Il romanzo postumo di Raffaello Pecchioli

Opera intrigante. Presentazione mercoledì 21 giugno a Sant'Ippolito

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2023 16:40
Il romanzo postumo di Raffaello Pecchioli

PRATO - Mercoledì 21 giugno, con inizio alle ore 21, sarà presentato presso il Circolo Arci G. Rossi di Sant'Ippolito (via Visiana, 117) il romanzo postumo di Raffaello Pecchioli "Via delle Bocche del Lupo, 73 (Sinfonia in Si minore per archi ed orchestra)". 

La presentazione è organizzata dal Circolo Arci G. Rossi, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale. 

Interverranno Riccardo Mazzoni, l'Assessore alla Cultura Simone Mangani, Alessandro e Monica Attucci dell'omonima casa editrice che ha pubblicato il libro, Sara Pecchioli, una delle figlie dello scrittore. 

L'ingresso è libero.

Il romanzo è uscito alcuni mesi fa, a distanza di alcuni anni dalla morte di Raffaello Pecchioli, con un lavoro di Alessandro Attucci e Sara Pecchioli sul testo lasciato dall'autore. Della figlia di questi è anche la cura grafica del volume.

Il romanzo presenta un struttura narrativa complessa, molti temi sociali, politici ed esistenziali in-sieme a vari caratteri psicologici che troviamo nei personaggi, ampi periodi intessuti di un plurilin-guismo, molteplici rimandi culturali (prevalentemente letterari e cinematografici, ma non solo).

La sofferenza del vivere è diffusa nel romanzo: «Era stato perché, troppo presi dalla frenesia dei giovani anni, la vera vita, come acqua, aveva finito per sfuggirci di tra le dita e per perdersi, seccandosi, in rivoli innumerevoli, lontano dal corso burrascoso, ma infine ineludibile, del fiume dell'esistenza»; «Vi è, nascosta tra le pieghe del tempo, la tragicità del vivere, del nostro andare senza un perché su questo piccolo globo tempestoso che è la terra». 

Nella sua lunga prefazione Alessandro Attucci si sofferma su diversi aspetti del libro, sottolineando che «Raffaello Pecchioli partecipa a un variegato e fondamentale classicismo che il Novecento, non solo italiano, ha riscritto; con forme e un sentire in parte nuovi; come già l'Ottocento.»

Fortissima nell'opera la presenza di Prato (chiamata Borgo al Cornio, dal nome di uno dei nuclei da cui è nata la città). «Entrambi eravamo poggiati con le braccia alla balaustra della Passerella. Faceva scuro; e mentre alle nostre spalle Borgo al Cornio si andava acquattando come una grossa bestia che si appresti a ruminare la sua fatica di un giorno, una spera di sole, riflessa da qualche superficie lucida sulla Calvana, veniva a morire, rossastra e senza gloria, nell'acqua marcia sotto di noi.»

«Ulisse sputò; ed il suo sputo fu preso dal filo d'aria che dallo Spazzavento veniva per il canalone del Bisenzio ed andò a cadere dove noi non potevamo vederlo, nel nero corpo del fiume»

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