Partito democratico: cinque reggenti verso il congresso in Toscana

Sono Marco Recati (segretario della federazione fiorentina), che viene designato quale coordinatore, Leonardo Marras (capogruppo in Regione), Matteo Biffoni (sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana), Valerio Fabiani (in rappresentanza della componente orlandiana), Adalgisa Mazza (per l'area Emiliano; presidente dell'assemblea della federazione della Versilia)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2018 15:32
Partito democratico: cinque reggenti verso il congresso in Toscana

(DIRE) Firenze, 17 mar. - Il Partito democratico in Toscana si ricompatta. La direzione regionale, riunita oggi alla Casa del popolo di Novoli, ha approvato i 5 nomi dei reggenti che traghetteranno i dem verso il congresso toscano: si tratta di Marco Recati (segretario della federazione fiorentina), che viene designato quale coordinatore, Leonardo Marras (capogruppo in Regione), Matteo Biffoni (sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana), Valerio Fabiani (in rappresentanza della componente orlandiana), Adalgisa Mazza (per l'area Emiliano; presidente dell'assemblea della federazione della Versilia). Pur avendo ricucito, in questa fase, tutte le componenti congressuali si registra, tuttavia, lo strappo di una parte dei renziani: la vicecapogruppo in Regione, Monia Monni, cosi' come il consigliere regionale Francesco Gazzetti e Stefano Bruzzesi non hanno preso parte al voto e si sono chiamati fuori dalla reggenza.

"Trovo bizzarro quello che ha fatto Nogarin, capisco che e' in difficolta', capisco che la sua situazione e' molto complicata. Siamo pronti a dargli una mano, se serve, anche come coordinatori o come reggenti a Livorno. Se cerca una visibilita' da questo punto di vista lo comprendo". È la risposta del sindaco di Prato, Matteo Biffoni, al suo collega sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che ieri gli ha chiesto un passo indietro dalla presidenza di Anci Toscana per incompatibilita' col suo nuovo ruolo di membro della reggenza del Partito democratico regionale.

"Mi dispiace- aggiunge Biffoni-, perche' lo riconosce lui stesso, abbiamo lavorato molto bene finora. Cerco di fare il presidente dell'Anci, credo di averlo sempre fatto con la massima autonomia rispetto al partito. Lo dico perche' nei gruppi dirigenti locali, regionali ci sono da sempre, non arrivo adesso". Questa, fa notare, "e' una fase particolare del partito toscano, non credo che cambi niente nel mio approccio in Anci. Mi dispiace- prosegue-, trovo Nogarin in difficolta'.

Trovo la sua un'uscita sgangherata di chi cha bisogno di trovare un po' di visibilita', ma io vado avanti sulla mia strada". Anche se, riconosce, "se non ce la dovessi fare sarei il primo a rendermi conto che non ci sono le condizioni di tempo e di organizzazione".

Il Partito democratico regionale ricomincia da una pentarchia, quella dei 5 reggenti votati oggi dalla direzione toscana. E da un principio che sembrava ignoto fino a qualche settimana fa: quello della collegialita'. Con il coinvolgimento di tutte le anime dei dem: renziani e minoranze legate ad Andrea Orlando e a Michele Emiliano. A tirare le fila della reggenza sara' Marco Recati, segretario della federazione fiorentina, la piu' grande della Toscana, al quale e' stato affidato il ruolo di coordinatore.

Recati ha una missione ben precisa: tirare fuori il Pd dalla gran secca delle elezioni Politiche per tentare di tenere nel test cruciale delle amministrative di questa primavera. Magari, rimettendo insieme i cocci di quello che un tempo era il centrosinistra. Un principio, quest'ultimo, riconosciuto specificamente da un punto del documento votato dalla direzione regionale, che ritiene "prioritaria la formazione di coalizioni imperniate sull'unita' del centrosinistra, dato che sono in gioco sfide politiche importanti non solo per le comunita' locali, per tutta la regione".

Lo stesso neo coordinatore ribadisce il concetto davanti ai giornalisti, al termine della riunione: "Nella mia esperienza politica ho sempre cercato di mediare le posizioni, di trovare ampi margini di manovra e di collaborazione con le forze che ci stanno su basi programmatiche e politiche". A sinistra del Pd, evidenzia, "non c'e' stato sinceramente un gran risultato il 4 marzo, ma comunque ci sono tante persone che fanno parte dalla nostra storia, dobbiamo ripartire anche da li'".

Gia' la prossima settimana, assicura, la reggenza prendera' in esame il fascicolo sulle candidature a sindaco nelle citta' toscane che andranno al voto, con una dose rafforzata di attenzione verso le due realta' piu' ricche di troppe turbolenze all'interno dei dem: Siena e Pisa. Il suo compito, piu' in generale, non sara' affatto semplice. Recati e gli altri 4 reggenti (Matteo Biffoni, Leonardo Marras, Valerio Fabiani, Adalgisa Mazza) dovranno traghettare il Partito democratico verso l'assemblea regionale e il successivo congresso, in base alle indicazioni che arriveranno dalla dirigenza nazionale, e scongiurarne al contempo uno sbandamento nel voto locale.

"Non e' mai facile rialzarsi- constata-, pero' non e' neanche possibile mollare, perche' crediamo in questo progetto: io sono fondatore del Pd dal 2007. Abbiamo anche esperienze importanti. Certo, la crisi non ha aiutato il partito di governo. Pure a livello locale la crisi va a ricadere su chi amministra". Di contro, la batosta non ha piegato lo spirito di iniziativa del partito. "Non ci sentiamo, comunque, sconfitti- sostiene-. Abbiamo una classe dirigente da poter rimettere in campo e da li' dobbiamo riprendere il discorso".

Lo spirito unitario, o quasi unitario- visto il dissenso della vice capogruppo in Regione Monia Monni con Stefano Bruzzesi e Francesco Gazzetti-, viene condito con un messaggio di speranza: "Dobbiamo tranquillizzare la nostra base, i nostri iscritti- aggiunge-, cercare di aprirci ai mondi economici che sono presenti nel nostro territorio, perche' ci attendono degli appuntamenti importanti e vogliamo farci trovare pronti". E per aiutare l'apertura "di una stagione nuova" dal punto di vista programmatico, la direzione indica alla reggenza l'obiettivo di creare una commissione 'Toscana 2030' con il coinvolgimento dei territori e delle migliori esperienze del partito e della societa' civile per lanciare "nuove politiche per il futuro della regione e favorire la ricostruzione di un campo largo e plurale di centrosinistra".

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