Seggi nella giornata di sabato regolarmente costituiti e il 12 e 13 ottobre si vota. Sono circa 3 milioni - per l’esattezza 3.007.106 - i toscani che domani e dopodomani saranno chiamati alle urne per eleggere il presidente della Toscana e i 40 consiglieri della Regione. O meglio questi sono i toscani - compresi oltre 203 mila che vivono all’estero, cresciuti non poco negli ultimi anni - iscritti nelle liste elettorali al 27 settembre scorso, ultima revisione prima del voto. I diciottenni sono circa 17 mila.
I toscani che vivono all’estero (od anche in un’altra regione) dovranno tornare a casa se vorranno votare. Sono previsti rimborsi per il viaggio: fino a 103 euro per chi arriva da un Paese europeo, 206 per chi si muove da un altro continente, autostrade gratuite ed agevolazioi su treni, aerei e traghetti.
Cinque anni fa, alle consultazioni regionali del 2020, con poco meno di tre milioni di elettori chiamati alle urne a votare furono 1.870.283 toscani (il 62,6%): nel 2015 l’affluenza più bassa nei 50 anni di storia della Regione, poco oltre il 48 per cento, ben lontana dal 95,9 per cento del 1970 quando le Regioni sono nate.
Approfondimenti
Si voterà la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15. Lo scrutinio si svolgerà immediatamente dopo, nel corso del pomeriggio. Nelle sezioni elettorali – 3922 in tutta la Toscana, tra cui 29 ospedaliere – presidenti, segretari e scrutatori, che sono oltre ventitremila, sono comunque al lavoro fin da sabato, per autenticare le schede e attrezzare i seggi.
Ai seggi occorre presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali saranno per questo aperti anche domenica.
Alle Regionali 2025 corrono in Toscana tre candidati alla carica di presidente – Antonella Bundu (Toscana rossa), il presidente in carica Eugenio Giani (centrosinistra) e Alessandro Tomasi (centrodestra) - sostenuti da 10 liste. Se nessuno raggiungerà almeno il 40 per cento dei voti si andrà tra due settimane al ballottaggio: un’eventualità che nessuna delle legge elettorali delle altre Regioni contempla.
Dal 1970 ad oggi è la dodicesima volta che i toscani sono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti in Consiglio regionale. Dal 2005 eleggono direttamente anche il presidente della giunta. Di presidenti ce ne sono stati finora otto.
Tra le province con più elettori c’è in testa quella fiorentina (781 mila), seguita da Lucca (quasi 356 mila, ma un settimo vive all’estero), Pisa (341 mila), Livorno (287 mila), Arezzo (quasi 274 mila) e Pistoia (quasi 247 mila). Le province con meno elettori sono Siena (208 mila), Prato (182 mila), Grosseto (177 mila) e Massa-Carrara (quasi 171 mila).
Firenze, tra i 273 comuni toscani, è quello con il maggior numero di iscritti nelle liste elettorali (288 mila). Sul podio, uniche altre città con più di centomila elettori, ci sono anche Livorno (137 mila) e Prato (132 mila).
Tra i comuni con meno elettori il primato va a Capraia Isola (368 all’ultima revisione semestrale di giugno) e Sassetta (378): ambedue in provincia di Livorno, si scambiano nelle posizione rispetto a cinque anni fa. Terzultimo si conferma Montemignaio (460) in provincia di Arezzo. Sono tutti comuni con una sola sezione elettorale, come Orciano Pisano, Fosciandora, Ortigiano Raggiolo, Chitignano, Careggine, Guardistallo e Casale Marittimo.
"Si è parlato molto poco, in Toscana come nelle altre e elezioni al voto, di montagna e di piccoli Comuni. Temi derubricati dalle campagne elettorali. Qualche riga nei programmi, per chi li ha, ma poco dialogo. Zero confronto. Come se consumarsi sul futuro di sanità e diritti, non passi dalle geografie e dai legami tra territori, dalla coesione dal ripensamento del modello organizzativo dei Comuni. Si continua ad accennare qualche battuta sulle aree interne, facendo dell'internità di qualcuno, nostra, una questione che ormai è diventata un mantra.
Parlare di aree montane, rurali, interne è un impegno che deve vedere un altro scatto della politica. La campagna elettorale della Toscana, e prima della Calabria, lo dimostra. Da martedì si intervenga in primis per una Giunta che abbia dentro un Assessore regionale toscano a Montagne, Foreste, Parchi, Aree interne. Congiuntamente. Con portafoglio, visione, strategie, operatività. Un assessore, o una assessora forte. Così può essere per il bene della Toscana e pure della Calabria, come Uncem ha già detto.
Azione e visione. Come Uncem ha scritto nella piattaforma mandata a tutti i Comuni e soprattutto a Candidate e Candidati. Dieci punti più uno. A partire dal rafforzamento del tessuto istituzionali. Unioni montane di Comuni più solide. Affinché la Toscana diffusa non rimanga perduta nella diffusione e nel rancore delle fragilità. Per l'Appennino più unito che cresce con il Paese" afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.