Pony Express, a Firenze una professione ambita, ma attenti ai rischi

Tempi di consegna rapidi, efficienza e risparmio economico. Questo cercano coloro che si affidano agli spedizionieri

Antonio
Antonio Lenoci
06 maggio 2014 17:00
Pony Express, a Firenze una professione ambita, ma attenti ai rischi

Chi è il Pony Express? Nella memoria collettiva il richiamo è al film di Jerry Calà che negli anni ’80 ha sdoganato la categoria viaggiando a bordo di una vespa lanciata a grande velocità attraverso le strade di Roma. Un lavoro per studenti, un impiego transitorio, un modo per arrotondare? No, non è vero, c’è chi ci ha puntato la propria vita.

E’ importante che le tipologie contrattuali vengano applicate rispettando tutte le garanzie, e se queste garanzie mancano allora sarebbe il caso di porvi rimedio. Dito puntato sulla mancanza di una regolare "formazione" manca poi "l'affiancamento" e soprattutto la sottoscrizione di un rapporto di lavoro con le "coperture assicurative".Esiste una normativa locale che garantisca la categoria? Esiste la logica contrattuale che premia chi si mette in regola e pesa sulle spalle di chi lavora a cottimo senza una regolare assunzione.A Firenze aumentano le aziende che si dedicano a questo settore di nicchia ed i ragazzi, ma non solo i giovani, vedono nel settore la speranza di un posto di lavoro.

Molto spesso la speranza lascia il posto alla realtà e così il contratto non arriva mai, mentre sulle strade si rischia la vita di tasca propria. Una categoria che vive di concorrenza: leale o sleale? Eccoci al problema. Una consegna che costa poco cosa nasconde? Secondo internet esiste una specie di cartello che vede la tariffa dei "due euro a consegna" come una legge non scritta, ma non è un dato affidabile poiché esistono variabili delicate. C'è chi lavora assunto con tutte le garanzie di essere dipendente, chi prende un fisso ed un tot a consegna, chi saltuariamente riceve un rimborso per occasionali trasporti sul mezzo proprio.

Lavoro sottopagato mi sento umiliato e sto cadendo in depressione: “Salve a tutti lavoro da un anno come Pony Express e guadagno euro 1,20 a consegna - racconta su internet un ragazzo - in un giorno non si superano mai le 20 consegne, ci sono stati anche giorni dove ne ho fatte appena 16. Lavoro da lunedi al venerdi per 8 ore al giorno almeno. La moto è mia e spendo 10 euro al giorno di benzina, il datore di lavoro se sono presente tutti i giorni mi paga 30 euro di fisso a settimana a patto e condizione che in quella settimana sia sempre presente.

Se mi assento mezza giornata per un qualsiasi motivo o si rompe il motore mi toglie i 30 euro settimanali. Ho speso di tasca mia circa 400 euro negli ultimi 4 mesi dal meccanico, per vari malfunzionamenti del mezzo e per chiamare la ditta dove lavoro per comunicargli l'avvenuta consegna, accade circa 40 volte al giorno e dobbiamo usare il nostro cellulare. Quando piove ci dà tre euro in più, se piove qualche oretta solo 90 centesimi. Voglio chiudermi a casa e non uscire più.

Abito da solo non per mia scelta, la mia ex convivente non poteva sopportare questo tenore di vita e mi ha mollato dopo due anni, diceva che sono un fallito, e ha ragione”.

Ma le ditte promettono contratti a tempo indeterminato, gli annunci non mancano e da una ricerca di Coldiretti è emerso che il 36% dei giovani sarebbe disposto a salire su un mezzo del Pony Express: “Pur di lavorare, un giovane su quattro (23%) accetterebbe un posto da spazzino, il 27% entrerebbe in un call center e il 36% vestirebbe volentieri la casacca di pony express. Dall'indagine Coldiretti emerge inoltre che un giovane su tre pur di lavorare è disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio (33%), oppure uno stipendio inferiore a 500euro a parità di orario (32%)”.

Certo sono curiose alcune tipologie di annuncio, ad esempio su internet abbiamo trovato questo caso: a febbraio una ditta di Pony fiorentina ricerca 2 addetti full time a tempo indeterminato offrendo 10000 euro. A marzo la stessa ricerca è di 4 addetti full time a tempo indeterminato per un compenso di 15000 euro, quando si dice meglio aspettare.

“Una delle cose che mi piace di piu’ del mio lavoro – scrive su internet uno dei soci di una cooperativa di spedizionieri - e’ che i soci della cooperativa sono molto diversi tra loro. Sia caratterialmente, ma anche, e soprattutto, per quanto riguarda le motivazioni che spinge ciascuno di noi a buttarci in questa avventura. In realta’ poi non so neanche se sia vero, perché non abbiamo mai affrontato la questione seriamente, in maniera esplicita. La cosa piu’ attraente di avere la propria attivita’ e’ quella di non avere capi e poter fare un po’ come cavolo ti pare, ma dire cosi’ è poco “romantico”. Mettere su una coooperativa non e’ sicuramente la strada maestra per diventare miliardari. Recapitare buste, pacchi, lettere in giro per la citta’ si puo’ fare in tanti modi e al cliente gli interessa il giusto di “come” gli recapiti la sua busta a destinazione, l’importante e’ che tu arrivi nei tempi prestabiliti e che non costi piu’ degli altri.

E’ vero che ci sono dei clienti, una piccola minoranza, che apprezzano molto l’iniziativa e magari sono disposti addirittura a pagare qualcosina in più, ma sono rari e comunque se vuoi aprire un’attività imprenditoriale “sana” non puoi basarti su un trattamento di “favore” perche’ in qualche modo cerchi di essere eticamente o moralmente “meglio” degli altri. Spero che i miei soci, dopo aver letto questo post, non cambino le password del blog” conclude il post.

I rischi della professione. Nel quinquennio tra il 2007 e il 2011 sono stati 3.285 gli infortuni denunciati all'Inail dai corrieri espressi: la categoria comprende i corrieri postali (diversi da quelli delle poste nazionali) gli operatori per le consegne a domicilio e i pony express. Il dato è in crescita.

"A 20 anni non stai tanto a riflettere sui rischi, eppure anche portare le pizze a domicilio può diventare un lavoro pericoloso – sono le parole di Marco, 23enne laureando in Lettere. "Un mese fa sono scivolato con la moto durante l'ultima consegna - racconta - mi sono procurato una lesione ai legamenti dalla quale non mi sono ancora ripreso". Marco lavorava in nero come altri studenti che il fine settimana viaggiano sulle due ruote con i bauletti carichi per arrotondare. "Quando ho chiamato il proprietario dopo essere uscito dal pronto soccorso – spiega – lui mi ha detto di stare tranquillo: avrebbe fatto risultare che lavoravo per lui dal giorno prima. Così mi avrebbe potuto tutelare comunque. In realtà lavoravo per lui da due anni...".

"L'assicurazione Inail è universalistica e tutela anche i lavoratori in nero – lo ha spiegato il professor Giulio Prosperetti, ordinario di diritto del Lavoro all'università di Roma Tor Vergata, intervistato sulla vicenda  - tuttavia, molti dipendenti senza contratto preferiscono evitare la denuncia, che produce un incremento del costo dell'assicurazione per datore di lavoro. Se fossero pagati con i Voucher almeno – sottolinea Prosperetti - ovvero i buoni dell'Inps da 10 o da 50 euro, i ragazzi pony e altri dipendenti occasionali si vedrebbero pagati contributi Inps e Inail, incassando dal tabaccaio o alle Poste il netto di sette euro e 50 per ogni biglietto da 10 euro percepito”.

Sanzioni per chi non deposita i contratti, però continuano anche i vecchi sistemi: c’è chi nega di conoscere il dipendente, chi custodisce il documento firmato evitando di depositarlo per presentarlo ex post, ammettendo che il lavoratore aveva iniziato la collaborazione solo dal giorno prima dell'incidente. Quando si dice la sfortuna.

Secondo dati Inail: “Più della metà degli incidenti mortali sul lavoro in Italia ha per vittime i professionisti della strada: rappresentanti di commercio, operai in trasferta, autisti di corrieri internazionali, pony express, pendolari e camionisti. Nel solo 2007 le “morti bianche” su strada sono state 609, stabilendo così che le nostre strade sono tra le più insanguinate, con un tasso di mortalità superiore alla media europea del 13%. Un'ora sulla strada comporta un rischio di incidente 20-30 volte più elevato di un’ora sul luogo di lavoro. Anche facendo un paragone con il settore edile, quello più colpito dagli infortuni, un'ora alla guida è dalle quattro alle nove volte più pericolosa dello stesso tempo trascorso in cantiere”

Una relazione dell'EU-OSHA, dal titolo “Delivery and despatch riders safety and health: A European Review of good practice guidelines” recita: “l'utilizzo di corrieri in bicicletta o motocicletta può essere un modo particolarmente efficace di compiere le consegne. Tuttavia, tanto i ciclisti quanto i motociclisti rappresentano due delle categorie più esposte fra gli utilizzatori della strada.

Entrambe le categorie patiscono le pressioni esercitate da urgenze temporali: i corrieri sono generalmente retribuiti in base alle consegne effettuate ed è loro richiesto che svolgano le proprie mansioni in un tempo piuttosto ridotto. I fattorini per la consegna degli alimenti a domicilio devono portare a termine la propria consegna mentre il cibo è ancora caldo”.Sia gli addetti ai lavori che viaggiano su moto e furgoni che i dirigenti che coordinano dalle scrivanie chiedono a gran voce maggiore controllo sulla categoria: "C'è chi continua a fare il furbo" spiegano, "e mette a rischio ogni giorno la vita dei corrieri". 

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