Questa notte i picchetti sindacali nel territorio tra Pistoia e Prato sono stati 3: alla Vot International e alla Arte 93 contro il super sfruttamento, alla Welltex per difendere i diritti ottenuti con la lotta mesi prima.
Settimo giorno di picchetto permanente alla fabbrica di divani di Quarrata. Forte la solidarietà di Libera Pistoia, dell’associazionismo di Pistoia e di Prato. In questi giorni altri operai si sono uniti al Sudd Cobas e ora lo sciopero coinvolge la maggioranza dei lavoratori. Lo sciopero ha aperto la trattativa con la Vot international che ad oggi a parole apre alle richieste dei lavoratori, rimandando però la trattativa ad un nuovo incontro mercoledì.
"Lo abbiamo imparato in questi anni, l’unico modo per far continuare le trattative è portare avanti le agitazioni fino ad un risultato. Continuare il picchetto giorno e notte insieme intorno al fuoco, tra solidali e operai del distretto tessile e della Logistica che hanno scelto di passare il ponte del 1 novembre al fianco dei lavoratori della Vot" dichiarano dal Sindacato Unione Democrazia Dignità COBAS "Parliamo di lavoratori che scioperano pur essendo a nero o a tempo determinato. Sindacalizzare l’insindacalizzabile vuol dire anche questo: scioperare senza contratto, scioperare con un contratto a scadenza. Perché nelle tre fabbriche di divani di Quarrata nessuno tra gli operai ha un contratto indeterminato".
Operai precari, sfruttati, stranieri. Qualcuno direbbe “non si può fare nulla”.
“Le sentiamo anche oggi quelle voci che dicono che per questi operai è troppo rischioso ribellarsi, tra il rischio di perdere il posto di lavoro, di prendere le bastonate, e di perdere il permesso di soggiorno. Si fa finta di non vedere i rischi, però, del continuare a fare nulla, lasciando che tutto vada avanti così. Il rischio di addormentarsi alla guida di un camion alla quattordicesima ora di lavoro. Di tirarsi un chiodo nel braccio con la spara chiodi perché devi lavorare sempre più veloce. Di lasciare un dito in una arrotolatrice di una stamperia. Il rischio di essere risucchiata in un orditoio. Il rischio di non vedere i tuoi figli crescere” ribattono da SUDD.
Con il picchetto e lo sciopero, con la solidarietà. Pretendendo le condizioni minime per poter lavorare in sicurezza e nel rispetto dei contratti: contratti a tempo indeterminato e full time, l’eliminazione di contratti nazionali con paghe che rasentano la soglia di povertà. A Quarrata è il contratto Artigiani Arredamento. Paga base .1300 euro lordi. Circa 1100 euro in busta paga per 40 ore settimanali. Lo sciopero continua, la trattativa continuerà mercoledì, intanto arriva la notizia che a Mondo Convenienza le scorte di divani nei magazzini stanno finendo.
Sciopero stanotte anche alla Arte93, stamperia tessile del Macrolotto 2 dove i lavoratori erano stati mandati via per aver chiesto al titolare di lavorare 8 ore.
Per anni nella stamperia tessile si è lavorato senza sosta 12 ore, chi con un contratto part-time chi a nero, e Giovedì l'azienda ha provato a sbarazzarsi dei lavoratori allontanandoli dal posto di lavoro con un messaggio, solo perché il giorno prima si erano rifiutati di lavorare 12 ore.
Più di 50, tra lavoratori di aziende del distretto e solidali, questa sera sono partiti dal presidio sindacale davanti alla Welltex (che va avanti da due settimane) in solidarietà ai lavoratori allontanati e dopo una passeggiata rumorosa tra le fabbriche è iniziato il picchetto per la reintegra dei lavoratori e la regolarizzazione dei contratti.
La sindacalizzazione nella stamperia era nata a partire dal rifiuto dei lavoratori di firmare dimissioni fittizie volute dall'azienda nel quadro di una ormai nota operazione "chiudi e riapri" per evitare di pagare contributi e tasse e per proteggersi da eventuali sanzioni. Infatti precedentemente la "Arte93" era la "Eco srl" (ditta a cui tutt'ora sono intestati i contratti dei lavoratori).
Dal rifiuto di farsi raggirare dalla proprietà è nato nei lavoratori il rifiuto categorico di continuare a stare al ricatto dello sfruttamento che ha portato allo sciopero di questa notte, che prosegue grazie alla solidarietà di chi ha già combattuto in passato per l'ottenimento dei diritti nelle fabbriche del distretto.
Dopo lo strike day, è ripartita la mobilitazione sindacale in una delle migliaia di piccole aziende che popolano questo distretto dove la violenza dello sfruttamento è più tangibile che mai. Gli operai in sciopero infatti, che sono 3, compongono la totalità della forza lavoro impiegata alla Arte93, e pur di sbarazzarsi del sindacato ad oggi sono i titolari dell'azienda a sostituirsi agli operai allontanati.
"Dopo gli incresciosi fatti di Prato il cuore della Toscana che lavora si ferma di nuovo di fronte alle ultime violenze ai danni di un lavoratore che, a Quarrata, si è rivolto ai sindacati per denunciare condizioni di lavoro inaccettabili. Purtroppo, queste, seguono ad altri episodi che ci portano a esprimere un profondo rammarico per la lacerazione, veloce e costante, delle relazioni tra le parti sociali in causa. La Pastorale Sociale e del Lavoro regionale crede che sia il momento di tornare a un confronto che possa mettere al centro la dimensione pienamente umana del lavoro e il riconoscimento del pieno diritto di sindacalizzarsi denunciando situazioni di lavoro che recano danno all’essere umano" si legge in un comunicato degli Uffici diocesani della Conferenza Episcopale Toscana.