Premio Ada Cullino Marcori: cerimonia in San Miniato

Tra i premiati Gabriele Canè e Cinzia TH Torrini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2021 18:51
Premio Ada Cullino Marcori: cerimonia in San Miniato

Si è svolta questo pomeriggio alle 16 la cerimonia di premiazione della VII edizione del Premio Ada Cullino Marcori, promosso dall'omonima Fondazione e dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia. Di carattere annuale, il riconoscimento è stato istituito da Roberto Marcori, presidente della Fondazione A. C. Marcori, per onorare la memoria della madre.

«Il nostro riconoscimento -spiega Marcori- intende rendere merito a coloro che si siano distinti nell'affrontare con efficacia tematiche relative alla città di Firenze, al suo passato, presente e futuro, apportando un contributo prezioso all'approfondimento della nostra città e delle sue prospettive di sviluppo».

A ricevere il premio che consiste in 3000 euro messi a disposizione dalla famiglia Marcori, sono state quest'anno ex aequo Cinzia TH Torrini -per aver realizzato la fiction in sei puntate “Pezzi unici”, andata in onda su Rai1 dal 17 novembre al 22 dicembre 2019- e la giovane laureata in Scienze della Formazione Greta Grassetti, per la tesi di laurea discussa all'Università di Firenze “La sfida del dialogo interreligioso ai fini della pace. Un'esperienza educativa in atto: il Centro La Pira di Firenze”.

«Essere a Firenze -sono le parole di Cinzia TH Torrini-, nella Basilica di San Miniato al Monte a me carissima, mi emoziona come fiorentina. È qui, nella mia città che ho girato una parte di "Pezzi unici", la fiction per cui ricevo il premio oggi. Un Premio ambito perché dedicato a una donna, Ada Cullino Marcori, che ha lasciato un segno importante nel corso della sua vita, per la dedizione e la cultura di cui era propria e che oggi, grazie al figlio Roberto, rimarrà immortale nell'opera della Fondazione che porta il suo nome. Come lei, anche io nel mio piccolo ho cercato sempre di portare avanti Firenze, perché, come fiorentina, sento il dovere di far sapere che la nostra città non nasce dal niente, ma è costantemente arricchita e accresciuta dal saper fare delle mani degli artigiani che vi operano, e Firenze è unica in questo».

Premio speciale della giuria al noto giornalista -già due volte direttore de La Nazione- Gabriele Canè, per aver segnato momenti fondamentali della storia del quotidiano che ha accompagnato il divenire della nostra città dall'Unità d'Italia a oggi.

«Questo premio che porta il nome di Firenze -sono le parole di Canè- ed è legato ai miei scritti su La Nazione, mi avvicina ancora di più alla città in cui da tanti anni ho scelto di vivere e al giornale che occupa il posto più caro nel mio cuore. Senza dimenticare la riconoscenza per gli insegnamenti avuti da tanti fiorentini, in primo luogo dal Presidente Spadolini, la cui Fondazione -insieme alla Fondazione Ada Cullino Marcori- ha voluto assegnarmi questo riconoscimento».

Riceve invece il Riconoscimento speciale della Giuria Cosimo Botto Daddi, per la tesi di laurea in Storia del Risorgimento e delle rivoluzioni nazionali “Il Tempio mancato. La vicenda del Museo del Risorgimento di Firenze: 1901-1945”, discussa presso l'Università degli Studi di Bologna.

A comporre la Giuria, oltre a Roberto Marcori, sono Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, il Sindaco Dario Nardella - rappresentato dalla vice sindaca Alessia Bettini -, Alessandra Petrucci, rettrice dell'Università di Firenze, e la Direttrice de La Nazione Agnese Pini.

Una copia dell'elaborato vincente sarà conservata presso la Biblioteca Spadolini Nuova Antologia, che accoglie anche la “Collezione Firenze – Ada Cullino Marcori”, composta da incisioni, stampe antiche e dipinti. «Il Premio si lega alla donazione iniziale di Roberto Marcorti di una bella raccolta di opere su Firenze dal Cinquecento al Novecento -ha spiegato Cosimo Ceccuti-, accolte nella Biblioteca Spadolini, aperta al pubblico gratuitamente. Una collezione che la Fondazione Ada Cullino Marcori annualmente arricchisce, tanto che proprio nel 2021 Roberto Marcori ci ha consegnato l'acquaforte di Francesco Chiappelli datata 1947, che ritrae in modo suggestivo via del Castellaccio, prima della sua trasformazione».

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