Tari: crescono gli oneri sulle imprese

Ieri la decisione di Ato Toscana Centro di aumentare le tasse sui rifiuti oltre il 6%. Campagna di raccolta firme di FI

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2021 21:47
Tari: crescono gli oneri sulle imprese

Firenze, 16 giugno 2021- E’ stato annunciato dai quotidiani un aumento importante, addirittura del 6,6%, sulla tariffa dei rifiuti; a deciderlo è stata l’assemblea dell’Ato, l’autorità di ambito di Toscana centro, dove ci sono i rappresentanti dei Comuni. Alcuni Amministrazioni Comunali hanno deciso di scaricare gli aumenti interamente sulla Tari; altri, tra i quali Firenze, hanno deciso di farlo solo parzialmente e altri ancora compenseranno con fondi propri tutta la cifra da versare al gestore, cioè Alia, per non incidere sulle bollette a carico di cittadini e imprese.

E’ inaccettabile, soprattutto in questo momento, un incremento dei costi delle bollette a carico delle imprese e dei cittadini. – afferma Claudio Bianchi Presidente Confesercenti Metropolitana di FirenzeCi chiediamo soprattutto il perché di questi aumenti; soprattutto a fronte di una diminuzione della quantità dei rifiuti (45 mila tonnellate in meno) anche a seguito della pandemia da Covid 19. Pur essendo consapevoli dei costi generali di gestione del servizio dei rifiuti, non possiamo accettare che le conseguenze di una gestione problematica di cui non se ne conoscono bene i dettagli vengano scaricati sulle imprese e più in generale sui cittadini.

Tutto questo risulta ancora più grave in questo momento storico in cui le aziende combattono ogni giorno per la sopravvivenza e per una ripartenza concreta. – continua Bianchi – Alia, la società che gestisce il servizio, dovrebbe trovare le risorse mancanti non sugli aumenti ma su una razionalizzazione dei costi, attraverso la presentazione di un piano diverso e sostenibile. Ci conforta che alcuni comuni non abbiano condiviso questa decisione; come Associazione chiediamo alle Amministrazioni di farsi carico, attraverso risorse proprie, di questi eventuali aumenti e di non arrivare ad una stangata sulle bollette di imprese e cittadini.”

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E’ necessario cambiare il paradigma che vede nell’aumento delle tasse un rilancio dell’economia, non possono essere le aziende a pagare per questioni gestionali e per deficit infrastrutturali. – prosegue il Presidente ConfesercentiIl fatto che le nostre tariffe siano in linea con la media nazionale non può essere un alibi; perché non tiene conto delle variabili che riguardano la quantità prodotta di rifiuti e la qualità del servizio. Il nostro territorio e le nostre imprese hanno dato molto per il potenziamento della raccolta differenziata, anche in termini di impatto ambientale; hanno messo in campo azioni virtuose che devono essere tenute in considerazione”.

E’ fondamentale ripensare le politiche relative al ciclo dei rifiuti. – conclude Bianchi – Chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto anche in funzione della situazione economica generale; le imprese in questo momento non sono in grado di sostenere aumenti dei costi di nessun tipo; è illusorio anche solo immaginarlo, e questo ragionamento vale anche per le famiglie.”

Improponibile, inaccettabile. Una scelta francamente inopportuna” Così Riccardo Sabatini, coordinatore dell’Area Ambiente e sicurezza sul lavoro di CNA Firenze Metropolitana all’annuncio della stangata sulla bolletta dei rifiuti che ricadrà su cittadini e imprese.

“Ancora una volta sono le imprese e i cittadini ad essere chiamati a pagare l’incompetenza della politica. I costi di gestione aumentano? Logico (e prevedibile) se mancano gli impianti di smaltimento e si decide di non costruire l’unico previsto, con la conseguenza di dover esportare i rifiuti fuori regione. Altrettanto se si decide di adottare la raccolta porta a porta che, per definizione, comporta un aumento di costi che avrebbero dovuto essere ben preventivati prima dell’introduzione del servizio” prosegue Sabatini.

“Il vero problema – spiega Sabatini – è la mancata adozione di un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, visto che quello esistente è ormai inadeguato. Il ritardo della Regione è ormai inammissibile”.

Una situazione che per CNA ha del surreale e che non considera minimamente il contesto pandemico: -0,3% di imprese attive nel 2020, -1% per l’artigianato, -22% di nuove imprese (-25% per l'artigianato), tanto per fornire alcuni dati.

Quello che si dovrebbe fare non è aumentare, bensì azzerare per alcune categorie di imprese e ridurre per altre l’importo della Tari per il 2021.

“Una misura che non sarebbe certo sufficiente per la ripresa, ma che costituirebbe un segnale di attenzione della pubblica amministrazione nei confronti di tutte quelle attività alle prese con la crisi legata al Covid. In un momento così complesso sentire la vicinanza di chi guida le città è importante. Incassi fortemente contratti, quando non annullati e costi fissi che corrono ugualmente: un’azione così sulla tariffa sui rifiuti consentirebbe di risparmiare risorse da poter destinare alla ripartenza delle attività” conclude Sabatini.

"Come Forza Italia, fino alla fine del mese di giugno, in tutte le città italiane e quindi in tutta la Toscana faremo una manifestazione nazionale, con una raccolta firme per chiedere un fisco più equo. Questo significa lasciare più risorse per le imprese e nelle tasche delle famiglie". Lo hanno annunciato oggi in conferenza stampa il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, insieme al capogruppo al Comune di Firenze, Mario Razzanelli; alla vicecoordinatrice regionale del partito, Mariagrazia Internò; al responsabile Organizzazione di Forza Italia Toscana, Federico Dabizzi. Presenti anche il coordinatore provinciale fiorentino del partito, Paolo Giovannini, e il responsabile regionale Enti Locali, Matteo Mastrini.

"Serve un nuovo patto fiscale, in Toscana il dato è allarmante, la tassazione media negli ultimi anni - hanno sottolineato gli azzurri - è più che raddoppiata: ogni toscano paga ogni anno 9.711 euro di tasse; questo significa che ogni mese, dalla propria busta paga un lavoratore dipendente, o dal proprio incasso un imprenditore, devono togliere 802 euro, per pagare imposte nazionali, regionali o locali. E' una situazione inaccettabile, per questo chiediamo un fisco più equo, con tre aliquote fisse di tasse, al 15% per i redditi fino a 25.000 €, al 23% fino a 65.000 € di reddito e al 33% oltre i 65.000 €. Una battaglia che Forza Italia porta avanti da anni, per lasciare nelle tasche delle imprese e delle famiglie più soldi, per consentire alle aziende del nostro territorio di essere più competitive, e dare la possibilità alle famiglie di spendere più soldi".

"In Toscana abbiamo la Tari più alta d'Italia - ha evidenziato Stella -. I ristoranti pagano 22,69 € a metro quadro, contro una media nazionale di 13 euro, i bar pagano 19 euro contro una media italiana di 10 €, i negozi di abbigliamento 5,69 € contro una media nazionale che sta sotto i 4 euro al metro quadrato. Abbiamo il costo dell'acqua più alto d'Italia, paghiamo quasi il doppio della media nazionale: un toscano paga in media 611 euro di bolletta all'anno; per non parlare del mantenimento dell'auto, che in Toscana è aumentato del 6,82%. E' inaccettabile, soprattutto in un momento difficile per l'economia come quello attuale"

"Per questo, oltre alla riforma del fisco, occorre abolire l'Irap e bloccare le caselle esattoriali del 2021 - hanno aggiunto i dirigenti toscani di Forza Italia -. Porteremo avanti le nostre battaglie e saremo per tutto il mese di giugno a raccogliere firme per un fisco equo, all'insegna del 'meno tasse e più crescita'. Se non abbassiamo le tasse, non saremo mai competitivi, e se a questo aggiungiamo il deficit infrastrutturale, si capisce il motivo del gap che separa la Toscana dalle altre regioni del Centro Nord. Andremo in tutte le piazze a raccogliere firme, ma anche in tutti i quartieri e in tutti gli esercizi commerciali, per chiedere un nuovo patto fiscale a misura di impresa e di famiglia".

“L’aumento del 6,6% sui rifiuti deliberato dall'assemblea dell'Ato Toscana Centro dimostra cosa accade quando la politica affronta i problemi reali con populismo ed immobilismo, invece di utilizzare buonsenso e riformismo” ha dichiarato Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva.

“Il previsto aumento sulle bollette della Tari del 6,6% l’anno almeno fino al 2025 servirà a coprire le perdite subite e i maggiori costi di conferimento in impianti fuori Ato, da Alia. I rifiuti, senza impianti e senza una politica chiara, rischiano di diventare un costo sempre più elevato per la comunità e rischiano di diventare un problema enorme, quasi irrisolvibile. Per chiudere qualsiasi ciclo dei rifiuti servono impianti sia per materiale che non si può riciclare sia per i materiali a cui si vuole dare nuova vita è per questo serve una politica vera” ha concluso Toccafondi.

“Il Pd toscano è arrivato al capolinea, è evidente che non è più in grado di amministrare la nostra Regione e i nostri Comuni! Non passa settimana che non si apprenda di una nuova inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Toscana. Ma stiamo scherzando? I toscani stanno vivendo una delle crisi economiche più dure della storia d’Italia ma sono nelle mani di una classe dirigente che fruga nelle tasche dei cittadini per ripianare i propri debiti! La Toscana ha bisogno di efficienza, investimenti e tariffe più eque nei servizi pubblici, non certo di una Multiutility – tanto cara ai democratici – che riunirà in un’unica grande holding tutte le singole aziende toscane che operano nei settori energia, acqua e igiene urbana.

Temiamo che questa Multiutility sia l’ennesimo carrozzone della sinistra utile ad alimentare aspettative di carriere e prebende. La nostra idea è un’altra. Una vera Multiutility toscana, che tenga in equilibrio visione imprenditoriale e sociale con al centro la governance pubblica per i servizi di energia, acqua e igiene urbana con il costante coinvolgimento dei territori, un progetto industriale serio e affiancata da una authority in grado di verificare efficienze ed efficacia dei servizi pubblici”.

E’ la dichiarazione di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Toscana, assieme ad Alessandro Capecchi, consigliere regionale FdI e vicepresidente della Commissione Ambiente e Infrastrutture.

“Si parla addirittura di aumenti che possono toccare il 40% -afferma Luciana Bartolini, Consigliere regionale della Lega- riferendosi ai dati forniti dall’Ato Toscana Centro che si occupa del servizio e smaltimento dei rifiuti nell’area fiorentina, pratese e pistoiese.” “Pesanti ed inaccettabili oneri-prosegue il Consigliere-che, tra l’altro, giungono in un periodo di particolare difficoltà per molte famiglie ed imprese, economicamente fortemente penalizzate dalla pandemia.” “Nella nota-precisa l’esponente leghista-si cerca di dare una qualche giustificazione di questo vero e proprio salasso che, ci auguriamo, possa in qualche modo essere mitigato dai Comuni, tramite l’utilizzo di appositi fondi governativi.” “Ancora una volta, dunque-sottolinea la rappresentante della Lega-una gestione deficitaria a livello regionale di questo delicato comparto, finisce per determinare un pesante fardello per i cittadini.” “Da tempo-insiste Bartolini-chiediamo un cambio di rotta ed una valida progettualità sulla tematica, ma il nostro appello è, stato fino ad ora, totalmente disatteso.” “Se Giani e la sua Giunta-conclude Luciana Bartolini-non capiranno l’importanza della problematica, purtroppo gli aumenti non finiranno mai, con buona pace degli utenti.”

"Il Comune faccia chiarezza una volta per tutte: ALIA ha vinto l'affidamento dei servizi proponendo cifre insostenibili? La vertenza aperta con ATO Toscana Centro aveva fatto capire quanto rischia di pagare la cittadinanza in termini di aumento della TARI. Le cose erano iniziate prima della Covid-19, con la scusa dell'aumento di sfalci, che avrebbero giustificato un aumento significativo di questa tassa. Da inizio consiliatura chiediamo, con interrogazioni e ordini del giorno (anche con riferimento a Q-thermo, la,società che era stata creata appositamente per l'inceneritore), di escludere l'ipotesi ufficializzata sulla stampa di oggi: l'inceneritore di Case Passerini è stato un grave errore di chi governa il territorio, la cui mancata realizzazione non può tradursi in un costo per chi ha ottenuto di vedere salvaguardata la propria salute e quella dell'ambiente" dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune.

"La realtà è che occorre discutere di un piano dei rifiuti che sappia affrontare i problemi di fondo del nostro sistema, superando le logiche degli appalti e andando nella direzione opposta della multiutility. Nessuna quotazione in borsa, nessuna finanziarizzazione dell'economia, ma un ruolo del pubblico radicato sul territorio e che offra la massima trasparenza sui programmi. Le informazioni che avevamo raccolto sugli impianti toscani, incapaci di lavorare la cosiddetta bioplastica, acquistano una sfumatura inquietante, a seguito delle recenti cronache" precisano Palagi e Bundu (SPC).

"Ancora non siamo riusciti a ottenere il piano industriale di ALIA, nonostante le richieste di accesso agli atti. Palazzo Vecchio può fare a meno di rassicurare che tutto è in regola. Non lo è affatto: in una situazione di forte crisi sociale ed economica è irresponsabile minimizzare l'aumento costante di una tassa, senza neanche spiegarne le ragioni in modo chiaro".

“Fa davvero specie sentire le forze politiche proporre a livello nazionale le più fantasiose ipotesi di riduzione delle tasse e scoprire poi che a livello locale, nonostante sia stata costituita un’azienda multiutility per abbattere i costi, viene deliberato un aumento del 6,6% sui rifiuti.” A dirlo è il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Roberto Pistonina, commentando la notizia dell’aumento della tariffa sui rifiuti deciso dall’assemblea dell’ATO Toscana Centro.“Da sempre – aggiunge Pistonina - sappiamo che, pur puntando in modo spinto sull’economia circolare, esistono ed esisteranno scarti non riciclabili; pertanto è indispensabile individuare un progetto ed un percorso nel quale la termovalorizzazione è irrinunciabile, per chiudere il ciclo dei rifiuti, ma anche per produrre energia.”“Le tecnologie attuali – spiega il segretario Cisl - consentono di smaltire i rifiuti non ulteriormente differenziabili e riciclabili a impatto ambientale prossimo allo zero e nel contempo produrre energia per i territori e la cittadinanza.

Ci sono in Europa lodevoli esempi di come si possa coniugare la chiusura del ciclo dei rifiuti con la loro valorizzazione energetica, con impianti ospitati nel cuore delle città. In Toscana ciò finora non è stato fatto: la conseguenza sono i rifiuti sotterrati o esportati e le tasse che crescono.”“La politica toscana – conclude Pistonina - non può far finta di niente ed ignorare il problema, come ha fatto negli ultimi anni. La Cisl continuerà a ricordare questa necessità e fare pressione perché ci sia un’attenzione maggiore e finalmente soluzioni mirate a risolvere il problema.”

"I conti del gestore del servizio, Alia, non tornano per vari motivi: essenzialmente la mancanza di un inceneritore e il costoso smaltimento portando i rifiuti fuori della regione -interviene anche Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- E quindi? Hanno deciso di far pagare l’utenza".

"Alia spa, di cui sono azionisti i Comuni a cui presta i servizi, è una impresa che monetizza gli utili (quando li ha) e pubblicizza i debiti (che li ha quasi sempre).Facile fare impresa in questo modo: devono rendere conto del loro operato a se stessi. Quando hanno difficoltà, non c’è bisogno di iniziative che coniughino e affrontino il mercato, semplicemente perché questo mercato non c’è: sono monopolisti. Una qualunque impresa cercherebbe di capire come mantenersi i clienti e dare loro un servizio che non faccia scegliere la concorrenza. Qui la concorrenza non c’è. Chi paga per le scelte sbagliate o difficili? Forse ridimensionano l’azienda, stringono i denti e gli stipendi? No: aumentano le bollette. Quello che nel mercato si chiama utente o cliente, per loro è un suddito, senza libertà di scelta, che deve sempre pagare".

"La questione non è così semplice, direbbero quelli che hanno votato per l’aumento delle bollette: chi raccoglierebbe i rifiuti? Invece è semplice: non è il mercato la nostra forma di economia? Perché qui il mercato non c’è, come in tanti altri servizi di pubblica utilità? Forse è il caso di ripensare e organizzare tutto. Anche le politiche sui termovalorizzatori".

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