Our Cities: alla Palazzina Reale il festival internazionale di architettura delle trasformazioni urbane

Dal 22 al 25 ottobre un viaggio in dieci #hashtag.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2015 18:44
Our Cities: alla Palazzina Reale il festival internazionale di architettura delle trasformazioni urbane

Firenze, lunedì 19 ottobre 2015 – Un “cannocchiale” puntato sullo stato di salute delle città europee nei prossimi venti anni. Sulle trasformazioni che i centri abitati attraverseranno per rispondere alle esigenze sempre nuove della società che cambia e alle urgenze dettate dalla crisi economica globale. Nasce con questi obiettivi OurCities, il festival internazionale di architettura organizzato dallo studio Itinerant Office in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Firenze e la Fondazione Architetti Firenze, in programma alla Palazzina Reale di Santa Maria Novella, nuova casa dell'architettura, dal 22 al 25 ottobre.

Quattro giorni di dibattiti aperti a tutti, tavole rotonde dal carattere multi-disciplinare e laboratori pratici per studiare il futuro dello spazio urbano insieme agli addetti ai lavori e agli esperti della materia. L'iniziativa si inserisce nell'agenda culturale dell'associazione New Generations, approdata lo scorso autunno per la prima volta nel capoluogo toscano con il festival Futurology, fotografia sull'architettura under 40 e le sue prospettive.

Come in quella occasione, ad aprire la kermesse, giovedì 22, sarà un workshopriservato agli studenti universitari e ai neolaureati (che dovranno essersi precedentemente iscritti), chiamati a ripensare le funzioni di un luogo simbolo di Firenze come piazza Vittorio Veneto, crocevia tra il centro storico e la periferia, porta d'ingresso del Parco delle Cascine. Ne nascerà un progetto di riqualificazione vero e proprio che sarà presentato nel corso della manifestazione. Il workshop, aperto a ogni disciplina, verrà seguito da Space&Matter, giovane studio di architettura di Amsterdam tra i più apprezzati in Europa, e da Michele Ferretti, esperto in mapping e data visualization, che seguirà le fasi di analisi.

Venerdì 23 alle 18 inaugurazione delle attività aperte al pubblico, che proseguiranno fino a domenica 25. Il calendario prevede quindici presentazioni frontali dal titolo Hashtag City affidate ad altrettanti studi di architettura in arrivo da otto Paesi diversi chiamati a illustrare le dieci parole chiave scelte da ognuno di loro per definire e identificare le città di domani, i loro bisogni e le loro necessità.

#Bio, #Social, #SecondHandFuture, #Diversity, #Flexible, #Recycle, #Robots, #Urbanfarmer sono solo alcuni dei 150 vocaboli selezionati dai partecipanti alle Hashtag City, tra cui si contano gli italiani Francesco Lipari, fondatore dello studio Ofl Architecture e della rivista Cityvision, gli esponenti di Bam! - Bottega di architettura metropolitana e del collettivo degli studenti del Politecnico di MilanoParasite 2.0. Sul fronte internazionale, tra i nomi presenti ad Our Cities ci sono ad esempio lo studio di architettura turco Pattu, i romeni di Wolfhouse Productions, l'architetto bulgaro Ljubo Georgiev, lo spagnolo Rodrigo Garcia.

Quattro le tavole rotonde in programma, animate da una trentina di ospiti internazionali tra architetti e professionisti in arrivo da numerosi settori. Plural Citydiscuterà dell'impronta multi - disciplinare del progetto, delle figure e dei ruoli centrali nella definizione degli spazi urbani. All'incontro Tool City si parlerà degli strumenti a disposizione. Il dibattito Urgent City affronterà le principali urgenze di oggi e di domani. Mentre la tavola rotonda conclusiva, (R)evolution City, riassumerà in un unico contenitore le tematiche affrontate nelle precedenti sessioni. Attesa agli incontri la presenza di rappresentanti delle istituzioni fiorentine e toscane.

Particolare attenzione, durante i dibattiti, sarà dedicata ai nuovi modelli sostenibili basati sulla partecipazione dei cittadini, il miglioramento della qualità urbana attraverso l'apporto delle tecnologie più avanzate e la messa in campo di politiche per la riattivazione degli spazi dismessi.

Tutte le iniziative si svolgeranno in lingua inglese.

Il festival è stato presentato stamani alla Palazzina Reale alla presenza degli organizzatori e dell'assessore all'Urbanistica del Comune di Firenze Lorenzo Perra.

Attraverso la ricerca che portiamo avanti con Itinerant Office e New Generations – dice il curatore del festival Gianpiero Venturini- ci troviamo spesso ad indagare due aspetti di fondamentale importanza per il dibattito architettonico contemporaneo: da una parte la necessità, per noi architetti, di confrontarci a 360° con esperti che non sono propriamente abituati a dialogare con il mondo dell'architettura. Dall'altra, la ricerca di nuovi formati che sappiano incentivare nuovi modelli di confronto e collaborazione. Il progetto Our Cities, prova ad unire questi due elementi, attraverso un esperimento di curatela collaborativa che coinvolge architetti, sociologi, biologi, amministrazioni e cittadini attraverso un formato aperto, che si propone di confrontarsi sui temi che caratterizzano la città contemporanea”.

Le modalità con cui declinare lo sviluppo urbano delle città di domani con l'impegno a non consumare nuovo suolo, la capacità di affrontare i cambiamenti climatici e i flussi migratori: sono solo alcune delle riflessioni che affronteremo durante il festival– dice il presidente dell'Ordine degli Architetti di Firenze Egidio Raimondi –.Siamo orgogliosi di ospitare Our Cities alla Palazzina Reale in un momento in cui Firenze sta per vivere grandi trasformazioni, dalla riqualificazione dei contenitori dismessi alla nuova pista dell'aeroporto.

Non è un caso che il workshop progettuale abbia scelto piazza Vittorio Veneto, luogo simbolo di molte tematiche della riflessione sullo spazio urbano in tante città europee: snodo cruciale per la viabilità, porta di accesso al più grande parco cittadino, vicino al nuovo Teatro dell'Opera, alla Stazione Leopolda e a un'area di espansione come le ex Officine Grandi Riparazioni di Ferrovie. Un tema stimolante che metterà alla prova un gruppo di giovani architetti a cui auguro buon lavoro”.

Oltre alle tematiche di grande attualità che saranno affrontate – dice il presidente della Fondazione Architetti Firenze Tommaso Rossi Fioravantimi pare importante sottolineare che New Generations, lo scorso anno con l'edizione Futurology dedicata al futuro della professione dell'architetto, stavolta con OurCities, è la prima serie di incontri che la Fondazione organizza interamente in inglese. È fondamentale che le nuove generazioni di architetti italiani si affranchino da quel deficit linguistico che fino ad oggi, purtroppo, ha condizionato la professione di tanti colleghi, anche fiorentini. In quest'ottica New Generations è da considerarsi un'occasione per conoscere come si evolve la professione, oggi in Europa, sia sul piano dei contenuti che sotto il profilo della forma”.

Un’iniziativa di grande interesse – dice l'assessore comunale all'UrbanisticaLorenzo Perra - non solo per gli architetti ma anche per chi amministra la città ed è chiamato a programmare meglio i propri strumenti urbanistici. Sull’applicazione di questi strumenti registriamo molti elementi positivi da parte di soggetti italiani e stranieri interessati a nuove iniziative di valorizzazione degli immobili. Ma la città non si ferma e pensiamo già a un intervento di manutenzione dei piani nella consapevolezza che il presente stia già cambiando e della necessità di costruire regole che consentano all’economia contemporanea di essere accolta valorizzando il più possibile gli spazi. Abbiamo avuto un buon inizio e contiamo di ripopolare gran parte degli spazi abbandonati in città”.

I temi al centro del dibattito in Our Cities nascono da tre domande che nei mesiscorsi Itinerant Office ha posto all'attenzione di una selezione di architetti internazionali. Si è chiesto ai partecipanti di proporre una serie di “hashtag” per creare un nuovo vocabolario per il futuro delle città europee, di indicare quali fossero secondo loro i maggiori “protagonisti” delle trasformazioni urbane, comprese le professioni in grado di incidere maggiormente in questo ambito, e da ultimo di descrivere gli “strumenti” a disposizione per comprendere, definire e anticipare i cambiamenti di una città.

La partecipazione al festival consente ai professionisti iscritti all'Ordine degli Architetti di acquisire sei CFP per la formazione professionale obbligatoria.

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