Ricerca Monna Lisa, prelievo del DNA in Santissima Annunziata

Nuova ipotesi: la Cappella dei Martiri accoglie anche i resti di Lisa Gherardini?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 aprile 2014 13:52
Ricerca Monna Lisa, prelievo del DNA in Santissima Annunziata

Martedì 29 aprile 2014, alle ore 11.00, nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze, verranno effettuate le operazioni per consentire il prelievo del Dna dai resti mortali custoditi nella Cappella dei Martiri che accoglie i familiari di Lisa Gherardini del Giocondo, detta Monna Lisa.

I prelievi verranno realizzati alla presenza del prof. Giorgio Gruppioni, responsabile del laboratorio di Antropologia ossea della Università di Bologna (sede di Ravenna); del prof. Antonio Moretti della Università dell’Aquila e dello staff scientifico del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali che ha svolto in modo autonomo la ricerca dei resti della Monna Lisa.

Sulla base dei documenti storici, oltre ai resti di Francesco del Giocondo (marito di Lisa Gherardini), la tomba di famiglia dovrebbe contenere anche le spoglie mortali del figlio Bartolomeo, avuto con la prima moglie. Inoltre vi dovrebbe essere sepolto anche il figlio Piero, avuto da Francesco Del Giocondo con Lisa Gherardini, la modella usata da Leonardo per il suo celeberrimo quadro.

Una volta prelevati i resti mortali verranno trasferiti all’Università di Bologna, dove si procederà a verificare l’ipotesi che nella Cappella dei Martiri, contrariamente a quanto creduto finora, siano custoditi anche i resti della stessa Monna Lisa. Contemporaneamente sarà messo a confronto il Dna dei resti prelevati nella Basilica della SS Annunziata con quelli ritrovati durante la campagna archeologica svolta dalla Provincia di Firenze in vista del recupero edilizio del complesso di Sant’Orsola. Il confronto del Dna riguarderà alcuni reperti ossei rivenuti nell’ex convento di Sant’Orsola, in particolare con quelli ritenuti compatibili con l’età di morte di Lisa Gherardini e sui quali non è stato possibile effettuare l’esame del carbonio 14.

“Con i prelievi dei resti mortali dei discendenti della Gioconda entriamo nella fase centrale della nostra lunga e complessa ricerca – ha commentato Silvano Vinceti, responsabile del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici Culturali e Ambientali - . Diverse sono le incognite che abbiamo di fronte: non sappiamo l’effettivo stato di conservazione dei resti mortali, quali difficoltà incontreremo per l’estrazione del Dna, ma questo è il fascino e il rischio presente in ogni ricerca difficile e ricca di incognite”.

“Con i risultati degli esami di Bologna – continua Vinceti - si potrà a verificare la possibilità che fra questi resti della SS Annunziata possano esserci anche quelli della Lisa Gherardini. Sappiamo che verso la metà del seicento vi fu una radicale ristrutturazione della chiesetta di San. Orsola dove venne sepolta Lisa Gherardini e non si può escludere che i suoi resti mortali possano essere stati trasferiti nella tomba di famiglia, ecco perché si procederà ad esaminare il Dna di tutti i resti mortali che verranno prelevati dalla cappella di famiglia e compararli tra di loro. Vi potrebbe essere una sorpresa inaspettata che una ricerca seria non può escludere”.

Novità su Leonardo arrivano dal nord Italia: Ernesto Solari, artista e studioso esperto di Leonardo, ha presentato alla stampa le sue ultime scoperte leonardesche.

La prima opera è un curioso e anomalo disegno che Solari ritiene di poter considerare l’originale leonardesco di un’opera già conosciuta, che si conserva agli Uffizi, ed è attribuita ad un allievo. Secondo Solari questo disegno è certamente di scuola leonardesca ma, visti gli indizi emersi e i risultati degli esami effettuati, egli ritiene possa trattarsi di opera attribuibile a Leonardo e scuola.

La seconda opera è un capolavoro assoluto, la cui attribuzione a Leonardo è pressoché certa per la sua bellezza, per il fascino che sa suscitare, per l’esito coerente degli esami effettuati e per il carattere molto privato, quasi familiare, che l’opera evidenzia. Si tratta di una splendida terracotta, probabilmente la prima ed unica a poter essere attribuita al Maestro. Questa certezza deriva dagli esami effettuati, dal periodo d’esecuzione che coinciderebbe con l’età del Salaì in esso raffigurato.

E’ ritrovata anche una descrizione dell’epoca di un’opera che presenterebbe le stesse caratteristiche fisionomiche ed espressive, nonché tecniche, secondo la visione piuttosto classicheggiante del “puer et senex” alla quale Leonardo era particolarmente legato. Sembra che la testa in terracotta, raffigurante un Cristo fanciullo, di cui ha fatto, in più occasioni, una precisa descrizione colui che ne era venuto in possesso, il pittore Paolo Lomazzo, possa avere avuto come modello proprio lo stesso Salaì, il figlioccio adottivo del Vinciano.

Nel corso dell’incontro Solari ha mostrato le immagini assolutamente inedite delle due opere. L’artista ha presentato anche i risultati dei suoi studi più recenti relativi ad opere leonardesche quali lo studio di Sant’Anna e il ritratto di Isabella d’Este ritrovato tre anni fa in Svizzera dallo stesso Solari e poi confermato dal Prof. Carlo Pedretti. Di quest’ultima opera Solari mostrerà alcuni risultati tecnico-scientifici rispondendo alle obiezioni, avanzate a suo tempo dagli studiosi Kemp e Marani, che erano state formulate sulla base degli scarsi elementi di cui erano venuti in possesso.

L’incontro è l’ultimo di una serie di appuntamenti con l’artista che hanno accompagnato la mostra antologica di Solari “Il Viaggio dell’Anima” in corso al Palazzo del Broletto di Como: l’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 27 aprile con ingresso liberohttp://www.museosolari.net/

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