Rossi contro Confindustria: no a un governo "maggiordomo"

Il governatore toscano su Facebook auspica un “nuovo patto tra istituzioni e forze sociali, imprese e lavoratori, per lo sviluppo, per aumentare la produttività e l’occupazione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2020 10:29
Rossi contro Confindustria: no a un governo

In un lungo post su Facebook di stamani presto, il governatore toscano se la prende con Confindustria e invita il governo a non cedere ad alcune richieste del presidente Bonomi. Eccp le parole di Enrico Rossi sulla propria pagina ufficiale del social network.

"Gli “ingenerosi”, come direbbe Gualtieri, vorrebbero uno Stato “maggiordomo” al loro servizio.Il premier Conte, per non sentirsi dire di no alla sua proposta di un “patto sociale che renda l’Italia più moderna e più giusta”, promette a Confindustria nazionale che il governo è “disposto ad intervenire in punta di piedi quando c’è da aiutare le aziende”.Tradotto, vuol dire che il governo è disposto a dare altri soldi senza porre nessuna condizione. È un errore, perché i finanziamenti pubblici andrebbero dati alle imprese che investono e che mantengono o aumentano l’occupazione.Tuttavia neppure questa promessa e questa arrendevolezza del governo bastano a soddisfare il capo di Confindustria nazionale che infatti accresce le critiche e chiede ancora più soldi.In realtà Bonomi, l’uomo per cui “la politica ha fatto più danno del Covid”, ha insistito soprattutto sulle critiche al governo.

L’impressione è che di fronte alla ingente massa di fondi europei che arriveranno in italia, l’idea sia di avere un governo “maggiordomo”, pronto a servirli in silenzio alle aziende.Non è così che si rilancerà il Paese.Il rischio è che prevalgano dovunque gli interessi di parte e corporativi, senza una strategia comune e una visione del futuro.Se prevarrà questa politica a pagare saranno i ceti sociali più deboli e i giovani in particolare.Chi più ha, chi in questi anni ha potuto realizzare profitti, non chieda soltanto altri finanziamenti allo Stato ma si impegni anche a utilizzarli per fare investimenti e per il lavoro e si interroghi anche su cosa può fare per dare un contributo a risollevare il Paese.Il governo non perda altro tempo, abbia uno scatto di orgoglio e si assuma la responsabilità di presentare un programma concreto, un “nuovo patto” tra istituzioni e forze sociali, imprese e lavoratori, per lo sviluppo, per aumentare la produttività e l’occupazione.

Leggo inoltre che Conte, sempre per ingraziarsi Bonomi, avrebbe detto di condividere Milton Friedman, l’ideologo liberista, secondo cui “l’obiettivo dell’impresa è produrre guadagno”.Mi pare che la nostra Costituzione dica diversamente e che le idee di Friedman, che hanno influenzato le politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, siano ormai vecchie e superate da una concezione che sottolinea la responsabilità sociale e ambientale dell’impresa stessa e che prevede un ruolo dello Stato più protagonista e attivo nell’economia.Attenzione, direbbe Keynes, a non essere “schiavi di qualche economista defunto”.

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