Prato: un numero verde per segnalare laboratori nelle abitazioni

Prato: "Passi avanti su integrazione e un modello per l'Italia". Biffoni: "Dalle istituzioni lavoro concreto di contrasto all'illegalità"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2017 08:45
Prato: un numero verde per segnalare laboratori nelle abitazioni

FIRENZE - Un numero verde per la raccolta di segnalazioni da parte di privati cittadini riguardo a presunti laboratori allestiti all'interno di civili abitazioni nel territorio di competenza della Asl Toscana centro. E' in funzione da Ieri, lo prevede un protocollo tra Regione, Anci Toscana e Asl Toscana centro, approvato con una delibera dalla giunta nella sua ultima seduta, e siglato a Prato dal presidente Enrico Rossi, dal presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni e dal direttore della Asl Toscana centro Paolo Morello Marchese. Il numero verde 800-017835 fa seguito alle misure che rientrano nel Piano straordinario per il lavoro sicuro varato dalla giunta all'indomani della tragedia accaduta il 1 dicembre 2013 in un'azienda del Macrolotto di Prato, in cui morirono sette lavoratori di origine cinese.

In quell'occasione, fu deciso di mettere in campo un'azione straordinaria capace di innescare rapidamente un processo di progressiva legalizzazione, che ha comportato, tra l'altro, l'assunzione e la formazione di personale specializzato; un'intesa con le Procure di Firenze, Prato e Pistoia, per la messa a punto di indirizzi ispettivi e un supporto amministrativo per il previsto incremento dei procedimenti in materia di sicurezza sul lavoro; intese con le Prefetture di Firenze, Prato e Pistoia, per il coordinamento delle attività di controllo svolte dalle Asl assieme alle Forze dell'ordine e agli altri soggetti competenti in materia di controllo nei luoghi di lavoro (Vigili del Fuoco, Inail, Inps, Direzione territoriale del lavoro). La pressante attività di controllo sui luoghi di lavoro ha determinato un significativo miglioramento degli standard di sicurezza.

Ma forse ha anche stimolato situazioni di illegalità, come l'insediamento di attività produttive all'interno di civili abitazioni che, in quanto tali, possono essere ispezionate e controllate solo in presenza di apposito mandato da parte dell'autorità giudiziaria. Il 26 agosto scorso, nell'incendio sviluppatosi nella frazione di Tignamica di Vaiano (Prato), in una villetta adibita abusivamente a laboratorio, hanno perso la vita due cittadini cinesi. Da qui la necessità di contenere questo fenomeno.

Venerdì scorso, ad esempio, a Prato è stata sequestrata una ditta completamente illegale, non iscritta alla Camera di Commercio e non dotata di Partiva Iva, che operava almeno da qualche mese nel Macrolotto 0 a due passi dal Liceo Carlo Livi. La ditta è stata individuata grazie a segnalazioni degli stessi residenti nella corte interna dove operava a causa del disturbo che creava l'azionamento dei macchinari tessili anche in orario notturno. La ditta di confezione abbigliamento pronto moda era attiva al momento del controllo: lo stesso gestore di fatto era al lavoro insieme alla compagna, entrambi di nazionalità cinese; entrambi stavano cucendo capi di abbigliamento per bambini.

L'attività artigianale era insediata in un magazzino-deposito privo dei requisiti di agibilità perché mancante del servizio igienico e di adeguata aerazione ed illuminazione; risultavano assenti anche le minime dotazioni in materia di sicurezza quali estintori ed il materiale di primo soccorso. Rinvenuti anche, sia all'interno del magazzino che nella corte adiacente, sei sacchi neri colmi di rifiuti speciali come i ritagli tessili che il titolare di fatto non è stato in grado di dimostrare potere smaltire regolarmente come pure risulti non tracciabile il percorso di conferimento dei rifiuti prodotti in precedenza essendo la ditta attiva da diverso tempo completamente al nero. La Polizia Municipale ha disposto pertanto il sequestro penale di iniziativa segnalando la ditta fantasma ed il suo gestore alla Autorità Giudiziaria anche per violazioni di carattere ambientale.

Il protocollo che verrà stipulato tra Regione, Anci e Asl Toscana centro prevede, appunto, da parte della Asl l'istituzione, in via sperimentale, di un numero verde, totalmente gratuito per chi chiama, per la raccolta di segnalazioni di presunte violazioni della normativa in tema di prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare relative a eventuali allestimenti di attività produttive nelle abitazioni. Come funziona il numero verde? La Asl, tramite gli operatori addetti al numero verde, riceve le segnalazioni, le annota sull'apposita modulistica ed effettua una prima azione di "filtro", allo scopo di identificare le telefonate non pertinenti.

Il numero verde 800-017835 è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00, con esclusione di sabato, domenica e festività. Una volta raccolte le segnalazioni ritenute pertinenti, e valutata anche la situazione di eventuale pericolo, di concerto con la Polizia municipale la Asl trasmette, tramite il Dipartimento di prevenzione, gli atti alla competente Procura della Repubblica, per l'emissione dei relativi provvedimenti e l'individuazione della Forza dell'ordine preposta alla loro esecuzione. La Regione autorizza la copertura dei costi del servizio, incluso quello del personale necessario, attraverso le risorse già assegnate alla Asl Toscana centro nell'ambito del Piano lavoro sicuro. Anci Toscana promuove la gestione operativa delle Polizie municipali territorialmente competenti per le eventuali verifiche e i controlli disposti e autorizzati dall'autorità giudiziaria nelle civili abitazioni segnalate al numero verde.

"Siamo al lavoro e abbiamo fatto registrare passi avanti importanti rispetto all'integrazione della comunità cinese e alla legalità. Siamo potuti entrare almeno una volta in tutti gli oltre 8.000 laboratori presenti qui e nell'area fiorentina e continueremo a tornarci finché tutti non si saranno messi in regola. Il nostro è un sistema che proponiamo come modello per l'Italia" È questa l'analisi del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi "Grazie al protocollo di intesa siglato con l'Agenzia delle Entrate - ha aggiunto Rossi - stiamo facendo verifiche anche rispetto all'evasione fiscale. E, anche da questo punto di vista, chiediamo a tutti i cittadini, in presenza di situazioni ritenute anomale, di telefonare al numero verde. Siamo infatti per tutelare il diritto al lavoro e per garantire tutti gli altri, a partire da quello alla salute. Ma siamo anche per non lasciare zone di illegalità dove lo Stato non è presente".

“A luglio 2014 abbiamo avviato con la Regione Toscana il progetto Lavoro sicuro. Oggi implementiamo l’impegno di contrasto all’illegalità con l’istituzione del numero verde 800-017835 dedicato a favorire la denuncia di situazioni di illegalità in particolare nell'utilizzo di civili abitazioni come laboratori. Un accordo che firmo come Presidente Anci Toscana perché il fenomeno riguarda il Comune di Prato ma anche i territori vicini” ha spiegato il sindaco di Prato Matteo Biffoni “Le istituzioni stanno mettendo in campo tutti gli strumenti possibili per contrastare l’illegalità e i risultati dei controlli continui nei magazzini stando dando risultati concreti – aggiunge Biffoni -.

Lo abbiamo sempre ribadito: Prato dà il benvenuto a chi sceglie il nostro territorio per costruire qui il proprio futuro, ma chiede il rispetto delle regole. Non abbassiamo l’attenzione e anzi attiviamo nuove modalità per poter contrastare le violazioni mettendo a disposizione gli agenti della Polizia Municipale e di concerto con gli ispettori dell’Asl e la Procura della Repubblica”.

Il Piano Lavoro Sicuro

Il Piano Lavoro Sicuro è nato (DGRT n.56 del 28 gennaio 2014) all'indomani della tragedia accaduta il 1° dicembre 2013, in cui a seguito del rogo di un capannone ospitante una ditta di confezioni (Teresa Moda) persero la vita 7 operai cinesi che dormivano all'interno. La prima fase di intensificazione dell'attività ispettiva, preceduta da un'intensa campagna di comunicazione e confronto con la comunità cinese e dalla messa a punto di intese con le Procure della Repubblica, le Prefetture e le Forze dell'Ordine, ha preso il via il 2 settembre 2014 e si è conclusa il 31 marzo 2017.

Due anni e mezzo in cui, in compartecipazione con altri organi di controllo (83,3% delle ispezioni), sono state verificate 8.257 imprese a conduzione cinese. I criteri ispettivi si sono concentrati sui principali profili di rischio derivanti dalla diffusa promiscuità vita/lavoro: dormitori (969) e cucine abusive (285), bombole a gas in sovra-numero (123), impianti elettrici fatiscenti (1.496). Le quantità delle rilevazioni indicate tra parentesi danno bene il senso sia dello sforzo compiuto che della criticità riscontrata.

Sono state infatti sequestrate e chiuse ben 418 imprese. Si è tuttavia determinato un trend di miglioramento, per cui si è progressivamente passati da un 15,9% mensile (6,8% a Prato dove la situazione è più critica) di aziende in regola per i profili premessi, al 55,7% dell'ultimo mese (marzo 2017). Sono inoltre molte (84%) le imprese che hanno adempiuto nei tempi assegnati alle prescrizioni impartite, pagando le relative sanzioni (11.659.198 € quanto incassato dall'inizio dell'attività sino al 30.6.17).

Anche la qualità delle carenze nel tempo si è modificata e oggi è assai meno frequente il rilevamento delle problematiche più gravi e macroscopiche, quali ad esempio la presenza di dormitori all'interno dei capannoni. Un trend positivo, che tuttavia ha spinto la Giunta regionale a non mollare la presa, confermando con la DGRT approvata il 19 dicembre 2016 il piano per almeno altri due anni (ovvero sino alla primavera del 2019) e raffinandone ed ampliandone nel contempo – sempre d'intesa con le Procure - il raggio ispettivo. La cosiddetta fase 2 (come l'altra preceduta da incontri e attività di comunicazione) ha preso il via il 1° aprile 2017 e al 31 ottobre 2017 ha già realizzato 1.469 ispezioni.

Le carenze riscontrate continuano ad essere numerose, ma si conferma un quadro qualitativamente migliore: la presenza di dormitori abusivi è dimezzata (dal 11,7 al 6% delle imprese) e oramai molto raramente si trovano le pericolosissime situazioni iniziali (loculi in cartongesso). Ancora più netto il decremento degli impianti elettrici non a norma (dal 18,1 al 5,6% delle imprese), scendono (-28,6%) i punti di prescrizione e quasi si dimezzano (dal 49% al 23% delle imprese) le notizie di reato. Il netto miglioramento delle condizioni dei luoghi di lavoro può tuttavia aver innescato anche effetti negativi.

Il primo di cui si è avuto crescente impressione è consistito nel sovraffollamento delle abitazioni in uso alla popolazione cinese. Un tema anche questo certamente rilevante ai fini igienico sanitari, ma con un profilo di rischio inferiore. Le recenti morti di Vaiano (26 agosto 2017) hanno però tragicamente evidenziato un'opzione ulteriore e certamente più grave ovvero l'allocazione di "ditte fantasma" in locali destinati alla residenza e perciò ovviamente non attrezzati sotto il profilo della sicurezza.

Si riproduce in questi casi, a condizioni invertite, l'accoppiata mortale tra luoghi di vita e di lavoro già all'origine dei fatti del 1° dicembre 2013. Si pone quindi l'esigenza di confrontarci con questa possibile e non facile nuova frontiera. Il primo problema è quello di esserne messi a conoscenza, visto che si tratta di situazioni radicalmente abusive. L'istituzione del numero verde 800-017835 può consentire segnalazioni da parte di cittadini che saranno raccolte da tecnici del dipartimento di prevenzione sede di Prato e verificate.

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