Teatro Comunale di Firenze: dal Maggio alla Cassa, necessario cambiare?

Torselli e Grassi: “Altro che dietrologi e complottisti: l’ex-Teatro Comunale di Firenze è ufficialmente nelle mani dell’ex-Presidente di Banca Etruria!”

Antonio
Antonio Lenoci
23 dicembre 2015 10:32
Teatro Comunale di Firenze: dal Maggio alla Cassa, necessario cambiare?

Oggi Firenze gode di "una nuova porta di accesso al Parco delle Cascine", una nuova piazza per il Teatro dell'Opera realizzato con il massimo comfort ed un design all'avanguardia. Firenze non è incline al cambiamento e pertanto fin dalla posa del primo mattone qualcuno borbottò "Ma.. ci serve?", ma è stata ritenuta un'opera strategica e necessaria per il rilancio della Cultura musicale. "Che fine farà il vecchio Teatro?" una domanda caduta nel vuoto."Sembra una scatola per le scarpe" disse Vittorio Sgarbi scendendo dall'auto per l'inaugurazione dell'Opera, una struttura così presentata dai progettisti: "capace di ospitare più eventi in contemporanea sfruttando ben tre ambienti diversi e dotata di una grande terrazza sul capoluogo toscano".Il Nuovo Teatro è entrato prima nel tritatutto dei cantieri infiniti, con la polemica sui fondi che non bastavano mai per realizzare tutte le apparecchiature necessarie e successivamente come contenitore semivuoto del Maggio Musicale Fiorentino, quel "Carrozzone" che ha perso pezzi lungo il percorso passato dal Manager di altissimo livello che avrebbe trovato sponsor disposti ad investire sul programma al Commissario costretto a raccogliere, catalogare e rincollare i pezzi.Intanto a poca distanza si è consumata un'altra polemica, quella relativa al "vuoto a rendere" l'ex Teatro Comunale, posizionato nella appetitosa isola felice alle spalle dell'Ambasciata statunitense, a pochi passi dai Lungarni fiorentini, lì dove gli alberghi abbondano e gli appartamenti sono di pregio.

Un bene che però, nessuno voleva.E' stato venduto infine a Cassa Depositi e Prestiti, ma c'è un acquirente privato? Sembrerebbe di no, però esiste una società interessata a proporre un progetto a Palazzo Vecchio. Attorno all'ex Teatro la guerra è ancora aperta e Firenze si ritrova davanti all'insolito sodalizio tra Fratelli d'Italia e Sel accusati di "complottismo".“Ci siamo sentiti dire che eravamo dietrologi, complottisti, che vedevamo ombre ovunque, solo perché avevamo avanzato dei dubbi sui rapporti che esisterebbero tra Cassa Depositi e Prestiti e le società immobiliari legate a Leonardo Rosi, ex-Presidente di Banca Etruria.

Dai banchi della maggioranza siamo stati accusati di mettere in discussione il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti che avrebbe agito nell’esclusivo interesse dell’amministrazione comunale fiorentina acquistando l’ex-Teatro Comunale e rivendendolo soltanto dopo alla società Nikila Invest Srl, società che forse avrà anche avuto rapporti con l’ex-presidente di Banca Etruria, ma che appartiene formalmente ad altre persone” commentano oggi il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli ed il capogruppo di Firenze riparte a Sinistra, Tommaso Grassi.

“L'assessore Perra ha tenuto a precisare che l’ex-Teatro Comunale non è stato venduto dalla Cassa Depositi e Prestiti a Nikila Invest Srl, ma che l’immobile è ancora di proprietà di CDP, ente che ha però autorizzato una società, presumibilmente la futura acquirente, a presentare i progetti di restauro e trasformazione al Comune di Firenze. Sempre l’assessore ha tenuto a precisare che questa società non è la Nikila Invest Srl, bensì la Corso Italia Srl” affermazione che Francesco Torselli e Tommaso Grassi verificano arrivando ad esclamare "Non solo non ci tranquillizza, ma ci fa ancora di più saltare sulla sedia!" Perché? "Se finora il rapporto tra Cassa Depositi e Prestiti e le società vicine all’ex-Presidente di Banca Etruria era soltanto una nostra supposizione - spiegano gli esponenti dell'opposizione - con l’affermazione dell’assessore tutto diventa chiaro e indiscutibile: Corso Italia Srl è infatti una società, non solo controllata da Nikila Invest Srl, ma amministrata direttamente da Lorenzo Rosi, ex-Presidente di Banca Etruria.

Se fino ad oggi avevamo usato sempre il condizionale nelle nostre affermazioni, adesso possiamo usare l’indicativo presente: l’ex-Teatro Comunale è nelle disponibilità di società legate all’ex-Presidente di Banca Etruria e, di conseguenza, in affari coi familiari di Matteo Renzi.Il Movimento 5 Stelle si spinge oltre e spulcia lo stradario: "Abbiamo per primi presentato un’interrogazione e un accesso atti per sapere chi si stava occupando del progetto – spiega la consigliera Silvia Noferi – presentato l’11 novembre 2015 all’esame della Direzione Urbanistica a firma dello studio Archea Associati (arch.Andreini-Casamonti-Polazzi). Il primo incontro per l’analisi tecnica si è svolto giusto ieri. Fra le partecipate della Nikila Invest srl con sede in via Pier Capponi 73 a Firenze ci sono diverse società: Corso Italia srl sede in via Pier Capponi, 73 a Firenze, Egnazia Shopping Mall srl sede in via Pier Capponi, 73 a Firenze, Star 89 srl sede in via Pier Capponi, 73 a Firenze, Mall Re Invest srl sede in via Pier Capponi, 73 a Firenze, Party srl sede in via G.Di Vittorio 26 a Rignano sull’Arno"

"Siamo andati a verificare quale studio legale ci fosse in via Pier Capponi - prosegue l'agguerrita consigliera pentastellata - ma con grande sorpresa al 73 non esiste nessun studio legale, c’è solo un unico campanello che corrisponde alla società Nikila Invest, nient’altro. Sarà opportuno avvisare i tecnici del Comune di Firenze che la ditta Corso Italia srl è tecnicamente “irreperibile”? È regolare che una ristrutturazione da diversi milioni di Euro sia affidata ad una società che non ha una cassetta postale o un ufficio dove inviare un eventuale raccomandata o un ufficiale giudiziario.

L’ultimo indirizzo, quello di Rignano sull’Arno, al civico 26 di via G.Di Vittorio e nessuna società Party srl risulta avere lì un campanello. Almeno fino a stamani mattina alle 9, poi chissà magari nelle prossime ore provvederanno, in fondo è aperta solo dall’08 ottobre 2014. Inutile continuare a porsi delle domande sulle strane coincidenze che costellano queste società, sulle loro recenti date di costituzione, sugli scarsi capitali sociali, sulle partecipazioni di società panamensi e cipriote che improvvisamente sbarcano nel Valdarno e soprattutto sugli amministratori, che siano ex-presidenti di una banca fallita o parenti del presidente del consiglio.

In fondo che può significare? Conflitto di interessi? Alt, fermi tutti, in Italia non è reato!" conclude Noferi.

Firenze si ritrova oggi con un Teatro nuovissimo da portare a regime, da spingere al massimo per ottenere ricavi significativi che aiutino anche a mantenere salda la fama lirica di Firenze nel mondo e dall'altra parte del viale un ex Teatro, un palazzone di lusso in cerca di identità, del cui futuro, nella vision urbanistica complessiva, si erano perse le tracce.Bisogna fare di necessità virtù e così i problemi diventano opportunità. Non sarebbe la prima volta che davanti al male peggiore, l'abbandono del bene, l'ex Capitale si dichiari pronta ad uscire dalle sabbie mobili rincorrendo le opportunità.

In evidenza