Siena: il testamento spirituale di Padre Corrado

Il Cardinale Lojudice: "Le sue meditazioni e riflessioni attraversano tutta la vita del cristiano". È sepolto a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2021 17:58
Siena: il testamento spirituale di Padre Corrado

Mentre mi preparo a lasciare questa mia famiglia adorata che è in Siena, per rispondere “sì” alla volontà dei miei superiori, intendo consegnare nelle mani del mio figlio spirituale, Stefano Di Bello, parte del mio Diario (1979-1990). Desidero che ne sia lui il Custode […]. Se il Signore mi chiamerà, presto, tardi, non so, desidero che gli sia consegnato il resto che mi porto dietro, dall’anno 1991 in poi. […]. Non pretendo che siano scritte le mie memorie, ma solo che si leggano queste pagine semplici, fatte e composte di preghiere, riflessioni, meditazioni, articoli dati alla stampa, sfoghi e lamenti, affinché meglio comprendano quanto, al di là del mio caratteraccio, ho amato questo servizio pastorale nel quale tutti ho amato individualmente, personalmente con tutta la loro vicenda e storia umana.

[…]». Con queste parole, il 26 agosto 1998, Padre Corrado affidava il suo testamento spirituale che venerdì 10 dicembre 2021, a dieci anni dalla sua nascita al cielo, il Cardinale Augusto Paolo Lojudice e il Ministro Provinciale dei Cappuccini Toscani Padre Valerio Mauro, insieme al custode dei Diari, Stefano Di Bello, presenteranno alle ore 21.00 presso la Chiesa della Santissima Annunziata, in Piazza del Duomo a Siena.

«Le sue meditazioni e riflessioni, immagino scritte nella sua cella del Convento dei Cappuccini di Poggio al Vento a Siena e poi presso il Centro delle missioni cappuccine di Prato, attraversano tutta la vita del cristiano, le vicende umane e storiche, l’anno liturgico che qualifica il tempo, la vita francescana e cappuccina, l’amore sconfinato per i giovani e la missione, ma tratteggiano anche un Padre Corrado meno conosciuto: sono quelle scritte nel segreto delle ore necessarie della notte nelle quali emerge in modo commuovente il suo incessante desiderio, la sua sofferenza generatrice e la sua preghiera di riuscire ad amare tutti “fino in fondo” », afferma il Cardinale Lojudice.

BIOGRAFIA DI FR. CORRADO TRIVELLI DA LIVORNO

Tra i frati deceduti, il 22.11.2011, in Tanzania, nel clamoroso tragico incidente stradale, c’era anche lui: P. Corrado Trivelli da Livorno. Aveva celebrato da poco tempo il suo 50° di sacerdozio. La ricorrenza l’aveva riportato ad un riesame della propria vicenda esistenziale e sacerdotale. Il racconto, se si può parlare così, l’aveva portato ad un ripensamento-meditazione sulla propria vita. Un resoconto molto positivo. Fu un giorno felice e forse pensò nuovamente ai pochi giorni, che gli rimanevano da vivere, pur avendo raggiunto i 77 anni.

Quando indossò il saio cappuccino aveva 19 anni; era vissuto in una parrocchia retta dai Cappuccini e certamente il rapporto con quei frati ed il loro stile di vita non lo lasciarono indifferente: tra essi aveva scelto proprio il direttore spirituale ed a lui rimase sempre devotamente fedele. E P. Corrado fu, così, frate cappuccino! Lo fu con entusiasmo e assoluta fedeltà. Superato il corso degli studi (1962), gli furono affidati delicati e importanti compiti pastorali. Nel convento di Siena, dove fu inviato con il compito dell’assistenza all’Ordine Francescano Secolare, fece la prima impegnativa esperienza pastorale.

Avvertì subito la necessità di una specie di ri-fondazione del vecchio tronco del Terz’Ordine, con l’immissione di nuove energie e nuovi stili di vita. Cercò il contatto con i giovani. Fu una vera impresa apostolica, ma l’08 Dicembre 1962, con i primi 4 ragazzi, formò il primo nucleo della Gioventù Francescana. Fu il primo passo, ma quello decisivo. L’aver dato credito - 3 - ai giovani e l’aver scommesso sulla loro risposta, nonostante che il convento fosse, allora, in aperta campagna e alla periferia della città, fu una vera ‘carta vincente’.

I giovani vennero ed il gruppo si ingrossò e restò fedele, nonostante la crisi dell’associazionismo cattolico degli anni ’60-70’. La nuova “Fraternità” Francescana di Poggio al Vento si mantenne fedele e ferma alla promessa fatta. A confermare P. Corrado nella missione intrapresa, venne la chiamata al servizio di insegnante presso il Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Siena. Vi ha insegnato 30 anni! P. Corrado ha dichiarato che furono anni altamente positivi nella sua vita di sacerdote.

Coltivò rapporti cordiali, talora di forte amicizia, con il personale e prestò delicata attenzione alle nuove esigenze dei giovani, che, di anno in anno, gli trasmettevano il nuovo delle generazioni: imparò ad ascoltare con umiltà e a discernere i contenuti.

La parrocchia di “Poggio al Vento”

A Siena, intanto, anche il convento dei Cappuccini perse, pur lentamente, la sua “beata” solitudine. Intorno e vicino ad esso si era formato un vero quartiere di nuove famiglie. L’esigenza di una nuova chiesa parrocchiale si fece impellente. La presenza della chiesa dei Cappuccini suggerì, e non poteva essere diversamente, la sua elevazione a chiesa parrocchiale. Nacque la parrocchia di ‘Maria SS.ma Immacolata’ a Poggio al Vento (15.05.1969). P. Corrado ne fu il primo parroco, e fu immesso nel nuovo ufficio l’08.06.1969.

Non fu difficile per P. Corrado inserirsi nei nuovi compiti pastorali. La presenza della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, del gruppo della Gioventù Francescana resero particolarmente facile il passaggio alla nuova realtà ecclesiale. P. Corrado ricorderà con gratitudine la collaborazione ricevuta dai Terziari nelle varie attività pastorali, dalla catechesi alla carità, all’animazione liturgica, alle Missioni. - 4 - Resse la parrocchia di Poggio al Vento fino al 28.07.1998, quando fu nominato il successore.

L’Arcivescovo di Siena scrisse, in quell’occasione, di avere avuto in P. Corrado un ‘collaboratore qualificato e zelante’; come Vicario episcopale per la vita consacrata, gli riconobbe l’opera concreta svolta a ‘favorire la comunione e la collaborazione tra tutti i religiosi tra loro e con la diocesi’. Ma in modo speciale si sottolinea la sua pastorale fra i giovani, le sue iniziative ed esperienze in Tanzania con i campi-lavoro estivi per l’aiuto e la testimonianza di fraternità ai popoli del terzo mondo, presso i quali si è reso animatore di molte micro-realizzazioni in campo sanitario e socio-culturale.

È stata riconosciuta e sottolineata la sua piena integrazione nella realtà civile e sociale di Siena, non facile all’accoglienza di chi non sia nato dentro le mura. P. Corrado era riuscito a far parte di queste realtà, come amico di tante persone e animatore di un’intera comunità ecclesiale e civile.

Nell’attività missionaria

Nel Luglio 1998 P. Corrado fu chiamato all’assunzione di nuovi compiti ecclesiali: fu nominato “Segretario Provinciale per le missioni”. Se da una parte fu una nomina, che significava un distacco da Siena-Poggio al Vento, luogo, dove aveva realizzato il proprio sacerdozio, dall’altra gli offriva l’opportunità di realizzare, in qualche modo, la propria vocazione missionaria. Accolse la nomina con serenità, d’altra parte aveva sempre lavorato in sintonia con i suoi predecessori, di cui era stato, ripetutamente, ‘consigliere’.

Definì questa chiamata alla direzione del Segretariato come l’inizio di un ‘cammino entusiasmante. Compiuto con i parrocchiani, i gruppi giovanili, la GiFra e l’OFS’. La nomina a ‘Segretario Provinciale per le Missioni’, pur costringendolo a lasciare Siena, gli spalancava, in modo - 5 - pieno, il vasto campo dell’evangelizzazione assegnato alla sua Provincia religiosa: Tanzania, India, Golfo Arabico, Nigeria. Le esigenze erano diverse da luogo a luogo, e P. Corrado a tutte offrì una risposta adeguata.

Anche il lavoro nel segretariato era cambiato e dobbiamo riconoscere che seppe rispondere alle nuove esigenze con saggezza pastorale. A Prato sorsero gli ‘Incontri di formazione e di informazione missionaria’, diretti e animati, di volta in volta, da specialisti del settore e da interventi di missionari cappuccini toscani. Sotto l’aspetto dell’informazione fu valorizzata la rivista ‘Eco delle Missioni’, che cambiò e nella veste e nei contenuti specifici, nello stile e modi di presentarsi.

Riuscì a dotarla di un sito Internet. Nei 13 anni del suo mandato fu costantemente in contatto con i missionari dei vari luoghi; li visitò più volte; li accolse nella sede di Prato con squisita fraternità; li volle sempre vicini nei suoi ‘Incontri’ con la gente, soprattutto con i giovani. La sede pratese del Segretariato divenne, di anno in anno, centro qualificato di forte richiamo alla missionarietà, che, poi, trovò nei vari campi-lavoro organizzati e concretizzati una vera celebrazione.

P. Corrado ne fu un entusiasta promotore e un fervido animatore, insegnando a conciliare lavoro, carità e preghiera.

Negli ultimi anni P. Corrado conobbe anche il difficile insegnamento della malattia. Gli anni arrivarono e lo stato di salute ne fece le spese, indebolendosi. Nel Gennaio 2008 giunse a dettare il suo testamento: oggi, un documento di grande valenza autobiografica. Aveva passato i settanta anni e i primi cedimenti lo portarono ad uno sguardo francescano su quanto era successo. Vide la propria stagione esistenziale come una ‘meravigliosa esperienza’ e un’avventura meravigliosa per il Regno. Giungeva il momento, in cui la sua vicenda umana - 6 - veniva posta nell’orizzonte dell’immortalità.

P. Corrado si riprese e riprese il suo lavoro, con gli immancabili viaggi missionari fino a quello in Tanzania, iniziato il 15 Novembre 2011. Forse, questa volta, non partì con l’entusiasmo del passato: la salute era in uno stato di precarietà, l’età avanzata (77 anni). È stato detto che qualcuno l’abbia consigliato a non partire! Il 22 Novembre successe l’irreparabile: l’auto, in cui viaggiava con il Ministro Provinciale, il giovane ‘volontario’ e il missionario autista, fu coinvolta in un tragico incidente, in cui tutti gli occupanti persero la vita.

Dopo la celebrazione del funerale nella chiesa dei cappuccini di Msimbazi (Dar Es Salaam), la salma di P. Corrado e quelle dei confratelli deceduti furono trasferite in Italia. Arrivarono a Firenze (Montughi) nella tarda serata del 29 Novembre. La mattina seguente (30 Nov.) le salme furono trasferite nella Basilica fiorentina di S. Croce, ove fu celebrato il funerale. Fu presieduto dall’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, partecipato da 13 vescovi, dal Ministro Generale dei Cappuccini e concelebrato da oltre 300 sacerdoti.

La salma di P. Corrado, quindi, è stata trasferita al Cimitero fiorentino di Trespiano, dove, il giorno seguente (01.12.2011), è stata tumulata nella cappella dei Cappuccini.

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