​PNRR e scuole dell'infanzia, tra educatori mancanti e progetti in ritardo

L’Italia sta cercando di adeguarsi alle normative relative alla diffusione dei servizi per l’infanzia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2023 14:26
​PNRR e scuole dell'infanzia, tra educatori mancanti e progetti in ritardo

Indietro rispetto al resto d’Europa, grazie ai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’Italia sta cercando di adeguarsi alle normative relative alla diffusione dei servizi per l’infanzia, tra cui asili nido e scuole materne. Una missione non facile però, considerando l’assenza di educatori e i ritardi per l’aggiudicazione di tutti gli appalti.

Problema educatori, in Italia ne mancano 32 mila

Riunitosi a Barcellona, nel 2002 il Consiglio europeo stabilì gli obiettivi per la diffusione dei servizi per l’infanzia, come il fornire un’assistenza per almeno il 90% dei bambini di età compresa fra i tre anni e l'età dell'obbligo scolastico, e per almeno il 33% dei bambini sotto i tre anni. Il tutto, entro il 2010.

A distanza di vent’anni, il 29 novembre 2022 il Consiglio dell’Unione Europea ha ripreso in mano il tema, rivedendo gli obiettivi a livello quantitativo e alzando al 45% la copertura dei bambini di età inferiore ai tre anni entro il 2030. Un obiettivo ambizioso, considerando che alcuni Stati non sono ancora riusciti a raggiungere nemmeno il precedente. Tra questi l’Italia, dove la media nazionale di copertura è del 27,2%.

Mentre Valle d’Aosta, Umbria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Friuli Venezia Giulia superano la quota del 33% fissata dall’UE, tutte le regioni del Mezzogiorno, con l'eccezione della Sardegna, si collocano al di sotto della media nazionale. Tra le peggiori, Campania (10,4%), Calabria (10,9%) e Sicilia (12,4%).

Situazione, questa, che però può cambiare grazie ai fondi del PNRR, se non fosse che in Italia mancano 32 mila educatori: il problema, infatti, non è solamente costruire nidi e scuole materne, ma anche avere personale educativo che si prenda cura dei bambini.

La formazione in ambito educativo

Tra le nuove strutture e la nuova ondata di pensionamenti, occorrerà quindi necessariamente formare le nuove generazioni di educatori e docenti: per questo motivo, in questo momento scegliere di conseguire una laurea in questo ambito è un’ottima mossa in ottica lavorativa.

Facoltà come Scienze dell’Educazione e Scienze della Formazione, inoltre, oggi sono disponibili anche per via telematica. Grazie alle lezioni online, fruibili h24, anche chi già lavora o chi desidera semplicemente avere la massima flessibilità nell’organizzazione del proprio studio può conseguire un titolo accademico e iniziare poi a lavorare.

Costruzione asili nido, i ritardi

Come anticipato, nonostante i fondi del PNRR, molti progetti sono in ritardo e rischiano di non partire. Sebbene la scadenza per l'assegnazione dei lavori alle imprese sia stata spostata al 31 maggio, sono moltissimi i comuni che non riusciranno a rispettarla. Un’occasione sprecata, considerando i 4,6 miliardi di euro stanziati per la costruzione di 1.857 nuovi asili nido e 333 scuole materne.

Tra ritardi in fase di selezione, bandi disertati, rinvii, caro-materiali, ostruzionismi della macchina burocratica e malfunzionamenti dei sistemi informatici, le problematiche sono state molte. Per questo motivo il Governo sta provando a chiedere una nuova proroga di sei mesi: vista la situazione, l’Italia non può proprio permettersi di sprecare questi fondi e questa grande opportunità.

L’iniziativa della Regione Toscana

Per migliorare l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia, oltre ai fondi del PNRR la Regione Toscana ha sfruttato anche i 40 milioni del Fondo Sociale Europeo 2021-2027. Grazie all’iniziativa “Nidi gratis”, inserita nel progetto regionale “Giovanisì”, 10 mila famiglie con Isee inferiore a 35 mila euro potranno infatti mandare i propri figli al nido gratuitamente, da settembre 2023 a luglio 2024.

Un’iniziativa apprezzata sia dalle famiglie che dai nidi stessi, che hanno risposto con entusiasmo all’appello del Presidente Eugenio Giani, e che sottolinea ancora una volta la centralità del tema della scuola per la Regione Toscana.

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