Si estende la pista ciclabile di via Erbosa

Approvato dalla giunta il progetto di collegamento con il futuro itinerario lungo la tramvia. Via libera anche alla riqualificazione del percorso tra via Pascoli e via Mafalda di Savoia. Ciclisti comunque irritati dalle continue interruzioni per cantieri stradali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2020 18:25
Si estende la pista ciclabile di via Erbosa

Prosegue l’impegno dell’Amministrazione comunale per la mobilità ciclabile. La giunta comunale nell’ultima seduta ha infatti dato il via libera alla realizzazione di una nuova pista ciclabile in via Erbosa. E nel pacchetto sono comprese anche l’estensione e la riqualificazione del percorso ciclabile in via Pascoli-via Mafalda di Savoia. Il tutto per un investimento di poco più di 36 0mila euro. 

“Si conferma ancora una volta l’attenzione dell’Amministrazione per la mobilità sostenibile e in particolare per quella ciclabile - sottolinea l’assessore alla Mobilità Stefano Giorgetti- Il nuovo tratto di via Erbosa insieme alla futura pista ciclabile prevista dal progetto della linea tranviaria per Bagno a Ripoli su viale Europa consente il collegamento tra il centro di Firenze e la zona sud che sarà servita dalla tramvia. Gli interventi in zona Mafalda di Savoia puntano invece alla riqualificazione del percorso esistente che collega via Pascoli al retro del Parterre”.

Per quanto riguarda via Erbosa il progetto è finalizzato al completamento del collegamento tra il centro di Firenze e Bagno a Ripoli con l’estensione del percorso ciclabile attualmente esistente nella stessa via (tra piazza Dresda e via Datini) fino a raggiungere viale Europa. La nuova pista ciclabile sarà realizzata nel tratto da viale Europa a via Datini, lato viale Europa. Sarà a doppio senso in sede protetta e si collegherà a quella su viale Europa prevista nell’ambito della linea tranviaria piazza della Libertà-Bagno a Ripoli.

Nella riorganizzazione legata ai lavori saranno incrementati gli stalli di sosta per le auto (4 in più) mentre i posti per i motorini rimarranno invariati. Nell’occasione gli attraversamenti pedonali saranno rifatti e integrati con il sistema Loges Vet Evolution per i non vedenti. Il secondo pacchetto di interventi prevede la riqualificazione del percorso di via Giovanni Pascoli-largo Adone Zoli-via Mafalda di Savoia. L’obiettivo è creare un itinerario ciclabile continuo attraverso la realizzazione di un raccordo efficiente tra la pista ciclabile di viale Don Minzoni e la pista ciclabile di prossima realizzazione di via del Ponte Rosso, migliorando la connessione dei percorsi esistenti.

Quindi in concreto sarà rivisto il raccordo ciclabile dell’intersezione tra via Masaccio-viale Don Minzoni-via Pascoli compreso il raccordo alla piste esistenti; sarà realizzata una nuova pista in sede propria in via Pascoli; sarà migliorata la percorribilità dell’area ad uso promiscuo di largo Zoli con alcune opere edili e stradali; previsti anche adeguamenti della pista su via Mafalda di Savoia e all’impianto semaforico tra via Masaccio-via Pascoli-viale Don Minzoni.

Da segnalare infine la sostituzione delle vecchie rastrelliere con nuovi dispositivi modello “Firenze”.

Tuttavia la macchina comunale non sembra in grado di comprendere le esigenze di chi pedala quotidianamente. Lo sostiene FIAB Firenze Ciclabile, che torna a chiedere l'istituzione di un "Ufficio bici", con risorse proprie e personale formato, che sovrintenda a tutto quello che riguarda la mobilità ciclabile compresa la gestione dei cantieri: "Un'altra pista ciclabile interrotta per un cantiere stradale, un problema di vecchia data da risolvere subito. Urge un protocollo che regoli una volta e per tutte la chiusura degli itinerari ciclabili e l'istituzione dei relativi percorsi alternativi. Lungarno Corsini, 250 mt.

essenziali per l'attraversamento del centro già revocati da luglio ad ottobre per il rifacimento della spalletta sull'Arno, è di nuovo chiuso alle bici a causa di un cantiere di circa 10 metri all’angolo con Ponte alla Carraia per l'installazione di una porta telematica. Anziché ottimizzare l’occupazione dello spazio creando ad esempio un pezzetto di ciclopedonale sul marciapiede con due rampe all’altezza del cantiere si è scelta la soluzione facile ma più penalizzante per i tanti ciclisti che usano questa pista.

Il cartello piazzato di lato indica una generica chiusura, senza però specificare a che altezza; in questo modo chi proviene dal lato di Ponte S. Trinita vede la pista libera e percorribile, salvo poi trovarsi bloccato in fondo dal cantiere e lì si arrangia… Si tratta solo dell'ultimo di una lunghissima serie di casi, molti dei quali da noi documentati e segnalati, in cui le piste ciclabili vengono chiuse con estrema facilità e superficialità a causa di cantieri senza predisporre soluzioni alternative.

Utenti della strada chiaramente considerati di serie B, quando invece è rilevante e unanimemente riconosciuto il ruolo svolto dai ciclisti urbani per alleggerire il traffico motorizzato e la pressione sui mezzi pubblici specialmente nell’attuale momento di pandemia".

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