Spaccate e rapine, l'incubo di baristi e ristoratori fiorentini

Confcommercio ha commissionato una indagine. Marinoni: "Allarme sociale". Cursano: "Apprensione continua"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 ottobre 2023 18:01
Spaccate e rapine, l'incubo di baristi e ristoratori fiorentini

Gli imprenditori fiorentini dei pubblici esercizi si sentono sempre più vulnerabili di fronte alla criminalità. Il 65% di loro avverte un senso di sicurezza «scarso», quando non «molto scarso», riguardo i possibili danneggiamenti che potrebbero colpire loro stessi, i loro collaboratori o la loro impresa. Uno su due si sente meno sicuro rispetto al passato, solo il 18% dichiara di sentirsi molto o abbastanza sicuro. A preoccupare di più i titolari di bar e ristoranti è la probabilità di restare vittime di furti, “spaccate” o rapine (41,5%), poi di aggressioni (24,6%) e atti di vandalismo (23%).

Per fortuna, però, resta alta la voglia di reagire e di non lasciarsi intimorire: in caso di episodi criminosi, la maggioranza (62%) degli imprenditori si dichiara propenso a ricorrere alle forze dell’ordine, ai propri colleghi o alle associazioni di categoria. Il 30% appare invece scoraggiato e come imprenditore prova un senso di solitudine e abbandono.

Lo rivela l’indagine che la Confcommercio ha commissionato a Format Research, condotta nell’arco di 48 ore, l’11 e 12 ottobre 2023, tra un campione rappresentativo di operatori di bar e ristoranti del centro storico e dintorni. Un’indagine il cui obiettivo era analizzare il “sentiment” della categoria dopo gli ultimi fatti di cronaca riguardanti episodi di «spaccate», rapine, furti e atti di vandalismo ai danni di imprese dei pubblici servizi a Firenze. I risultati sono stati presentati oggi (venerdì 13 ottobre 2023) dal presidente di Format Research Pierluigi Ascani nel corso di una conferenza stampa nella sede Confcommercio di piazza Annigoni.

“Il fenomeno – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni al di là dei numeri effettivi relativi al crimine, ha assunto i connotati di un vero allarme sociale. Perché imprenditori, collaboratori e gli stessi clienti avvertono un senso di vulnerabilità che limita pesantemente le loro libertà personali fino a mettere in discussione la qualità di vita e di lavoro. Senza sicurezza non ci può essere vera libertà”.

“Le conseguenze dell’incremento dei crimini contro i pubblici esercizi sono pesantissime e non solo a livello economico per chi ne è colpito, ma anche a livello psicologico e sociale per tutti – rincara la dose il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, lui stesso vittima di danneggiamenti e furti – non è possibile andare avanti in questo clima di apprensione continua. E a logorarci è anche la sensazione che molti reati restino impuniti, manca quella certezza della pena che invece ristabilirebbe l’ordine delle cose.

L’impressione è che la città, dopo la chiusura dei nostri locali, dalle 20 al mattino, sia lasciata in balia dell’illegalità e noi costretti ad assistere impotenti. Chiediamo che le istituzioni e le forze dell’ordine prendano in seria considerazione il nostro grido d’allarme, che è poi quello di tutti i cittadini per bene. Devono chiarire da che parte stanno e ristabilire la legalità con più azioni preventive e più presenza su strada di agenti in divisa”.

Oltre al presidente Cursano, alla conferenza stampa moderata dal direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni sono intervenuti a portare le loro testimonianze anche alcuni imprenditori del centro storico di recenti vittime di fatti criminosi: Maurizio Merico, titolare del Bar Arcobaleno in via Alamanni, Gualserio Zamperini, titolare del Gran Caffè San Marco in piazza San Marco, Andreina Mancini, titolare dell’Antica Pasticceria Sieni in via Sant’Antonino e Gennaro Fabbrocino, titolare del ristorante La Madia in via del Giglio. Presente ad ascoltarli anche l’assessore alla sicurezza urbana del Comune di Firenze Benedetta Albanese, che di recente ha convocato un tavolo aperto alle associazioni di categoria.

“Bisogna cambiare qualcosa nel modello di sicurezza attuale, le cose non funzionano ed è ora che “i piani alti” se ne accorgano” – ha detto Gualsiero Zamperini - Dopo i furti e tentativi di furto subiti, è venuta meno la mia serenità e la passione nel fare questo mestiere”. “Lavoro dal 1995 in un quartiere che amo profondamente, San Lorenzo – ha esordito Andreina Mancini - ma negli anni ho dovuto ridurre l’orario di apertura perché nelle fasce mattutine e serali girano persone poco raccomandabili e la paura è tanta, più per i miei dipendenti che per me, perché le reazioni dei malviventi spesso sono imprevedibili”.

Maurizio Merico si è definito “molto arrabbiato”: “ho finito la disponibilità a comprendere e la forza di andare avanti. È davvero desolante la sensazione che chi commette un crimine si senta così sicuro di poter agire indisturbato, con tutto il tempo a disposizione e senza neppure bisogno di coprirsi il volto”. Drammatico il racconto diGennaro Fabbrocino, “ho perso la voglia di denunciare, pare che non cambi nulla. Firenze è diventata una metropoli che ha bisogno di nuovi sistemi per garantire sicurezza ai cittadini.

E stupisce che sia proprio il centro storico a soffrire di più. Nella mia zona ci stiamo organizzando con il presidio di una guardia giurata ma non basta e poi non sarebbe compito nostro”.

“Crediamo nello Stato e nella legalità, per questo continueremo a denunciare tutti i fatti criminosi, anche perché è un’azione necessaria ad attivare le coperture assicurative. Ma le istituzioni e le forze dell’ordine devono prendere una posizione chiara e decisa e rispondere finalmente alla legittima domanda di sicurezza dei cittadini – hanno chiosato il presidente e il direttore di Confcommercio Toscana Aldo Cursano e Franco MarinoniTutti fanno il loro dovere: magistratura, forze dell’ordine, pubblica amministrazione, eppure qualcosa non funziona nel sistema e non ci interessano i rimpalli di responsabilità ma le soluzioni. Chiediamo che si agisca in fretta, prima che il perimetro del nostro scoramento si allarghi oltre misura”. 

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