L’indagine, condotta tra aprile e giugno attraverso metodologie miste, ha coinvolto un campione rappresentativo: 1.000 persone per ogni Regione e 600 per ciascun Comune, selezionate in base a genere, età e residenza.
Dall’indagine emerge una tendenza generale al calo del consenso rispetto all’esito elettorale, anche tra i primi in classifica. I cittadini si rivolgono ai sindaci e ai presidenti come punti di riferimento immediati, quando qualcosa non funziona a livello locale, la responsabilità viene imputata direttamente a loro.
Il Governance Poll si conferma uno strumento utile per leggere il clima politico locale e regionale, misurando non solo la popolarità degli amministratori ma anche la fiducia nei confronti delle istituzioni più vicine ai cittadini. In un contesto nazionale sempre più assorbito da temi internazionali, restano sindaci e governatori a incarnare l’interfaccia concreta tra politica e territorio.
Il vertice della classifica 2025 dei sindaci più apprezzati d’Italia incorona per la prima volta un esponente di Fratelli d’Italia. Marco Fioravanti, primo cittadino di Ascoli Piceno, conquista la vetta con un consenso del 70%. Al secondo mandato, riconfermato nel 2024 con un risultato plebiscitario, Fioravanti raccoglie i frutti di una gestione amministrativa che, secondo i cittadini, ha saputo conciliare visione strategica e attenzione ai bisogni quotidiani della comunità.
Subito dopo di lui, il centrosinistra si impone nelle posizioni più alte con quattro sindaci in rapida successione: Michele Guerra, giovane e dinamico sindaco di Parma, ottiene il 65%, seguito da Vito Leccese a Bari (61%), e da un ex ministro dell’Università come Gaetano Manfredi, oggi alla guida di Napoli, e Mattia Palazzi, riconfermato a Mantova, entrambi al 60%.
A completare il gruppo dei migliori troviamo un interessante mix politico. Alla quinta posizione, a pari merito, ci sono Paolo Calcinaro, sindaco civico di Fermo apprezzato per il suo pragmatismo, Mario Conte (Treviso), esponente della Lega con una solida base territoriale, e Pierluigi Biondi (L’Aquila), anche lui di area centrodestra. Tre profili diversi per percorso e orientamento politico, ma accomunati da una gestione percepita come vicina alla cittadinanza e attenta all’efficienza.
La nona posizione è invece un “condominio” condiviso da ben sette sindaci che ottengono ciascuno il 59% delle preferenze. Si tratta di figure molto eterogenee per storia politica e contesto amministrativo: da Beppe Sala, volto noto e simbolo di Milano metropolitana, a Massimo Mezzetti, da poco alla guida di Modena; da Alan Fabbri, sindaco leghista di Ferrara, a Clemente Mastella, veterano della politica e sindaco di Benevento. A completare il gruppo troviamo Valeria Cittadini (Rovigo), Jamil Sadegholvaad (Rimini) e Chiara Frontini (Viterbo), tutti accomunati da un consenso che sfiora il 60%.
E i sindaci toscani? Sono tutti nel gruppo alle spalle del gruppo dei migliori. Tomasi si conferma il miglior sindaco toscano con un gradimento del 57%, seguito da Pardini (Lucca), Fabio (Siena), Conti (Pisa), Persiani (Massa), Funaro (Firenze), Salvetti (Livorno), Colonna (Grosseto) e Ghinelli (Arezzo), tutti con un gradimento tra il 55% e il 50%.
La parte bassa della classifica continua a essere occupata in prevalenza da sindaci di grandi città del Mezzogiorno. Un segnale che riflette problemi strutturali non nuovi: carenze croniche di bilancio, servizi pubblici in affanno, emergenze urbanistiche e sociali che spesso minano la fiducia dei cittadini verso chi governa a livello municipale.