Migranti e Decreto Sicurezza: “Bomba sociale”

Salvini contro i 'ribelli'. Grassi, Verdi e Alberici: "Dalla parte del sindaco di Palermo, contro una legge che i problemi li crea, non certo ne risolve". Per il sindaco di Sesto Fiorentino: "Corriamo il rischio di dover fronteggiare una vera e propria bomba ad orologeria". Il sindaco di Pisa Michele Conti: “le leggi si rispettano. Dibattito da campagna elettorale”. Di Giorgi (PD): “L'iniziativa del primo cittadino di Firenze fa chiarezza sulla pericolosità della norma che porta la firma del ministro ed avvicina il ricorso alla Corte Costituzionale”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 gennaio 2019 16:28
Migranti e Decreto Sicurezza: “Bomba sociale”

E' scontro istituzionale in atto fra alcuni sindaci, compreso il primo-cittadino di Firenze Dario Nardella, e il Ministro dell'Interno sul cosiddetto decreto sicurezza. Il titolare del Viminale oggi torna sulla questione nel corso di una diretta Facebook e ribadisce che chi non rispetta il decreto ne risponderà.

Già diversi Sindaci hanno dichiarato di temerne le conseguenze e di avere in mente la possibilità di frenarne l'attuazione. Nel video la posizione del Sindaco di Comune e Città metropolitana di Firenze e il quadro che si prospetta per la Metrocittà. A Firenze non sarà violata alcuna legge, ma verrà aperto un tavolo con associazioni ed enti per azzerare gli effetti negativi del decreto, potenzialmente anche con un ricorso, non diretto ma incidentale, alla Corte Costituzionale.

"Nardella dovrà rispondere ai cittadini di questo suo atteggiamento nei riguardi di una legge dello Stato che mira solo ed esclusivamente a tutelare le persone ed a garantirne la sicurezza. Per mesi si è opportunisticamente riempito la bocca parlando di sicurezza, con la faccia tosta che può avere solo uno come lui essendo stato per mezzo della sua politica buonista e scriteriata negli ultimi anni tra i principali responsabili della situazione di degrado ed insicurezza nella quale versa Firenze".

Dichiara il segretario provinciale della Lega Alessandro Scipioni. " È sempre più evidente agli occhi della gente quale sia la vera natura del sindaco di Firenze e di quelli delle altre realtà nelle quali la mentalità di questi buonisti radical chic crea costanti danni, le cui spese le devono fare i cittadini. Sono curioso di vedere come pensa di disapplicare una legge dello stato e sono ancora più curioso di capire come intende fare la parte del paladino della legalità rifiutandosi di ottemperare a quanto richiesto da una norma democraticamente entrata a far parte del nostro ordinamento.

Un sindaco nell'esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale, dunque se non se la sente di applicare la legge deve avere la coerenza di dimettersi. Ma certo non posso chiedere a Nardella un gesto di coerenza visto che ha fatto dell'incoerenza la linea guida principale della propria gestione".

"Nello scontro aperto tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, noi ci schieriamo convintamente dalla parte del sindaco che coraggiosamente ha dato mandato agli uffici di sospendere l'applicazione del decreto Sicurezza in materia di rilascio delle residenze ai migranti, in attesa di approfondimenti giuridici". Lo affermano il Capogruppo Tommaso Grassi insieme alle Consigliere comunali Donella Verdi e Adriana Alberici. "Se sindaci, come quello di Palermo, arrivano ad atti così forti dal punto di vista istituzionale, anche se nella forma della sospensione del dettame legislativo, è un grido di allarme che giunge da chi ogni giorno si confronta con la gestione di un tema sicuramente difficile, divisivo e che deve essere amministrato avendo ben presente la nostra Costituzione.

E' in questa ottica che sosteniamo, anche da Firenze, l'azione del sindaco Orlando e dei gruppi di sinistra che nel Consiglio comunale hanno portato all'approvazione di un documento dall'alto valore. Certo, la politica deve trovare altre strade per arrivare alla cancellazione del Decreto Salvini, nella gran parte delle sue disposizioni: unire il tema dell'immigrazione a quello della sicurezza è razzista, fuorviante, falso e demagogico. L'azione di Palermo e dei Comuni che faranno altrettanto deve essere un primo atto e mai ci sogneremmo un Paese dove l'applicazione delle leggi sia demandato all'orientamento politico dei singoli livelli istituzionali.

In questo caso, anche atti e posizioni nette sono motivati dall'umanità, dalla lotta alle ripercussioni discriminatorie tra persone e dalla necessità di non alimentare lotte tra poveri, basate sul colore della pelle, del paese di origine, o della propria religione." "Un decreto che troviamo disumano, come lo ha definito Mimmo Lucano, e contro il quale è un dovere lottare per ripristinare e garantire a tutte e tutti, universalmente, sul territorio nazionale diritti e doveri sanciti dalla nostra Costituzione.

Già dai primi mesi di applicazione ci si può render conto come il decreto Salvini sia una legge che i problemi li crea, non certo ne risolve: uomini e donne buttate in mezzo ad una strada, senza accoglienza e supporto, che non hanno altra via che chiedere aiuto alle amministrazioni comunali e gravare sui bilanci dei cittadini. Un decreto che sembra persino scontrarsi col famoso slogan di 'prima gli italiani': i quali potranno scegliere se lasciare in mezzo ad una strada le persone, che certo non scompaiono nel nulla con una legge o, in assenza di finanziamenti statali sostitutivi ai Comuni, assistere ad una compressione delle risorse disponibili nei bilanci comunali.

Senza contare che decine di persone abbandonate nelle nostre città rischia di creare una vera emergenza anche sul fronte della sicurezza." "Al sindaco Nardella chiediamo, dopo che ogni ora pare ritrattare la posizione espressa a caldo nella giornata di ieri, di chiarire se farà l'ordinanza, sullo stile del Comune di Palermo, per disapplicare il decreto Salvini, oppure applicherà le norme. Questo il contenuto di un question time che il nostro gruppo ha depositato per il Consiglio di lunedì prossimo".

Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, e l’assessore alle Politiche sociali, Camilla Sanquerin, hanno incontrato questa mattina gli Enti gestori dei CAS presenti sul territorio comunale, cooperativa “Il Cenacolo” e Caritas, e alcuni rappresentanti della CGIL, tra i promotori dell’appello sull’accoglienza lanciato nelle scorse settimane insieme ad altre sigle. L’obiettivo della riunione, alla quale hanno preso parte anche i servizi sociali della Società della Salute, era quello di fare il punto sulla situazione dei CAS presenti a Sesto Fiorentino dopo l’entrata in vigore del cosiddetto “Decreto Sicurezza”. “Siamo molto preoccupati per le conseguenze che il decreto avrà sul nostro modello di accoglienza, come evidenziato anche dai gestori - spiegano Falchi e Sanquerin - In questi anni, a Sesto Fiorentino, è stato svolto un ottimo lavoro con i migranti richiedenti asilo, creando opportunità di incontro, di formazione, di inserimento sociale e professionale alle quali ha partecipato tutta la comunità sestese.

Per effetto del decreto, nel giro di qualche mese, corriamo il rischio di dover fronteggiare una vera e propria bomba sociale ad orologeria, innescata da chi ha voluto un decreto che di sicurezza parla solo nel nome e che di fatto favorisce la marginalizzazione e la discriminazione, lasciando le Amministrazioni comunali da sole ad affrontarne le conseguenze. E' necessaria una risposta coordinata tra i Comuni dell’area metropolitana e in questo senso auspichiamo che quanto prima si arrivi a un tavolo condiviso con le altre Amministrazioni - proseguono - La battaglia da combattere è duplice: da una parte c’è l’opposizione politica ad un decreto discriminatorio e incostituzionale, dall’altra c’è la necessità di individuare subito strumenti idonei a mantenere una rete di accoglienza in grado di farsi carico di chi arriva e chiede protezione umanitaria, come ci impongono la nostra Costituzione e il senso di solidarietà.

Anche per questo aderiamo all’appello lanciato dalla CGIL e da altre organizzazioni per promuovere una presa di coscienza collettiva e una reazione positiva che non può che partire dai Comuni, l’istituzione chiamata per prima a dare risposte alle sfide della realtà. Sostengo e condivido le prese di posizione di molti sindaci, a partire da quello di Palermo, e ho chiesto ai nostri uffici di approfondire il contenuto del decreto per comprendere quali possano essere le implicazioni per la nostra amministrazione e le possibili modalità di azione - precisa il sindaco Falchi - Al Ministro Salvini mi permetto di far notare che la realtà non sparisce né per decreto né con un tweet, come saprebbe bene se fosse mai stato sindaco: di fatto, si chiede ai Comuni di affrontare una situazione complessa e disumana soltanto per assecondare gli appetiti elettoralistici e irresponsabili delle forze politiche che sostengono il governo”.

 “La legge si rispetta e si applica – commenta il deputato fiorentino Gabriele Toccafondi -  ma il decreto sicurezza crea problemi, non li risolve perché lascia tante persone straniere senza più alcun controllo, in mezzo a una strada e quindi potenziali vittime o manovali della criminalità più o meno organizzata." “Di certo la sicurezza è un tema reale e sentito dalla gente – puntualizza il deputato fiorentino - , ma a questo diritto si risponde con più agenti e garantendo la certezza della pena.

Salvini viene a Firenze, promette almeno 250 agenti in più, poi si scopre che in tutta Italia ne assumono 1000! E dov'è la certezza della pena se gli spacciatori fermati al parco delle Cascine vengono rilasciati dopo 24 ore? Il decreto “sicurezza” indica il problema, non lo risolve – sintetizza Toccafondi -, e anzi crea tanti nuovi problemi lasciandoli ai Comuni. Adesso si espelle i migranti dai centri di accoglienza, ma non li si rimpatria. In pratica gli si toglie lo strumento di accoglienza lasciandoli senza documenti e per la strada.

Senza più possibilità di controllarli saranno fuori da strutture e alla merce' dei criminali. Inoltre si smantella il sistema di accoglienza. Per la sicurezza vera invece non c’è un euro né per aumentare la dotazione delle Forze dell'Ordine né per dare strumenti al sistema giudiziario per garantire la certezza della pena. La sicurezza è un tema reale ha bisogno di risposte concrete, non di un decreto in cui la sicurezza sta solo nel titolo e neppure della disobbedienza di qualche sindaco” conclude Toccafondi.

“'Il cosiddetto DL Sicurezza non solo accrescerà di fatto il livello di insicurezza nel nostro Paese, ma, al tempo stesso, comporterà una serie di gravi discriminazioni nei confronti dei richiedenti asilo e renderà impossibile per gli amministratori determinare i servizi pubblici e sociali che i Comuni hanno l'obbligo di garantire, creando una pesante confusione amministrativa senza alcun beneficio per la collettività. In Parlamento i deputati Pd hanno tentato ogni strada per opporsi ad una norma di cui personalmente mi vergogno come cittadina italiana.

Purtroppo, come sappiamo, niente è servito a fermare gli intenti propagandistici del ministro Salvini. L'iniziativa del sindaco Nardella, e degli altri che si stanno muovendo in queste ore sulla stessa linea, è dunque un atto coraggioso che va sostenuto” lo dichiara la deputata del partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi, commentando le iniziative del primo cittadino di Firenze. " Bene dunque studiare, all'interno del recinto delle leggi, quelle soluzioni che permettano di lenirne gli aspetti più degradanti e più pericolosi per la convivenza civile.

E bene, allo stesso tempo, ricorrere alla giustizia, al fine di verificare se le norme contenute nel DL Sicurezza siano o meno conformi al Diritto Europeo e alla Costituzione" sottolinea Di Giorgi. Che conclude: " l'iniziativa equilibrata intrapresa da Nardella è pertanto estremamente preziosa perché da un lato consente di arrivare in tempi rapidi a fare la necessaria chiarezza sul piano giuridico, dall'altro fornisce risposte amministrative alle lacune di una legge che sembra fatta apposta per aumentare la clandestinità ed il disagio per tutti i cittadini, italiani o stranieri che siano".

Il Fronte Nazionale di Firenze commenta in una nota inviata ai giornali: "Nardella, sindaco di Firenze, si accoda alla protesta di Orlando e De Magistris contro il pacchetto sicurezza. Vorremmo ricordare allo stesso sindaco che la causa dell'aumento dei crimini a Firenze è della sua parte politica che ha autorizzato ingressi nella Nazione di criminalità proveniente da altri paesi senza controllo, salvo poi chiedere maggiore presenza sul territorio di forze dell'ordine. Tutto questo si chiama fallimento e lo si invita a prenderne atto, magari dando le proprie dimissioni. Crediamo sia un brutto esempio, oltretutto, invitare ad osservare la legge solo quando fa comodo".

"La scelta di Leoluca Orlando, Dario Nardella e Luigi De Magistris, Sindaci di Palermo, Firenze e Napoli, non è disobbedienza, perché obbediscono alla Costituzione, la legge suprema sulla quale hanno giurato -è la la posizione di Valerio Fabiani, membro della Direzione Regionale del Partito Democratico e componente del coordinamento dell'area Zingaretti in Toscana- Il Decreto Salvini è razzista, discriminatorio e disumano e produrrà insicurezza.

Esso è del tutto coerente con la crudeltà con la quale il Governo "fischietta" di fronte ad una nave che da 12 giorni è in mare con il suo carico di disperazione, esposta a freddo, venti e tempeste. 49 esseri umani, fra cui donne e bambini che stanno male abbandonati al loro destino, la cui unica colpa è quella di essere nati dalla parte sbagliata del mare. Questa non è l'Italia, la sua storia, la sua civiltà. Questa gente non ci rappresenta e chi tace diventa complice. Io sto con i sindaci e con l'Italia della solidarietà, l'unica in grado di garantire vera sicurezza per tutti".

Intervento anche del Sindaco di Pisa Michele Conti: “Stiamo assistendo da qualche ora ad un dibattito inutile e da campagna elettorale, alimentato ad arte da alcuni sindaci più interessati ad accendere i riflettori su se stessi che non sui problemi reali delle città da loro amministrate. Non spetta al sindaco disobbedire alle leggi dello Stato, ma sempre e comunque farle applicare. Il decreto sicurezza, che condivido e che difende i diritti degli italiani e degli immigrati regolari, ha seguito l’iter democratico previsto dalla Costituzione: è stato approvato dal Parlamento, firmato e promulgato dal Presidente della Repubblica; se Orlando, De Magistris o altri non lo condividono facciano pure ricorso alla Corte Costituzionale e ci facciano sapere con che soldi pagheranno il ricorso, se con i propri o con quelli dei contribuenti.

Fino a quel momento la smettano di far politica e facciano gli amministratori, ruolo per cui sono stati votati dai loro cittadini. Noi a Pisa siamo concentrati a rispettare e far rispettare le leggi, a garantire la sicurezza ai nostri cittadini e i servizi a chi ne ha bisogno”

Giovedì 10 gennaio presso SMS PERETOLA si terrà il secondo incontro sulle Leggi Razziali del 1938, L’incontro si svolgerà in due momenti:

  • Ore 18.30: Proiezione di un estratto di “Viaggio senza ritorno”, puntata del 13 ottobre de “ Il Piacere della Scoperta” di Alberto Angela, dedicato alla deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943 ( a Cura di Massimiliano Scudeletti)
  • Ore 21: presentazione del libro “Sotto gli occhi di tutti” di Valeria Galimi, ricercatrice di Storia Contemporanea, che dialogherà con il giornalista Domenico Guarino. Il libro indaga sulle reazioni degli “italiani brava gente” alla promulgazione e le conseguenze delle leggi razziali sui concittadini ebrei.

Sarà presente e interverrà Ugo Caffaz esponente della Comunità Ebraica di Firenze. Chi desidera usufruire del buffet (7 euro) alle 20 è pregato di prenotarsi al 055 317131 entro mercoledì 9 gennaio.

Video gallery
In evidenza