Poste Italiane: sospesa la chiusura degli uffici postali

Biagiotti (Anci): "Un punto a nostro favore anche dal Consiglio di Stato". I sindaci confermano la loro apertura al dialogo e alla possibilità di individuare soluzioni alternative che possano comportare risparmi di spesa all’azienda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 marzo 2015 15:01
Poste Italiane: sospesa la chiusura degli uffici postali

La chiusura degli uffici postali nei piccoli centri non può essere decisa senza tenere nel debito conto le distanze e la fruibilità del servizio e se la chiusura non è ben motivata in rapporto ai disagi arrecati alla popolazione. È quanto scrivono i giudici della sezione del Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 1262 e positata l'11 marzo, riconoscono le buone ragioni dei piccoli Comuni che si stanno contrapponendo al piano industriale di Poste Italiane, che dal 13 aprile dovrebbe condurre alla chiusura di 455 uffici e alla riduzione di orario di apertura in altri 608.

La sentenza afferma che “Poste non può fare spending review sulle spalle dei piccoli centri, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici”. Per questo motivo, concludono i giudici amministrativi, “le chiusure devono tenere conto della dislocazione degli uffici, con particolare riguardo alle aree rurali e montane, e anche delle conseguenze che la presenza ha sull'utilità sociale”.

Una pausa per permettere ai Comuni Toscani, assistiti da Anci ed Uncem, di presentare in tempi brevissimi alla Direzione regionale di Poste italiane una proposta alternativa sul piano di razionalizzazione degli uffici postali, che prevede in Toscana la chiusura di 64 sedi e il ridimensionamento di 37. E’ questo l’esisto dell’incontro che si è tenuto ieri in Palazzo Strozzi Sacrati tra i vertici delle associazioni di rappresentanza dei Comuni, la Regione e il responsabile di Area territoriale di Poste Italiane per le regioni di Toscana e Umbria, Michele Deiana.“Abbiamo fatto presente a Deiana le criticità del piano, inaccettabile così com’è sia per il metodo che nel merito – dice la presidente Anci Toscana Sara Biagiotti - Intanto avrebbero potuto avvertirci prima della necessità di una razionalizzazione, così da concordarla, e non comunicarla per raccomandata a cose fatte.

Ma soprattutto il piano è irricevibile perché va a colpire territori dove l’ufficio postale è un presidio necessario per la popolazione, soprattutto quella più anziana”. Sara Biagiotti fa riferimento anche alla recentissima sentenza della sesta sezione Consiglio di Stato, che ha ribadito come le chiusure degli uffici postali debbano tenere necessariamente conto della dislocazione territoriale e della accessibilità del servizio, che secondo i giudici “non può prescindere dall'effettiva e normale percorribilità delle strade di accesso in termini di reale e conveniente fruibilità da parte dei cittadini".

Inoltre le strade non solo devono essere percorribili in condizioni di sicurezza, ma devono essere servite da mezzi pubblici, "in maniera che l'accesso non sia condizionato dalla disponibilità di mezzi privati".

“Stesse ragioni per cui ci stiamo battendo in Toscana per evitare le chiusure previste” – commenta il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani. “Intanto stamani – aggiunge - da un incontro che si è tenuto tra Regione Toscana, Uncem, Anci, e il responsabile di Area territoriale di Poste Italiane per le regioni di Toscana e Umbria, Michele Deiana, è emersa la volontà di Poste di concedere una pausa per permettere ai Comuni Toscani, assistiti da Anci ed Uncem, di presentare in tempi brevissimi alla Direzione regionale di Poste italiane una proposta alternativa sul piano di razionalizzazione degli uffici postali, che ad oggi prevede in Toscana la chiusura di 64 sedi e il ridimensionamento di 37”.

“Bene la pausa – conclude Giurlani – ma continuo a credere che sia necessario, mai come in questo momento, l'intervento del Governo per porre fine a questa situazione che rischia di rotolare in avanti senza alla fine dare esiti soddisfacenti”.Oltre 2000 firme, raccolte dal Coordinamento civico del Chianti, e una maxi cartolina con le immagini degli uffici dell’area fiorentina che nella geografia di Poste rischiano la chiusura e la riduzione di orari.

Un omaggio dal sapore amaro è quello che si preparano a consegnare all’azienda del servizio pubblico i sindaci colpiti dai tagli previsti dal piano di ridimensionamento di Poste. L’ennesima iniziativa, in programma nei prossimi giorni, con la quale i sindaci, portavoci delle esigenze delle rispettive comunità e delle migliaia di cittadini che si oppongono all’eliminazione dei servizi, si recheranno a Firenze per ribadire l’importanza dei presidi postali nei piccoli centri urbani, decentrati e distanti vari chilometri dai capoluoghi e dagli altri sportelli.

Approfondimenti

La decisione di Poste di sospendere momentaneamente la data di chiusura degli uffici postali, prevista il 13 aprile, viene accolta con favore dai Comuni del Chianti e intesa come un segnale di apertura e confronto sulle specifiche problematiche dei territori colpiti dai tagli. “Da sempre disposte al dialogo, le nostre amministrazioni comunali – commenta il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini – hanno la missione di trovare soluzioni ai problemi e dare ai servizi adeguati alle esigenze dei cittadini, siamo disponibili al confronto avendo la convinzione di rappresentare le ragioni politiche e sociali, oltre a quelle fondamentali della conoscenza delle reali esigenze del nostro territorio, la decisione di Poste sembra superare la filosofia del taglio tout court, applicata per schemi generali, è importante al contrario considerare le ragioni delle singole realtà”.

Una posizione, quella volta all’apertura nei confronti dell’azienda, anticipata ieri dal sindaco di Barberino Val d’Elsa Giacomo Trentanovi. “Se si tratta realmente di una questione economica – dichiara Trentanovi - come annunciato dall’amministratore delegato Francesco Caio - ci rendiamo disponibili a individuare soluzioni alternative alla chiusura degli sportelli che consentano all’azienda di ottenere effettivi risparmi di spesa.

Naturalmente continuiamo a lavorare in stretto coordinamento con il tavolo regionale e i Comuni del Chianti fiorentino per definire le azioni comuni”. Della stessa linea il sindaco di Tavarnelle Val di Pesa David Baroncelli che questa mattina ha preso parte all’incontro tenutosi con il Responsabile di Area di Poste. “Poste ha ribadito che non si prenderà impegni – precisa - per la sospensione del piano ma valuterà il quadro specifico di ogni singolo Comune, staremo a vedere il livello di attenzione e apertura che mostrerà nei confronti delle nostre problematiche, corredate di dati che forniremo a breve, per quanto ci riguarda continuiamo, anche attraverso il piano legale, a ribadire l’importanza della presenza e dell’attività degli uffici postali del Chianti”.

Anche Paolo Sottani, sindaco di Greve in Chianti, torna ad evidenziare le problematiche dello sportello di Lucolena, inserito nel piano di ridimensionamento di Poste. “Ci auspichiamo – conclude Sottani - che questo sia un momento reale di riflessione di Poste, voglio ricordare che la riduzione dell’ufficio di Lucolena porterebbe lo sportello da tre ad un solo giorno di apertura, un ufficio molto distante dagli altri e molto più dei 6Km previsti per la chiusura”.

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