Editorialista e scrittore, opinionista e conduttore televisivo, Beppe Severgnini approda venerdì 21 novembre al Teatro Puccini di Firenze con lo spettacolo “L'arte di invecchiare con filosofia”.
Con l’aiuto di una nipotina di tre anni che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa, invitandoci a «indossare con eleganza la propria età». Perché c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento: non di anziani insopportabili. Agata non sarà sul palco (ha impegni professionali all’asilo Montessori), ma la sua vivacità e il suo sguardo aiuteranno il nonno a raccontare, con serenità e ironia, gli anni complicati che stiamo attraversando.La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo.
Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire.Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. Beppe Severgnini invita a comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. «Cosa diranno di noi dipende da noi», spiega l’autore sul palco.
«Le cose per cui verremo ricordati non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste».Il racconto teatrale parte dal bestseller “Socrate, Agata e il futuro”, ma va oltre. Inizia da un esilarante questionario (“Che anziano stai diventando?”), comprende letture e racconti (ah, quella conferenza all’asilo-nido!) e si avvale della musica del White Socks Quintet: Massimo al pianoforte, Iacopo al basso tuba, Alessio al clarinetto e sax, Claudio alla batteria e Romina (la figlia di Massimo) alla voce.
Amici fiorentini sessantenni che si ritrovano dopo molti anni dagli esordi nella storica banda di Campi Bisenzio. Elegante nell’abito da sera (eh sì, con i calzini bianchi!), divertente e imprevedibile, il White Socks Quintet accompagna, con la musica dixieland, un racconto senza tempo.I biglietti (posti numerati da 28,70 a 34,50 euro) sono disponibili online su www.ticketone.it e sul sito del teatro www.teatropuccini.it, oltre che nei punti prevendita di Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita).BEPPE SEVERGNINI è editorialista del “Corriere della Sera”, dove ha creato “Italians” e diretto il settimanale “7”.
Opinion writer per “The New York Times” dal 2013 al 2021, è stato corrispondente in Italia per “The Economist”. È autore di molti bestseller: il primo è Inglesi (1990), il più recente Neoitaliani (2020), pubblicato negli USA col titolo Italian Lessons (2022). La Bella Figura (2006) – traduzione di La testa degli italiani (2005) – è diventato un New York Times bestseller. Tutti i suoi titoli sono disponibili in BUR. È sposato con Ortensia. Il figlio Antonio e Benedetta gli affidano volentieri Agata, che provvede all’educazione del noi.