Servizi Sociali: il M5S in guerra contro il Comune di Firenze

Le consigliere grilline denunciano l'insoddisfazione di alcuni utenti dell'Inclusione sociale, ma violano la privacy degli stessi pubblicandone l'identità

Nicola
Nicola Novelli
10 febbraio 2016 22:13
Servizi Sociali: il M5S in guerra contro il Comune di Firenze

Tre esposti contro l'assessore al Welfare, Sara Funaro che non obbliga i servizi sociali ad accettare le richieste di intervento dei cittadini che vi si rivolgono. E' l'iniziativa extra-politica a cui si sono spinte nelle settimane scorse le consigliere del Movimento 5 Stelle a Palazzo Vecchio.

Inizialmente avevano chiesto di discutere la questione privata di un cittadino non autosufficiente che vive in un camper, anziché nelle strutture di accoglienza, con l'assessore e la vice-sindaco, che avevano però obiettato di non poterle ricevere sulla questione specifica, poiché non dotate della titolarità. A novembre e dicembre le consigliere M5S hanno fatto altre richieste di intervento e poi hanno deciso di denunciare i casi alla Procura.

"Non si possono lasciare le persone indifese in stato di bisogno" è la loro motivazione. Ignorano le consigliere del M5S quali siano le procedure di aiuto dei servizi sociali, quanti siano i cittadini in stato di bisogno a Firenze e quante siano le situazioni gestite dalle strutture pubbliche in proporzione alla popolazione. Come ignorano le norme a cui devono sottostare le istituzioni pubbliche. E se le loro interrogazioni in Consiglio non sortiscono l'esito atteso, minacciano: "Ci saranno persone costrette a gesti disperati se non si provvede in qualche modo".

È inutile parlare di procedure, di standard comunitari, di approccio scientifico, di deontologia professionale, di rispetto delle competenze. La veemente passione che anima le due consigliere le spinge sino agli esposti in Procura nei confronti della pubblica amministrazione.

Il culmine è stato raggiunto nei giorni scorsi da Silvia Noferi, che ha chiesto all'ufficio stampa di Palazzo Vecchio di diffondere un proprio comunicato (fortunatamente non considerato dalla maggior parte delle redazioni fiorentine) in cui, violando ancor la privacy, pubblica nome di un cittadino in stato di bisogno e le specifiche problematiche personali. Come nel caso degli esposti precedenti il M5S, nell'intento di aiutare persone in difficoltà, consente la loro identificazione pubblica e quella dei familiari. Il comunicato prosegue prendendosela con il dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Firenze, e con l’assistente sociale responsabile, anche loro additati con nome e cognome. Questa la misura del rispetto che il partito fondato da Beppe Grillo avrebbe dei dipendenti comunali se vincesse le elezioni.

Qual'è la colpa dei funzionari comunali? "Il responsabile si è inventato che io, consigliere comunale, non potevo assistere al colloquio, come gli ha suggerito il Segretario Generale del Comune di Firenze sentito al telefono per l’occasione" Spiega la consigliera del Movimento 5 Stelle. Mai sentito parlare di tutela della riservatezza, o di titolarità giuridica? Probabilmente no, visto che la Noferi non crede nemmeno alla risposta scritta dell’assessore al Welfare Sara Funaro che garantisce la “già presa in carico dai Servizi Sociali”. Sembra una barzelletta -parafrasando la stessa Noferi- ma forse è il caso di preoccuparsi.

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