Taglio alberi in città: i vivaisti respingono le accuse di Italia Nostra

Mati (Confagricoltura) all'associazione ambientalista: “Accusare i florovivaisti di voler tagliare gli alberi indiscriminatamente per motivi di lucro non è corretto. La rotazione delle alberature è necessaria per salvare il verde pubblico”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 settembre 2019 16:19
Taglio alberi in città: i vivaisti respingono le accuse di Italia Nostra

Firenze, 2 settembre 2019 - “Non sono certo che il professor Mario Bencivenni di Italia Nostra abbia compreso il senso della mia precedente intervista. Accusare i florovivaisti di voler tagliare gli alberi indiscriminatamente per motivi di lucro non è corretto perché non tiene conto del continuo deterioramento del verde pubblico, da troppo tempo mal gestito e che oramai ha rotto un sano equilibrio fra presenza umana e ambiente circostante”. Così Francesco Mati, presidente federazione regionale prodotto florovivaistico di Confagricoltura risponde all’intervista di Italia Nostra tramite il vicepresidente Maurizio Bencivenni al quotidiano La Nazione.

“Io ad esempio – spiega Mati - vengo da una famiglia di vivaisti da 5 generazioni, sono perito agrario, lavoro in questo settore da 35 anni e forse un po' di competenza l'ho acquista. Una competenza che mi fa dire che la difesa cieca degli alberi urbani, senza tener conto della loro possibile senescenza o condizione dopo anni di potature errate, non significa voler tutelare l'ambiente ma il suo esatto contrario: gli alberi urbani vecchi e malati vanno sostituiti. Perché purtroppo non è vero che un albero vive sempre da 60 a 100 anni, ma il suo ciclo di vita è ovviamente determinato anche dal contesto in cui si trova, per questo è necessario tenerli sotto controllo e curarli in maniera adeguata. Ed è necessario, come fanno nel resto d'Europa, considerare anche una rotazione che ciclicamente sostituisca gli alberi vecchi e malati con quelli giovani e sani”.“Una necessità – continua Mati – che in Italia è particolarmente sentita perché la maggior parte delle nostre alberature cittadine sono state impiantate dalla fine del 1800 all'immediato Dopoguerra e quindi c'è da intervenire per compensare tutte le emissioni urbane e per non vederle cadere all’improvviso, magari a seguito al maltempo”.

“E auspicabile – conclude Mati – che un vivaismo di qualità come quello pistoiese sia maggiormente considerabile negli appalti pubblici anche in Italia, noi esportiamo molto per il verde pubblico europeo e extraeuropeo, e sarebbe più utile, con chi ha a cuore l'ambiente e la qualità della vita, come Italia Nostra, aprire un dialogo tecnico, privo pregiudizi. Insieme possiamo fare molto per la tutela del nostro verde pubblico, attualmente troppo lontano dagli standard europei.”

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