Prato: si scatena la polemica sul servizio di Piazza Pulita

Si Cobas: "La prova dell'omertà e delle complicità". Claudio Bettazzi (CNA): “Non è il volto reale delle imprese”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2021 13:26
Prato: si scatena la polemica sul servizio di Piazza Pulita

Giovedì scorso il programma Tv PiazzaPulita ha raccontato la realtà produttiva pratese: un distretto dove si manifesta sfruttamento sulle spalle di operai migranti. La “levata di scudi” contro La7 è stata inevitabile.

Il Sindaco Biffoni si mostra preoccupato per il danno di immagine per la città perché "queste non le sono condizioni in cui lavorano migliaia di operai  delle imprese della città, che vivono e pagano le tasse”.

“Una fotografia impietosa e non veritiera del distretto pratese, che ha sì sacche di illegalità da rimuovere con fermezza, ma ha anche migliaia di imprese sane, la maggioranza, che lavorano in piena sicurezza e nel totale rispetto delle normative”. Claudio Bettazzi, presidente di CNA Toscana Centro interviene sul servizio mandato in onda dalla trasmissione su La7 e avanza alcuni distinguo.

Approfondimenti

“L’accusa che ci è stata rivolta e che contrassegna tutta la realtà imprenditoriale pratese come una specie di crogiuolo di illegalità e mancanza di sicurezza dentro le aziende, deve essere fermamente rinviata al mittente. Il quadro emerso dalla trasmissione infatti danneggia pesantemente l’immagine del nostro distretto e lascia passare il messaggio che i casi documentati, che condanniamo con fermezza, rappresentino la normalità. Così non è , e dobbiamo affermarlo in maniera chiara. Detto questo però, è altrettanto evidente è permane un problema della sicurezza sui luoghi di lavoro, e che vada affrontato entrando nel merito delle situazioni e dei provvedimenti necessari, cercando, ad un tavolo di confronto in cui siano presenti tutti i soggetti coinvolti, i meccanismi migliori per aggredire e rimuovere anche queste sacche di inaccettabile irregolarità.

Molto è stato fatto in questi anni dalle aziende sul piano della formazione e degli investimenti in sicurezza, e molto è stato fatto per scongiurare i rischi connessi a questi comportamenti fuori legge. Basti pensare al Piano strategico rivolto alle imprese cinesi e attivato dalla Regione, anche a seguito della forte azione e della collaborazione della CNA, che ha contribuito in maniera sostanziale, se non a risolvere, a rinormalizzare le condizioni di degrado emerse dopo la tragedia del Teresa Mode.

In quel particolare momento di storia imprenditoriale – conclude Bettazzi - l’azione straordinaria, che ha mixato controlli e informazione, si è dimostrata la risposta giusta del distretto sul piano della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ecco, oggi è necessario ripercorrere la stessa positiva esperienza, nella consapevolezza che il nostro è un territorio complesso, costellato prevalentemente da imprese che lavorano nelle regole, e sul quale abbiamo il dovere di programmare e mettere in campo strategie straordinarie comuni di intervento e di investimenti, per far sì che nessuno debba mai più rischiare di perdere la vita sul lavoro”.

“E’ il segreto di pulcinella che finalmente viene raccontato apertamente, come merita e che mostra chiaramente l’omertà e le complicità che in questi 20 anni hanno permesso che a Prato si tornasse a lavorare come più di 100 anni fa, con turni di 12 ore al giorno per 7 giorni la settimana, senza diritto a malattie, riposi e ferie” commentano da Si Cobas Prato.

“Non ci stupisce che Confindustria abbia richiesto la rimozione del servizio e minacciato azioni legali. Non esiste un distretto buono e un distretto illegale. Le fabbriche dello sfruttamento lavorano molto spesso come terziste per conto di noti e rispettabili marchi dell’abbigliamento, in un processo produttivo che sempre più appalta e frammenta le varie fasi della lavorazione. Un sistema che garantisce prima di tutti ai big bassi costi di produzione. Non sono alcune aziende ad essere marce, ma le intere filiere della moda e dell’abbigliamento”.

“Prendiamo atto che il Sindaco ha trovato il tempo per protestare contro un emittente televisiva che ha avuto il coraggio di raccontare questa realtà mentre da 120 giorni non trova il tempo di incontrare i lavoratori che denunciano lo sfruttamento selvaggio ai cancelli della Texprint. Le sue parole sono offensive prima di tutto verso chi subisce questa condizione. Il velo è stato squarciato. E’ questa la più grande vittoria degli operai che da tre anni lottano per abolire questo sistema di sfruttamento, molto spesso venendo trattati dalle istituzioni alla stregua di criminali”.

Notizie correlate
In evidenza