Termovalorizzatore: i comitati contro Metrocittà Firenze

Il video della manifestazione alla Conferenza dei Servizi. Opposizione all'inceneritore anche dentro il PD

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2015 19:47
Termovalorizzatore: i comitati contro Metrocittà Firenze

Infuria la polemica sul futuro inceneritore di Firenze, specie dopo l'articolo di Eugenio Tassini pubblicato ieri sul Corriere Fiorentino, in risposta alle manifestazioni organizzate venerdì scorso dai comitati davanti agli uffici della Città Metropolitana dove si riunivano i tecnici dalle multiutility Quadrifoglio ed Hera e delle Amministrazioni locali a maggioranza PD, per pianificare la costruzione a Case Passerini.

“Nonostante la difficoltà dell'orario e della giornata lavorativa, circondati dalle forze dell'ordine che volevano relegare il dissenso lontano dal palazzo, grande partecipazione fino dalle sette di stamani, per presidiare l'ingresso degli uffici, e far sentire forte la voce di chi non si rassegna a farsi avvelenare a proprie spese, di chi non delega il proprio futuro, di chi non accetta di veder distrutta la propria terra e la salute dei propri figli per l'incapacità e la complicità della politica di Renzi, Rossi, Nardella, Biagiotti, Fossi -raccontano dall'Assemblea per la Piana- sempre sottomessi al potere economico e senza un progetto serio per un futuro sostenibile per la vita della Piana di Firenze, minacciata oltre che dal mega Inceneritore anche da un mega Aeroporto”.

"Siamo al termine di un lungo ed approfondito percorso - ha osservato, per la Città Metropolitana di Firenze, Andrea Ceccarelli, Consigliere Delegato alle Infrastrutture - e l'auspicio è che si completino al più presto gli adempimenti tecnici e burocratici. Non possiamo più aspettare: dotarsi di questo impianto consentirà alla comunità civica metropolitana di completare con responsabilità e sotto il suo diretto controllo il ciclo dei rifiuti, mentre in questi anni è stata incrementata in modo significativo la raccolta differenziata". "Abbiamo dato la nostra disponibilità al confronto con i cittadini e i comitati che sollevano dubbi, critiche, perplessità, - ha continuato Ceccarelli - Siamo in grado di dare le più ampie rassicurazioni sull'efficienza e sulla sicurezza dell'impianto.

Al momento della sua messa in funzione sarà istituito un Comitato Scientifico ed un Collegio di Vigilanza Sanitaria. Non solo: l'Azienda Sanitaria, con la quale stiamo stipulando una convenzione ad hoc, controllerà per 10 anni le ricadute ambientali e sanitarie e si avvarrà della collaborazione di Arpat. In conclusione, crediamo che i tempi siano maturi perché un iter lungo, mi verrebbe da aggiungere troppo lungo, venga portato a conclusione".

La Conferenza dei Servizi sull'impianto di termovalorizzazione di Case Passerini si riunirà nuovamente il 6 agosto, su richiesta del proponente che ne ha chiesto la sospensione a causa della mancanza di alcuni pareri, peraltro attesi per la data di oggi, e della mancanza di alcune precisazioni da fornire. Ai Sindaci e agli Assessori all'Ambiente, al Bilancio e all'Urbanistica Comuni di Calenzano, Campi, Firenze, Lastra a Signa, Pistoia, Prato, Sesto Fiorentino si è rivolto anche un gruppo di iscritti del Pd, impegnato da mesi a denunciare i programmi di aggressione alla Piana tra Firenze, Sesto , Campi e Calenzano, che scrivono: "La costruzione di un inceneritore alle porte di Firenze, in prossimità del futuro aeroporto potenziato è una decisione che arriva con un ritardo di venti anni, senza una rivalutazione della situazione attuale dei rifiuti e senza una vera revisione delle tecnologie. Ci sono anche gravi errori di tipo tecnico, esempio la scelta del luogo, e di procedura, ad esempio la mancanza di una valutazione complessiva dell' impatto ambientale e sanitario che tenga conto di tute le opere che in quel territorio si vuole costruire".

Il 26 giugno una delegazione di Mamme No Inceneritore, al termine di un lungo confronto con il Sindaco Dario Nardella e l’assessore Bettini, ha concordato un incontro fra esperti, invitati da entrambe le parti, che potesse confrontarsi in materia di salute, gestione dei rifiuti e impianto di incenerimento, al fine di valutare quanto i comitati No inceneritore.

“Noi Mamme No Inceneritore siamo un movimento apartitico nel rispetto delle preferenze politiche di tutte le persone che compongono il gruppo, non abbiamo finanziamenti da nessuno e siamo, questo la stupirà, informate, documentate e sostenute da un folto gruppo di esperti e da storici Comitati, con ben più meriti di noi. Il nostro movimento, che non è quindi un partito politico, è nato per contrastare la costruzione del nuovo inceneritore fiorentino che mette a rischio la salute dei cittadini, come indicato dalle stesse valutazioni sanitarie, che è inutile dal momento che la raccolta differenziata porterà sempre meno rifiuti da bruciare e che è estremamente costoso, convogliando tra l'altro imponenti risorse, anche dei cittadini, verso un percorso in totale antitesi con quanto l'Unione Europea dice attualmente -intervengono le Mamme No Inceneritore di Firenze- Il movimento, inoltre, per divulgare l'informazione e la causa si è avvalso, da quando è stato creato pochi mesi fa, di iniziative di vario tipo che hanno visto realizzati numerosi incontri informativi presso biblioteche comunali, parrocchie, centri sociali, circoli e teatri; assemblee aperte con cittadini e con politici; incontri con le istituzioni, fra cui il Sindaco stesso, e organizzazione di eventi di vario tipo fra cui un concerto straordinario per la partecipazione sia cittadina che artistica che ha avuto.

Forse tutto ciò non è abbastanza originale?”.

Intanto il prossimo 8 ottobre, il TAR Toscana discuterà in merito al ricorso per l’annullamento della Valutazione di Impatto Ambientale dell’impianto, che presenta forti criticità e carenze. "Attendiamo con fiducia il pronunciamento del tribunale amministrativo -spiegano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste della Piana- Al di à degli aspetti meramente tecnici, noi crediamo che la realizzazione dell’impianto si possa comunque evitare attuando –da subito – una serie di pratiche virtuose (le cosiddette buone pratiche), volte al recupero dei rifiuti. Innanzitutto preme ribadire che la presenza di un inceneritore da 500 t/ giorno in una zona già depressa dal punto di vista ambientale, non possa che aumentare i fattori di inquinamento del territorio, senza considerare la vicinanza dell’aeroporto di Peretola ed il suo previsto potenziamento (la nuova pista). Tutto questo senza considerare il problema irrisolto delle scorie, che sono rifiuti pericolosi e che vanno pur smaltiti da qualche parte. Poi un inceneritore è evitabile se si generalizzasse rapidamente intanto la raccolta differenziata porta a porta (non solo in tutti i piccoli Comuni ma anche nei Comuni capoluogo di provincia, a cominciare da Firenze, Prato e Pistoia).

Questa è infatti la scelta di una moderna politica sui rifiuti, seguita finora soltanto da una schiera di piccoli comuni del comprensorio, ma sostanzialmente bloccata nel 2014. Se si continuano a rimandare le scelte della raccolta P.a.p. (con tariffazione puntuale chi più produce rifiuti, più paga) e quindi del conseguente corretto riciclo dei rifiuti, si avalla direttamente la costruzione dell’inceneritore di Case Passerini che diventa quindi il principale e voluto obiettivo di tutta la filiera".

L’Italia potrebbe essere sottoposta ad una nuova procedura di infrazione riguardante gli inceneritori per non aver ottemperato all’adeguamento della propria normativa di classificazione secondo le norme Europee. Si prospetta quindi una nuova multa da pagare coi soldi di tutti: una multa che potrebbe arrivare per aver fatto l’ennesimo favore ai signori delle multi-utility dei rifiuti.

Ho avuto notizia di questa possibile procedura di infrazione direttamente dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, che ha risposto ad una mia lettera di interessamento. Alla fine del 2014 l’Europa ha comunicato al Governo italiano che i parametri per classificare gli inceneritori di rifiuti come valorizzatori di energia (da D10 – smaltimento – a R1 – recupero -) non erano conformi a quelli della Direttiva europea. L’Italia aveva stabilito tali parametri per Decreto nel 2013: con questi calcoli divergenti il Paese s’era assicurato un illecito vantaggio competitivo rispetto agli altri inceneritori europei.

In seguito a tale comunicazione UE l’Italia avrebbe dovuto, nei primi mesi del 2015, abrogare quel Decreto e sostituirlo o modificarlo, adeguando le formule a quelle europee pena, appunto, l’attivazione di procedura d’infrazione.

Video gallery
Collegamenti
In evidenza