Nidi gratis: una rivoluzione epocale

Da settembre 2023 operativa la misura. Leonardo Alessi, presidente FISM: "Accogliamo il progetto della Regione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2023 22:43
Nidi gratis: una rivoluzione epocale

Allargare la platea dei bambini e delle bambine che possono beneficiare degli asili nido e degli altri servizi per la prima infanzia per fare un investimento di qualità sul futuro della Toscana. Questo l’obiettivo del progetto Nidi gratis, fortemente voluto dalla Regione Toscana che ci ha lavorato fin dall’avvio della legislatura.

Un progetto unico nel suo genere a livello nazionale, che oggi muove i primi passi concreti e che già dal prossimo anno educativo, a partire dal settembre 2023, sarà pienamente operativo. La giunta ha approvato la delibera con gli elementi essenziali del’avviso che servirà a sostenere la frequenza al nido di bambine e bambini di famiglie con Isee fino a 35 mila euro per l’anno 2023-2024. L’intervento sarà finanziato con 40 milioni complessivi (20 milioni per anno) tratti da risorse del Fondo sociale europeo 2021-2027. La misura è stata illustrata nei dettagli oggi nel corso di un evento al Cinema La Compagnia di Firenze.

Ecco come funziona

Approfondimenti

Il contributo della Regione integra il bonus nidi erogato dall’Inps per ridurre la quota delle rette a carico delle famiglie. Ma mentre il bonus Inps viene concesso a rimborso, dopo che la retta è stata anticipata dalla famiglia, la Regione ha deciso di integrare direttamente la quota che eccede il rimborso Inps (272,72 euro per Isee fino a 25 mila euro e 227,27 per Isee fino a 35 mila), praticando così una sorta di “sconto” fino a concorrere all’intero ammontare di una retta mensile massima di 800 euro. I genitori con Isee fino a 35 mila non dovranno quindi sborsare un euro. Ciascuna famiglia potrà beneficiare di uno sconto garantito dalla Regione Toscana fino ad un massimo di 5.800 euro per 11 mesi (settembre 2023-luglio 2024).

Chi può accedere

I nuclei familiari con bambini e bambine, residenti in Toscana, con un’età fino a 3 anni e con Isee fino a 35.000 euro. Lo sconto della Regione viene riconosciuto per i nidi ma anche per Spazi gioco e Servizi educativi in contesto familiare.

La procedura prevista

A inizio marzo verrà approvato il bando regionale rivolto a Comuni e Unioni di Comuni mentre ad aprile partirà il bando rivolto alle famiglie. Entro fine aprile Comuni e Unioni di Comuni individueranno i servizi presso i quali sarà possibile beneficiare della misura Nidi gratis e trasmettono l’elenco alla Regione. A maggio sarà approvato dalla Regione l’elenco dei nidi presso i quali sarà possibile beneficiare della misura. Da fine maggio a fine giugno, le famiglie presentano domanda. Dopo l’istruttoria da parte di Regione e Comuni, entro il 10 agosto verrà approvato il decreto con l’individuazione dei beneficiari e l’assegnazione delle risorse a Comuni e Unioni di Comuni.

Da settembre le famiglie beneficeranno degli sconti garantiti dalla Regione e, fra ottobre e novembre, se vi saranno economie, verrà fatto un nuovo bando e riaperta la possibilità di presentazione delle domande. La previsione è di coinvolgere in prima battuta almeno 10.000 famiglie, per arrivare in futuro a coprire tutte quelle con Isee inferiore ai 35 mila euro.

“È una scelta politica chiara sul piano pedagogico-educativo, che rappresenta una rivoluzione epocale per la Toscana e lancia un messaggio al governo sulla necessità di investimenti per i servizi per la prima infanzia. Perchè dobbiamo tutti renderci conto quanto è fondamentale garantire questi servizi per la fascia d’età sotto i tre anni”.

Dal Cinema la Compagnia di Firenze dove questa mattina si è svolto l’evento di presentazione con sindaci e amministratori toscani, il presidente Eugenio Giani definisce così “Nidi Gratis” - intervento per l’ “accesso universalistico” ai servizi educativi 0-3, inserito nel più ampio progetto regionale sull’autonomia Giovanisì - che la giunta approva nella seduta odierna e che sarà pienamente operativo con il prossimo anno educativo 2023-2024.

“Una misura unica nel nostro paese - aggiunge Giani - tra quelle messe in campo dalle Regioni italiane, che ho voluto sin dal momento in cui sono diventato presidente”.

Nidi Gratis” è rivolto a redditi Isee fino a 35 mila euro. Pensato “per ceti sociali economicamente più in difficoltà”, verrà realizzato grazie alle risorse del nuovo Fondo sociale europeo. “La Commissione ha già approvato il progetto e lo ha formalizzato come buona pratica”, rende noto il presidente, precisando che si tratta di “un investimento da 233 milioni di euro fino alla fine di questo settennato di fondi europei, ovvero il 2027, tra risorse Fse e regionali”.

Tra gli obiettivi “aumentare la quota di bambine e bambini che oggi frequentano i nidi, oggi attorno al 38%”, “favorire l’occupazione” e giungere alla costruzione di nuovi asili, potenziando la rete dei servizi attualmente composta da 950 strutture distribuite in 180 Comuni su 273”, magari “attraverso le risorse del Fondo sociale per sviluppo regionale, il bando asili del Pnrr, e risorse nostre”.

“Questa è una misura per le famiglie che si inserisce nel nostro progetto complessivo sulla parità di genere e con la quale la Toscana della pedagogia e dell’educazione ritorna ad essere protagonista”, osserva Giani, mentre nel suo intervento dal palco cita alcuni grandi pedagoghi di terra toscana come Pestalozzi, Lambruschini, Gino Capponi, fino allo stesso Don Milani.

“Un progetto – conclude il presidente – che si imposta sui sindaci, sugli amministratori”. “Protagonisti sono la Regione assieme ai Comuni e alle Unioni dei Comuni” con i quali “stringiamo una Santa Alleanza”, perché “la Toscana diffusa deve imperniarsi su un rapporto costante con gli enti locali”.

"Con la misura Nidi Gratis vogliamo garantire che il nido sia un diritto per tutte le bambine e per tutti i bambini toscani, e non solo per quelli che nascono in una famiglia che può permetterselo” afferma l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini, che tiene a sottolineare “la valenza educativa e pedagogica di questa scelta”. “Investire sui nidi – prosegue - significa, prima di tutto, combattere e prevenire dispersione e abbandono scolastico, sostenere il successo scolastico, contrastare povertà e disuguaglianze educative”.

“In secondo luogo, - conclude Nardini - gli investimenti sui nidi favoriscono la conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro delle giovani famiglie. In una società purtroppo ancora patriarcale come la nostra, dove il tempo di cura non è equamente distribuito all'interno della coppia, gli investimenti sui servizi per l’infanzia impediscono che una donna si trovi a scegliere tra diventare madre, se lo desidera, e tornare a lavoro, che una donna sia costretta a rinunciare alla propria carriera lavorativa, rappresentano uno strumento a sostegno dell'occupazione femminile”.

Leonardo Alessi, presidente FISM Toscana, interviene sul tema dei Nidi gratis: "La Fism accoglie con soddisfazione il progetto della Regione sui nidi gratis al quale aderiremo con tutte le nostre strutture dedicate all’infanzia 0-3. E, allo stesso tempo, ci siamo già attivati per implementare i servizi dei nidi, come richiesto dal Presidente Giani. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per tre motivi principali: aiutare le famiglie e combattere, così, la grave crisi demografica che sta investendo il nostro Paese, offrire nuovi posti di lavoro, dal momento che aumenterà l’offerta e permettere alle mamme di poter dedicare del tempo alla propria vita professionale e personale".

“Dopo aver apprezzato, prima tra le Regioni, la decisione di impugnare alla Corte Costituzionale la norma sul dimensionamento scolastico, la Regione Toscana compie un’altra scelta politica forte di investimento sull’istruzione dei bambini e delle bambine con il progetto Nidi Gratis, eliminando una delle barriere più forti all’accesso ai servizi all’infanzia, soprattutto per le giovani coppie con meno possibilità economiche -interviene Cgil Toscana- Nel momento in cui tutte le ricerche (ricordiamo in ultimo il rapporto Caritas di pochi mesi fa) ci dicono che l’Italia è un Paese a mobilità sociale bloccata, un Paese in cui la povertà si eredita e tra i fattori più condizionanti vi è proprio l’istruzione fin dalla più tenera età, la scelta della Regione è una scelta lungimirante che non possiamo che sostenere con forza.

Nella consapevolezza di una auspicata e possibile crescita della domanda, chiediamo però ai Comuni di garantire priorità di investimento nei servizi educativi pubblici dotandoli di nuove energie, forza e risorse, servizi da sempre considerati eccellenze a livello nazionale ed internazionale, fonte inesauribile anche di elaborazione e sperimentazione che è stata ed è fondamentale per garantire la qualità di tutto il sistema.

Alla Regione, come naturale conseguenza di questo straordinario impegno, chiediamo, nell’occasione della revisione del regolamento sull’accreditamento, di fare ogni sforzo per garantire, anche attraverso questo strumento, che si possa coniugare sempre più qualità dei servizi con la crescita di lavoro di qualità e con la valorizzazione delle professionalità di tutti quelle donne e quegli uomini che educheranno le donne e gli uomini di domani”.

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