Ostacoli al commercio di piante e altri prodotti agricoli per il Coronavirus

Confagricoltura Pistoia ha avviato una ricognizione fra le aziende associate, per capire i danni che l’emergenza sta facendo al ai prodotti, fra cui in particolare le piante ornamentali del distretto vivaistico pistoiese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 marzo 2020 23:50
Ostacoli al commercio di piante e altri prodotti agricoli per il Coronavirus

Ricadono in 3 categorie i tipi di problemi finora riscontrati nella circolazione e commercio dei prodotti agricoli pistoiesi, fra cui in primis le piante: reperimento di società di trasporto disponibili; disdette degli ordini; richieste di certificazioni inesistenti e immotivate. Il direttore Daniele Lombardi: la raccolta puntuale di segnalazioni dettagliate, inclusive di luoghi e tipologie di prodotti, servirà all’elaborazione di risposte adeguate alla risoluzione dei problemi.

Confagricoltura Pistoia prende di petto gli ostacoli alla libera circolazione e commercializzazione di piante e altri prodotti agricoli emersi nei giorni scorsi a seguito dell’emergenza Coronavirus e avvia una ricognizione puntuale e dettagliata fra gli agricoltori soci, fra cui in particolare i numerosi vivaisti, per vederci più chiaro.

In prima approssimazione, come specifica la comunicazione inviata ieri dai tecnici ai soci, i problemi riscontrati sembrano articolarsi in «tre categorie distinte: 1) difficoltà nel reperire società di trasporto disponibili; 2) disdette e rifiuto unilaterale ad acquisire la merce contrattata in base agli ordinativi; 3) richieste di certificazioni specifiche che attestino la salubrità del prodotto rispetto ad un presunto rischio di contagio».

Come ribadito infatti anche nella «nota DGSAF 5086 del 2 marzo 2020», con la quale il Ministero della Salute ha indicato i provvedimenti da attuare per la gestione dell’emergenza da Coronavirus nell’ambito della sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare, «non vi sono al momento evidenze scientifiche della trasmissione del virus SARS-COV-2 dagli animali all’uomo e attraverso gli alimenti», come spiega la nota di Confagricoltura Pistoia, e quindi «la sicurezza alimentare viene garantita dalle attuali norme», mentre la richiesta di ulteriori certificazioni non è né prevista né appropriata.

«Le segnalazioni di difficoltà sinora pervenute - sottolinea il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi - necessitano di riferimenti puntuali per essere poi a loro volta inoltrate alle istituzioni competenti per una risoluzione delle problematiche riscontrate. Per tale motivo, abbiamo deciso di avviare una ricognizione del fenomeno e chiedere alle azienda agricole nostre socie di indicarci casi concreti di problematiche che stanno caratterizzando i flussi commerciali; ovviamente solo per quanto concerne l’emergenza Coronavirus».

In particolare occorrerebbe conoscere per ogni caso:

a) il prodotto interessato, indicandone quantitativi e tipologia;

b) la problematica riscontrata che ostacola gli scambi;

c) il soggetto che frappone impedimenti, istituzione o impresa che sia;

d) la località, in Italia o all’estero, dove si è constatata la problematica.

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