La giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, il protocollo d’intesa sulla somministrazione di lavoro all’interno delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale. Il documento è il risultato di un confronto costruttivo e partecipato con le organizzazioni sindacali confederali di categoria della Toscana.
Il protocollo, che introduce garanzie a tutela dei lavoratori in somministrazione riconoscendone il ruolo nel funzionamento del sistema sanitario regionale, sarà sottoscritto da Regione Toscana, Estar (ente tecnico di supporto della Regione) e organizzazioni sindacali.
“La Toscana è la Regione con il più alto tasso di lavoratori con contratti a tempo indeterminato e anche laddove si presenta l’esigenza specifica di lavoro somministrato puntiamo al massimo delle garanzie e delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici – spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini –. Ringrazio le organizzazioni conferederali con le quali, su questo tema, abbiamo avuto un confronto proficuo”.
Nell’intesa si riconosce la parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori somministrati e dipendenti diretti delle aziende sanitarie, si specifica che la somministrazione di lavoro sia da utilizzare esclusivamente per esigenze temporanee o eccezionali, che la durata minima dei contratti sia trimestrale e che la comunicazione dell’eventuale rinnovo della missione debba avvenire con almeno quindici giorni di anticipo rispetto alla scadenza.
Al centro del protocollo pure il tema dell’accesso alla formazione continua anche per i lavoratori somministrati, al fine di mantenerne elevate le competenze e l’occupabilità, ed il riconoscimento del servizio prestato nei concorsi pubblici, con attribuzione del punteggio fino all’85% di quello riconosciuto ai lavoratori dipendenti e non inferiore al 75%. Infine nei capitolati per l’affidamento di servizio di somministrazione di lavoro dovrà essere inserita la clausola sociale con parità di condizioni prestazionali ed economiche in caso di aggiudicazione a nuovo appaltatore. Tra i punti qualificanti dell’accordo:
- Parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori somministrati e dipendenti diretti delle aziende sanitarie, come previsto dal CCNL della Sanità Pubblica e dalla contrattazione aziendale, dove previsto;
- Obbligo per le aziende di utilizzare la somministrazione solo per esigenze realmente temporanee o eccezionali, contrastando l’abuso di tale strumento come forma di precariato sistemico.
- Durata minima trimestrale dei contratti di somministrazione e comunicazione dell’eventuale rinnovo della missione con un anticipo di almeno 15 giorni rispetto alla scadenza.
- Accesso alla formazione continua anche per i lavoratori somministrati, grazie alla sinergia tra strumenti aziendali e fondi della contrattazione collettiva di settore.
- Tutela della continuità lavorativa in caso di maternità o malattia, tramite adeguate clausole contrattuali da inserire nei bandi ESTAR.
- Riconoscimento del servizio prestato in somministrazione nei concorsi pubblici, con attribuzione di punteggio fino all’85% di quello riconosciuto ai lavoratori dipendenti e non inferiore al 75%.
- Introduzione della clausola sociale nei capitolati di gara, per garantire la continuità occupazionale in caso di cambio appaltatore.
“Questo protocollo è il risultato di una visione sindacale inclusiva e di una contrattazione che mette al centro le persone, i diritti e la qualità del lavoro – dichiarano FP CGIL Toscana e NIdiL CGIL Firenze –. Abbiamo ottenuto misure concrete per contrastare la precarietà, dare valore al lavoro e riconoscere la professionalità di chi ogni giorno, anche con contratti meno stabili, contribuisce a garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”. Aggiungono le due sigle: “La CGIL continuerà a vigilare sull’applicazione dell’accordo e, come previsto dal protocollo stesso, sarà pronta a richiedere l’attivazione di tavoli di confronto e raffreddamento in caso di mancati adempimenti da parte delle aziende o delle agenzie. Un primo passo importante verso l’inclusione, la stabilizzazione e il riconoscimento pieno dei diritti nel lavoro pubblico e nei servizi essenziali”.
Per la Cisl Fp Toscana e per la Felsa Cisl Toscana questa intesa rappresenta un importante traguardo:“Abbiamo voluto fortemente questo protocollo per tutelare dignità, diritti e futuro di centinaia di lavoratori e lavoratrici che, pur operando in condizioni spesso precarie, contribuiscono ogni giorno al funzionamento della sanità toscana. Per noi questo protocollo rappresenta un punto di partenza e non un punto di arrivo e ci aspettiamo in futuro di trattare gli ulteriori temi legati alla continuità occupazionale e all’uso strategico della somministrazione nonché di una ulteriore valorizzazione delle competenze acquisite ed esperienza maturata anche tramite il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro” dicono i segretari regionali Andrea Nerini (Cisl Fp) e Alessio Nasoni (Felsa Cisl).L’accordo sarà oggetto di monitoraggio annuale, e in caso di mancati adempimenti da parte delle aziende o delle agenzie, potrà essere richiesto un tavolo di raffreddamento sindacale, come previsto dalla Delibera Regionale 143/2023.