Prezzo del grano, mille agricoltori protestano a Firenze

I cerealicoltori alzano la voce: cartelli, slogan e rabbia. Delegazione ricevuta dalla Prefetta di Firenze

Redazione Nove da Firenze
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26 Settembre 2025 16:36
Prezzo del grano, mille agricoltori protestano a Firenze

Oltre mille agricoltori della Coldiretti hanno partecipato questa mattina – venerdì 26 settembre - al sit in di protesta di fronte alla Prefettura di Firenze per dire basta ai trafficanti di grano che schiacciano il prodotto nazionale sotto i costi di produzione, costringendo le imprese agricole a lavorare in perdita e spingendo sempre più sulle importazioni estere. Un grido di rabbia e delusione accompagnato da cartelli, cori e sacchi vuoti con il tricolore per denunciare un sistema che distrugge il reddito agricolo. A rischio ci sono migliaia di imprese agricole in una regione, la Toscana, che negli ultimi venti anni ha visto perdere la metà della produzione e delle superfici coltivate a grano duro solo in parte convertite o recuperate.

La protesta, che ha coinvolto agricoltori provenienti da tutta la regione e dal vicino Lazio, arriva mentre il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, tornando ai livelli pre-guerra in Ucraina, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Un chilo di pasta oggi viaggia intorno ai 2 euro in Toscana (fonte Osservatorio dei Prezzi), ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano.

“Serve dare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione – ha dichiarato la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – e rivedere completamente il sistema delle borse merci locali che vanno superate con una CUN (commissione unica nazionale) per la formazione del prezzo. Non possiamo svendere il grano sotto i costi, vogliamo più controlli contro gli speculatori. E agli agricoltori diamo un’indicazione chiara: i contratti di filiera sono lo strumento di difesa del reddito”.

“Lottiamo contro i trafficanti di grano che vogliono uccidere la distintività e l’origine. L’Italia non produce tutto il grano che le serve perché viene pagato agli agricoltori cifre offensive, che nessuna impresa potrebbe sostenere – prosegue la presidente regionale –. Ma questa non è solo una battaglia per il prezzo: è una battaglia per la salute e per la sovranità alimentare. Non possiamo accettare che il grano italiano venga sottopagato e poi si faccia mangiare la pasta col grano canadese al glifosato. E dobbiamo investire su invasi e stoccaggi, per creare delle riserve strategiche. Tutelare gli agricoltori vuol dire tutelare i cittadini”.

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CRISI GRANO: COLDIRETTI DAL PREFETTO FIRENZE, PRESENTATE 7 PROPOSTE PER RILANCIARE FILIERA

7 richieste per dare certezze agli agricoltori e garantire trasparenza ai consumatori. Per affrontare la crisi che sta distruggendo il settore della cerealicoltura in Toscana e nel resto del Paese, Coldiretti ha elaborato e presentato al Prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, un piano con sette richieste chiave, tutte mirate a difendere l’agricoltura italiana da speculazioni, concorrenza sleale e logiche di mercato che penalizzano chi produce cibo. Il documento è stato illustrato dalla Presidente regionale, Letizia Cesani insieme alla delegazione di presidenti delle federazioni provinciali e al direttore regionale, Angelo Corsetti. Presente la vice presidente regionale ed assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi. Il piano è stato presentato contestualmente nelle altre piazze e città coinvolte dalla mobilitazione nazionali di Coldiretti.

La prima richiesta è l’istituzione immediata della Commissione Unica Nazionale (CUN) del grano duro, per superare le borse merci locali e fermare il meccanismo opaco che consente quotazioni artificialmente basse, spesso al di sotto dei reali costi sostenuti. Allo stesso tempo è necessario che Ismea pubblichi immediatamente i costi medi di produzione, in trasparenza e dando un riferimento certo per i controlli.

Fondamentale aumentare fino a 40 milioni di euro il sostegno del Ministero ai contratti di filiera pluriennali, che garantiscano un reddito equo e coprano 400mila ettari su 1,2 milioni di ettari di produzione totale.

Poi il blocco delle importazioni sleali, a partire da quelle di grano trattato con sostanze vietate in Europa, come il glifosate canadese o i pesticidi e fungicidi impiegati in Turchia e Russia. È inaccettabile che il nostro grano, prodotto nel rispetto delle regole europee, venga penalizzato da una concorrenza tossica che minaccia non solo la redditività ma anche la salute dei consumatori.

La reciprocità delle regole, altro nodo chiave da sciogliere, è una delle battaglie storiche dell’organizzazione. Coldiretti chiede che i prodotti agroalimentari importati da Paesi terzi rispettino gli stessi standard – ambientali, sanitari, di sicurezza e sociali – che valgono per gli agricoltori italiani ed europei. In gioco c’è la credibilità del sistema alimentare comunitario e la sopravvivenza delle nostre aziende. Altro punto importante l’obbligo di indicare l’origine del grano sulle confezioni di pasta in tutta Europa, come già avviene in Italia grazie alle battaglie vinte da Coldiretti. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa mettono nel piatto, e solo la trasparenza può tutelare chi produce qualità.

Necessari anche più investimenti in ricerca, innovazione e sostegno alla transizione tecnologica, anche attraverso il coinvolgimento diretto del Crea. L’agricoltura del futuro ha bisogno di strumenti avanzati per migliorare rese, qualità e sostenibilità ambientale, mantenendo viva la competitività.

Infine, ma non meno importante degli altri, un piano nazionale per gli stoccaggi e gli invasi, anche con nuovi contributi a sostegno degli investimenti legati all'irrigazione del settore cerealicolo per garantire riserve strategiche e sicurezza nelle forniture.

L’Italia, sottolinea la prima organizzazione agricola d’Europa, ha bisogno di politiche concrete per la gestione dell’acqua e delle scorte agricole, a tutela della sovranità alimentare e contro le speculazioni stagionali.

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