Radicondoli Festival: al via il 13 luglio

Il programma della XXXVIII edizione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 Luglio 2024 20:51
Radicondoli Festival: al via il 13 luglio

Firenze– Vuoi leggere il mondo con occhi diversi? Tuffati nell’Alfabeto interiore del Radicondoli Festival, che torna dal 13 al 29 luglio e successivamente dal 6 all’8 settembre, con un ricco programma di teatro, musica, incontri, stage di formazione. Un mix di codici, che conferma Radicondoli un’officina creativa dove trovano armonia differenti linguaggi e un luogo dove si creano legami fra artisti, attori, professionisti e comunità.

La manifestazione, con la direzione di Massimo Luconi, avrà tra gli ospiti Fausto Russo Alesi, Maddalena Crippa, Franco Arminio, Luca Lazzareschi, Lino Musella e molti altri.

 Franco Arminio, protagonista della poesia italiana, inaugurerà il festival sabato 13 luglio alle ore 21.30 con “Il sacro minore” in cui ripercorre i fili della sua poetica minimalista semplice e profonda che porta a riflettere sulla sacralità delle piccole cose.

La poesia, uno degli elementi che caratterizzano il festival, sarà presente con percorsi molto diversi ma di grande forza narrativa e di interesse sociale: Maria Elena Romanazzi accompagnata dal violoncello di Lamberto Curtoni, farà scoprire Sante Notarnicola, che attraverso la sua straordinaria opera poetica ha costruito un percorso di riscatto e di grande umanità. La tormentata storia d’amore di Dino Campana e Sibilla Aleramo con Luca Lazzareschi e Simona Nasi, sarà intessuta dalla musica avvolgente di Antonio Aiazzi compositore e ricercatore di nuove sonorità, fondatore del gruppo rock Litfiba.

La poesia si incontra con una riflessione con le altre culture, con una giornata dedicata alla Palestina: Lino Musella, tra gli attori di teatro e cinema più interessanti della sua generazione e Dalal Suleiman faranno conoscere le opere della poesia e della letteratura palestinesi.

Umeed Alì poeta pakistano che vive in italia e scrive in italiano, viene proposto dall’intensa forza narrativa di Arianna Scommegna con le musiche raffinate di Rashi Batt (India) e Ustad Tari Gulrez (Pakistan) che ci portano nell’atmosfera di una terra di tradizione millenaria sospesa fra forte spiritualità e antica filosofia.

In un’ottica di attenzione multiculturale il festival in tutte le edizioni ha ospitato spettacoli e residenze artistiche in dialogo con vari paesi Europei e extraeuropei, in particolare è stato attivato un canale di collaborazione con la compagnia di teatro senegalese Phoenix Theatre che quest’anno presenta una storia di forte tensione emotiva realizzata per il festival di Radicondoli. La dimensione sincretica della cultura e della musica senegalese trova la sua espressione con Awa Ly cantante franco senegalese di spessore internazionale, che unisce ai ritmi jazz e pop, la tradizione della terra africana di origine.

Questa edizione del festival vuole dedicare una particolare attenzione alla nuova drammaturgia italiana con un campus per giovani attori, scrittori e registi, uno spazio interdisciplinare e multiculturale aperto al confronto fra i diversi professionisti dello spettacolo in un concreto confronto con la scrittura, con la produzione e la promozione dei testi teatrali. In programma spettacoli e work in progress, alcuni testi ancora freschi di scrittura, altri come studi e un doveroso omaggio a un drammaturgo importante come Massimo Sgorbani scomparso recentemente con Federica Fracassi, e la lettura di Norma 44 un testo inedito di Dacia Maraini con la presenza dell'autrice.

Un evento speciale sarà dedicato a Luca Ronconi, con un incontro sulla pedagogia e sul lavoro teatrale di uno dei grandi registi contemporanei, con la cura critica di Oliviero Ponte di Pino, la partecipazione di Roberta Carlotto storica collaboratrice di Ronconi e Fausto Russo Alesi, uno degli attori di maggior spicco del teatro e cinema italiano, (da ricordare le sue interpretazioni dei testi di Eduardo De Filippo e i ruoli nel cinema con Bellocchio), legato da un lungo sodalizio teatrale con Ronconi.

A seguire proiezione del documentario “La scuola d’estate, Luca Ronconi a Santa Cristina” di Iacopo Quadri. Al termine della giornata Fausto Russo Alesi presenterà un suo spettacolo.Nel segno di continuità artistica e di feconde collaborazioni ci sarà il ritorno dell’istrionica Maria Cassi con la sua poetica comica e surreale che presenta un viaggio nel mondo dell’umorismo, di Maddalena Crippa attrice raffinata e di grande sensibilità con un lavoro su Etty Hillisum, la compagnia Atir, una delle più apprezzate del panorama italiano con Arianna Scommegna, la Galleria Toledo di Napoli diretta da Laura Angiulli che presenterà Cassandra con un contributo alla drammaturgia di Enzo Moscato, esponente di spicco della nuova drammaturgia partenopea recentemente scomparso.

Accanto ad artisti noti e di solida esperienza, nello spirito del festival di sostenere la nuova creatività, ci saranno anche artisti e compagnie giovani, come Factory Tac da alcuni anni compagnia stabile del festival; Monstera diretta da Nicola Russo, autore, attore e regista, più volte protagonista negli spettacoli del Teatro dell’Elfo e diretto anche da Ronconi e Bellocchio; un focus sarà dedicato a Caroline Baglioni (Miglior autrice under 40 alla Biennale di Venezia 2019) e Michelangelo Bellani con il pluripremiato “Gianni”, Premio Scenario per Ustica 2015 e Premio In-Box 2016, l’inedito “Emmipiacevavivere” un progetto di ricerca fra musica elettronica e parola, e la presentazione del testo “Legami” edito da Editoria e spettacolo.

In una raffinata dimensione fra teatro di figura e teatro danza, Silvia Battaglio presenta La sposa blu.Nel percorso di attenzione al mondo giovanile prosegue la collaborazione con l’Accademia Chigiana con il concerto degli allievi del corso di clarinetto.

Strettamente integrata con il programma di produzione e ospitalità, l’attività di formazione si articola in una serie di progetti di perfezionamento e orientamento rivolti tanto alle professioni artistiche che tecniche e organizzative.Un’altra delle caratteristiche del festival è l’elaborazione di progetti drammaturgici fra parola e musica, in questa edizione il progetto sull’opera di Violeta Parra, cantante e artista di grande importanza per la musica e la cultura sudamericana degli anni 60, con Flo e Francesco Argirò con la regia di Luconi; il poema musicale di Mirio Cosottini, un progetto di opera multidisciplinare, di sperimentazione fra la musica, la parola, la coreografia con un orchestra di sei elementi e la voce di Fernando Maraghini, (attore diretto da Peter Stein e Ronconi e più volte presente al festival).

Nel programma anche tre grandi concerti molto diversi nella tipologia e nelle atmosfere: la musica celtica del gruppo Whisky Trail, la grande voce di Awa Ly fra Africa e musica pop, e infine Nada, una delle più importanti interpreti della canzone italiana con un concerto su Piero Ciampi, cantautore che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica italiana degli anni ‘70.Il 28 luglio si svolgerà la quindicesima edizione del Premio Radicondoli che assegnerà i premi per la sezione maestri, per la sezione giovani critici e per il particolare uso di nuove tecnologie. La giuria composta da Valeria Ottolenghi, Rossella Battisti, Enrico Marcotti, Sandro Avanzo, Claudia Cannella e Elena Lamberti, si avvale anche delle indicazioni del pubblico e degli operatori teatrali.

Anche l’arte contemporanea avrà un suo importante spazio a complemento del Festival. Dal 13 luglio al 25 agosto si terrà PAESAGGI CONTEMPORANEI, un progetto di arte ambientale che afferma la dimensione multidisciplinare del festival di Radicondoli, con mostre, performance, installazioni site-specific e sonore a cura di Fabio Gori, collezionista e profondo esperto di arte contemporanea che affianca la direzione del festival nella sezione paesaggi contemporanei.

La quarta edizione 2024 di Paesaggi Contemporanei, che inaugurerà sabato 13 luglio dalle ore 16.00, vede la presenza di Claudia Losi, artista e antropologa piacentina, oramai affermata a livello nazionale e internazionale, con un intervento nella struttura urbanistica di Radicondoli; Franco Ionda che lascia il suo segno artistico con un trittico di tre figure femminili di intensa spiritualità; Fabio De Poli allestisce una mostra dei suoi lavori che raccontano il suo fantastico universo poetico, in cui si incontrano i ricordi e le passioni di una vita.Sarà anche possibile visitare la collezione permanente di opere site-specific realizzate dagli artisti partecipanti alle edizioni precedenti del festival (Luca Gilli, Paolo Fabiani, Vittorio Corsini, Antonello/Ghezzi, Franco Ionda, Moussa Traore).

In programma anche la proiezione del film documentario White Cube a cura de Lo Schermo dell’Arte.Il film racconta la collaborazione tra l’artista olandese Renzo Martens e una cooperativa di lavoratori congolesi che ha permesso di costruire un centro d’arte contemporanea in un’ex piantagione in Congo.

A presentare la XXXVIII edizione, la presidente della commissione Cultura del Consiglio regionale, Cristina Giachi: “Un Festival di grande tradizione, che mette in mostra artisti e registi di prima grandezza del teatro contemporaneo, ma anche con una anteprima ‘Paesaggi contemporanei’, con mostre, performance, installazioni site-specific e sonore; l’appuntamento di Radicondoli contribuisce a definire il profilo culturale della Toscana, che racconta di questi luoghi bellissimi della nostra regione, dove da anni è radicata una esperienza di cultura contemporanea che coinvolge la popolazione e attira moltissimi visitatori.

Nostro compito di amministratori regionali è quello di valorizzare queste esperienze, consentire loro di mantenere un presidio di altissima qualità nei luoghi della Toscana, in modo da far circolare queste energie che arricchiscono non soltanto i visitatori, ma anche gli abitanti”. “Un fattore di orgoglio e di responsabilità – ha sottolineato Giachi – che contribuisce a definire la nostra stessa identità, propria della Toscana diffusa, da scoprire attraverso la cultura, che è un po’ come l’aria che respiriamo”.

Anche il sindaco di Radicondoli, Francesco Guarguaglini, ha spiegato come il Festival – all’interno di una vastissima attività culturale e associativa – rappresenti “il cuore pulsante di una ricchezza creativa di livello, legato al paesaggio e all’ambiente, ma soprattutto al calore della terra e della comunità”. Un vero e proprio “connubio vincente tra arte, paesaggio e persone; dove il paesaggio diventa la vera scenografia del Festival, grazie ad un uso molto semplice degli allestimenti tecnici e con la consapevolezza di organizzare un progetto sostenibile con attenzione al rapporto con il contesto ambientale”.

Come sottolineato anche dalla presidente dell’associazione Radicondoli Arte, Amabile Casagrande: “in un borgo piccolo come il nostro il Festival gioca un ruolo importante, nel costruire l’identità di una comunità in evoluzione, capace di affrontare grandi sfide”.

In un percorso in continua evoluzione, che quest’anno guarda all’Alfabeto interiore; per dirlo con Massimo Luconi, direttore del Festival: “Attraverso il teatro si può capire il mondo senza giudicarlo, trovare chiavi di interpretazione di una società che sta mettendo insieme i pezzi con l’aiuto della scienza, che però non riesce a dare tutte le risposte. Il teatro è uno spazio di resistenza in cui è possibile vivere esperienze che la tecnologia non è in grado di definire. Uno spazio sacrale ma nello stesso tempo aperto a differenti influssi, democratico e sincretico fra diverse culture, dove ognuno può portare la propria sensibilità: è il rifugio ma anche il luogo delle risposte alla complessità del mondo, può essere il nostro alfabeto interiore”.

Come più volte sottolineato nel corso della conferenza stampa: l’importanza di uno dei Festival più longevi della Toscana non sta solo nel fare spettacoli di livello, ma soprattutto nella capacità di interrogare le coscienze, ora attraverso il teatro, ora attraverso la poesia, come soluzioni per vivere e affrontare il mondo.

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