Teatro della Toscana: il piano triennale causa del declassamento?

Gianassi (Pd): “Fratelli d’Italia ancora una volta non perde l’occasione di schierarsi contro Firenze”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 Giugno 2025 16:33
Teatro della Toscana: il piano triennale causa del declassamento?

“Il Pd insorge e tenta palesemente di buttarla in politica, ma la questione è strettamente tecnica. Una manovra per nascondere uno spregiudicato uso di risorse pubbliche. Non era mai accaduto che tre membri della Commissione nazionale di valutazione del Ministero si dimettessero per aver perso una votazione. E, ancor meno, che una volta usciti dalla Commissione diffondessero la notizia alla stampa per attaccare il Governo. Poi si scopre che due dei tre “sconfitti dalla democrazia dei voti” erano Consiglieri regionali e Assessori del PD.

E allora tutto torna. I tecnici nominati da anni dal Partito Democratico nelle varie Commissioni valutative dei Ministero, sono stati gli strumenti attraverso cui garantire un'egemonia culturale nel Paese. Il sistema-PD della cultura ha generato decenni di posti pubblici distribuiti agli amici, tutto a carico di ‘Pantalone’. Vale la pena ricordare che chi oggi si nasconde dietro la visibilità di Stefano Massini è lo stesso gruppo che ha prodotto i buchi di bilancio al Maggio Musicale Fiorentino (nascondendosi dietro Pereyra) e che ha gravato il Teatro della Pergola con costi insostenibili.

Dispiace che Massini – su cui come professionista, né a livello locale né nazionale, si sono mai levate critiche – si senta attaccato, in realtà è solo rimasto vittima del sistema-PD, la ‘banda del buco’. Le responsabilità politiche ricadono tutte sul Sindaco Sara Funaro, che non ha saputo gestire i rapporti personali all’interno della Fondazione, aggravando la situazione con un esborso di denaro pubblico per liquidare il Direttore Generale Giorgetti, appena rinnovato l’anno prima.

Della questione del danno erariale se ne occuperà presto la Corte dei Conti sollecitata dai Consiglieri Comunali Sirello e Chelli di Fratelli d’Italia.

L’uscita della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze (socio fondatore della Fondazione) aveva già annunciato i nuvoloni all’orizzonte. Oggi la situazione è esplosa anche in sede valutativa, aggravata da una programmazione artistica sostenuta da un bilancio sofferente da anni. A questo si aggiunge il costo – stimato tra i 100 e i 200 mila euro – per cacciare Giorgetti, una cifra tenuta segretamente e colpevolmente nascosta ai cittadini e al Consiglio Comunale. Anche se non sono un tecnico, mi sembra evidente che questi segnali siano stati più che sufficienti per indicare alla Commissione, che la gestione del Teatro della Pergola fosse ormai palesemente fuori controllo.

Addolora, dunque, il declassamento dello storico Teatro La Pergola, a cui da Senatore Fiorentino dedicherò il mio massimo impegno affinché, oltre alla ferita, non segua anche una significativa riduzione dei fondi. Mi auguro, inoltre, che il nuovo Direttore artistico sappia avviare un lavoro così significativo da far recuperare quanto prima il titolo di “Teatro Nazionale” – questa volta non per consuetudine o rapporti politici con Roma, ma per meriti veri e riconosciuti” dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, capogruppo FdI in Commissione Cultura a Palazzo Madama.

“Fratelli d'Italia è senza vergogna. Siamo in presenza di un attacco senza precedenti alla Città di Firenze, a personalità di spessore assoluto come Stefano Massini e ad istituzioni gloriose come il Teatro della Pergola. Centinaia di fiorentini sono scesi oggi in piazza per difendere Massini e la città e Marcheschi e Fratelli d’Italia cosa fanno? Anziché schierarsi al fianco della città, ancora una volta si schierano dall'altra parte. Ma dovrebbero saperlo conoscendo Firenze: i fiorentini non faranno mai un passo indietro di fronte a questo attacco gravissimo e sapranno difendersi con grande determinazione” dichiara il deputato dem Federico Gianassi.

Approfondimenti

“Invitiamo i consiglieri del Partito Democratico ad applicarsi un po’ di più nello studio dei fatti, magari dedicando meno tempo alla lettura della Pravda – dichiarano Angela Sirello (capogruppo Fratelli d’Italia) e Matteo Chelli (Fratelli d’Italia)– e un po’ di più all’analisi delle agenzie di stampa ufficiali.Se si fossero affidati a fonti attendibili, invece che a organi nostalgici di altri regimi, avrebbero già compreso cosa è realmente accaduto, evitando di proporre ricostruzioni fantasiose e prive di fondamento.Non è necessario uno studio approfondito: quanto riportato ieri da una agenzia stampa è del tutto chiaro.

Il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana non è dipeso da un punteggio – poiché, semplicemente, non è stato attribuito alcun punteggio. La Commissione ha deciso di non esprimere alcuna valutazione, in quanto il cosiddetto Progetto Triennale presentato non conteneva gli elementi necessari per soddisfare l’articolo 9, comma 1, del Decreto Ministeriale n. 463 del 2024.Si tratta di un requisito essenziale per il riconoscimento dello status di Teatro Nazionale.Sarebbe quindi opportuno smettere con le polemiche strumentali e iniziare finalmente a discutere con serietà e senso di responsabilità”.

“I consiglieri di Fratelli d’Italia producono affermazioni, sull’ipotizzato declassamento della Fondazione Teatro della Toscana che dimostrano l’assoluta mancanza di valore per le Istituzioni. È singolare – replica il capogruppo PD Luca Milani – che i consiglieri di Fratelli d’Italia abbiano informazioni da parte del Ministero della cultura che non sono state ancora trasmesse né all’amministrazione comunale né alla Fondazione stessa. Nessun livello istituzionale è stato direttamente interessato dalle decisioni prese dalla Commissione ministeriale. Se avessero avuto a cuore Firenze ed il Teatro della Pergola, dato che erano a conoscenza di informazioni importanti prima di altri, perché non hanno impedito il declassamento? Chiederemo conto anche di questo – conclude il capogruppo PD Milani – quando l’Amministrazione agirà in tutte le sedi opportune contro l’eventuale declassamento della Fondazione Teatro della Toscana”.

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