​Saponara, tra rimpianti futuri e certezze presenti

Possedere un talento, si sa, non è garanzia di realizzazione certa nella vita. Quando poi questo talento è applicabile allo sport, e al calcio in particolar modo, la concorrenza diventa spietata.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2015 15:38
​Saponara, tra rimpianti futuri e certezze presenti

Basta un passo falso, una giornata storta o una dichiarazione fuori luogo per avallare la suddetta tesi ed essere messo da parte. In Italia gli esempi sono davvero numerosi, ma c’è da fare un distinguo necessario, che dipende soprattutto dal contesto.

Prendiamo Giovinco, attaccante “nato” nelle fila della Juventus, ma mai affermatosi in terra italiana. Gli è bastato trasferirsi oltreoceano, precisamente al Toronto, per trovare la giusta strada, il che però non vuol dire che sia un talento perso ma semplicemente che, nel contesto giusto, i tasselli ritrovano la loro perfetta collocazione.

Ora invece è il turno di Riccardo Saponara, giocatore che sta facendo parlare molto di sé. O meglio, sono gli addetti ai lavori che parlano e discutono del centrocampista che attualmente milita nell’Empoli. Il motivo è molto semplice, ed è strettamente legato al Milan, squadra che ha posseduto metà del suo cartellino.

Facciamo un breve viaggio nella carriera di Saponara, che nasce a Forlì nel 1991 e si fa le ossa prima nella Sammartinese, poi nel Ravenna e infine nell’Empoli che lo acquista nel 2010 per 500.00 euro. Gioca titolare, segna e si fa notare per alcune spiccate caratteristiche: nasce trequartista, e all’occorrenza lo si vede anche sulla fascia destra; ottima visione di gioco, piedi educati, propensione al gol.

IL RAPPORTO COL MILAN

Riccardo cresce e viene notato da diversi club importanti, tra cui il Milan. La società rossonera corteggia il ragazzo per diverso tempo fino a quando non ottiene la comproprietà del cartellino, acquistandolo il 21 gennaio del 2013 per 3,8 mln di euro. Il Milan non attraversava un bel periodo, anzi era all’inizio di quella salita impervia che non ha ancora una fine. Saponara arriva, si allena ma non gioca. Massimiliano Allegri, all’epoca ancora allenatore del Milan, gli preferisce altro.

Prima Emanuelson, poi Kakà, poi i problemi di un gruppo per nulla integrato gli chiudono l’accesso a una maglia da titolare. Gioca col contagocce, e parte titolare solo nel derby del 22 dicembre perso per 1-0. Fa vedere solo sprazzi di ciò che potenzialmente è in grado di fare, ma questo basta per rispedirlo all’Empoli. Nel frattempo i rossoneri hanno acquistato l’intero costo del cartellino.

Cambia la guida tecnica per ben 2 volte - prima Inzaghi ora Mihajlovic-, ma è la società stessa a non prevedere l’utilizzo di un giovane trequartista in quello che è stato sbandierato come “nuovo progetto Milan”. Particolare alquanto curioso, tra le altre cose, visto che la squadra milanese è l’unica in Italia tra le big a schierare, in questa stagione, almeno 8 italiani su 11, sulla scia del desiderio di Silvio Berlusconi che aveva chiesto esplicitamente un Milan tutto italiano.

I NUMERI DI SAPONARA

E allora c’è da capire che tipo di “problema” si è avuto con Saponara, considerando l’ottima esperienza che sta vivendo con la squadra toscana, di cui è diventato uno dei punti fermi. Undici reti in 25 presenze, senza contare i vari assist piazzati, non sono poca roba. E già c’è chi si mangia le mani, soprattutto in via Aldo Rossi. Il Milan, infatti, fino ad ora è stato piuttosto deludente in campionato e sono vari i siti specializzati che prefigurano un inverno tutt’altro che facile per i rossoneri, con le scommesse sportive di GazzaBet che quotano i ragazzi di Mihajolovic dietro addirittura la Fiorentina come possibile vincitrice dello scudetto. Ed è per questa ragione che più di un dirigente al Milan sta realizzando che la cessione di Saponara, che nel frattempo è diventata definitiva, sia stata una mossa tutt’altro che saggia.

Cresce il ragazzo, crescono le sue prestazioni e, com’era facile prevedere, cresce il suo valore sul mercato, arrivato intorno ai 12 mln di euro. E si fa conoscere per quello che è, coi fatti: un ragazzo di 24 anni con le sembianze di uno stacanovista. Lo dicono chi gli sta intorno: Riccardo alle 10 di mattina arriva prima di tutti e comincia ad allenarsi. Stessa cosa la sera: quando tutti sono davanti alla TV, lui è in palestra che fa esercizi di visualizzazione, che consistono nel guadare all’azione giocatori ai quali si ispira.

Probabilmente siamo di fronte a un’eccezione, a un ’91 che fa del suo lavoro una cosa seria, senza perdersi tra fronzoli o gossip, buoni solo per riempire le pagine dei giornali e dei siti che vivono di scoop di bassa lega. Un professionista che si ispira a vari esempi e bandiere del passato, uno che non ha mai avuto una sola parola di rancore nei confronti del Milan che lo ha bellamente scaricato.

LE SIRENE DEL CALCIO CHE CONTA

E si sta facendo conoscere non solo in Italia, ma anche all’estero. Su di lui hanno puntato gli occhi club come il Liverpool, ma è la Juventus quella sempre più interessata al ragazzo. La società bianconera ha attivato il suo radar già dall’estate scorsa, durante la sessione del mercato, e non lo ha mai più spento. Lo vorrebbe per intero, comprando cioè tutto il cartellino, una cui parte andrà nelle casse del Milan.

Ma attenzione anche al Napoli, che ha in Maurizio Sarri il vero “demiurgo” di Saponara, quel mister che ha tanto creduto in lui la scorsa stagione senza rimanere deluso e avendo come risposta la maturazione ormai definitiva di un trequartista diventato faro anche della nazionale under 21.

In poche parole: se Saponara diventerà un campione affermato è ancora presto per dirlo, ma di sicuro ci ritroviamo di fronte a un giocatore anomalo, quasi “antico” sotto certi aspetti. Chiudiamo con una bellissima metafora scritta da un tifoso milanista trovata in giro per il web: “Saponara è come una ragazza che non riesci ad amare subito, ma che quando la lasci sai di aver perso la donna della tua vita”

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