelte fondamentali della legislatura non c’è più la maggioranza.

L’assessore Vincenzo Ceccarelli ha ribadito che la strategia della Giunta regionale è quella di sviluppare e qualificare il sistema aeroportuale toscano, che con Pisa e Firenze è entrato tra gli scali strategici a livello nazionale. Non vuole, però, farlo ad ogni costo e per questo ha recepito le indicazioni delle commissioni sulla congruità dell’offerta, l’assenza di oneri per la Regione ed il rispetto degli atti di pianificazione. Ceccarelli ha ribadito che nessuno intende espropriare del proprio ruolo il Consiglio, che potrà tornare su questa discussione in sede di approvazione della variante al Pit. A suo giudizio, inoltre, la decisione del giudice sul ricorso fatto da Pisa conferma che la vendita delle quote è finalizzata al progetto di integrazione. 

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