Meningite: 22 i casi registrati in Toscana dall'inizio dell'anno

Donzelli: la Regione investa per capire le cause del contagio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 aprile 2016 22:11
Meningite: 22 i casi registrati in Toscana dall'inizio dell'anno

FIRENZE– Con quello che si è verificato ieri a Pisa, salgono a 22 i casi di meningite registrati in Toscana dall'inizio dell'anno. Appartengono al tipo C, quello più pericoloso, 17 casi. Tre invece sono del ceppo B, 1 caso è il W e 1 risulta non appartenere alle tre tipologie precedenti. Facendo riferimento alle ex Asl, la più colpita dal meningococco C risulta quella di Empoli, con 5 casi dall'inizio dell'anno ad oggi, seguita da quelle di Firenze e di Pistoia con 4 casi ciascuna. A Prato i casi registrati da gennaio sono 2, 1 a Grosseto e poi c'è quello di ieri a Pisa.

Prima di quello di ieri l'ultimo episodio di meningite di tipo C si era registrato a S. Croce sull'Arno (che appartiene alla ex Asl empolese) il 29 marzo scorso. Nel 2015 si sono registrati 38 casi: 31 di ceppo C, 5 di ceppo B, 1 di ceppo W, 1 non tipizzato. Le morti dall'inizio del 2016 sono 4 (una a Pistoia, una a Prato e 2 a Empoli) tutte riconducibili al gruppo C. La Regione rinnova l'appello a vaccinarsi, unico modo per difendersi dal batterio, e ricorda che decine di migliaia di dosi sono state consegnate ai medici di medicina generale che stanno vaccinando migliaia di cittadini. Tra le misure adottate dalla Regione c'è l'indagine epidemiologica che sta conducendo l'Agenzia regionale di sanità per determinare quanti siano i portatori sani di meningite.

Riguarderà oltre 2.400 cittadini residenti nelle zone più colpite (Empoli e Firenze) e in quelle finora meno colpite dal contagio (Siena e Grosseto). Al momento sono stati eseguiti circa un terzo dei tamponi faringei e nei prossimi giorni verranno presentati i primi parziali risultati.

I medici competenti di tutte le ex Aziende, riunitisi nelle settimane scorse, hanno infatti valutato che non vi siano evidenze scientifiche di maggior rischio per i lavoratori del servizio sanitario e neppure distinzioni, sotto questo punto di vista, tra reparto e reparto.

“Soddisfatto della risposta puntuale dell’assessore ma preoccupato perché le istituzioni continuano a brancolare nel buio. Sono mesi che parliamo di indagini epidemiologiche ma non abbiamo niente di concreto”. Così il capogruppo di FdI Giovanni Donzelli ha replicato all’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi che mercoledì ha risposto in aula all’interrogazione sulle indagini epidemiologiche sulla meningite. “Sulla presenza anomala di casi di meningite – ha detto Donzelli - in Toscana abbiamo fatto un’importante campagna di vaccinazione, necessaria ma che rischia di essere insufficiente se non capiamo il motivo per cui si sono verificati questi casi in cui non c’è contagio diretto”.

Secondo il capogruppo “è fondamentale capire da cosa dipende questo fenomeno, se ci sono fattori esterni, ambientali, antropologici, climatici”. Per rispondere alla domanda a chi e a quante persone siano state affidate le indagini, Saccardi ha ricordato due protocolli: il primo per lo studio retrospettivo e prospettico dei casi di malattia batterica invasiva da meningococco C in Toscana; il secondo che riguarda, invece, l’indagine di prevalenza nella popolazione toscana di portatore sano.

“La struttura responsabile per il coordinamento delle indagini epidemiologiche sui casi di meningite – ha detto Saccardi - è l’Agenzia regionale di Sanità che si avvale del proprio personale e di una unità di personale appositamente formato”. “I laboratori – ha aggiunto Saccardi – che eseguono le indagini e la conferma sui campioni biologici sono quello di microbiologia, virologia e sierologia di Careggi, di immunologia del Meyer e il dipartimento di malattie infettive dell’istituto superiore di sanità”. Riguardo alle risorse, Saccardi ha parlato di “5 mila 200 euro al laboratorio di Careggi e di 15 mila euro al Meyer a titolo di rimborso spese”; sulla spesa ad oggi invece “non ci sono rendicontazioni da parte dei laboratori coinvolti”.

Donzelli ha replicato che “rispetto ai milioni di euro investiti per i vaccini, 20 mila euro per capire i motivi dell’epidemia sono una cifra sproporzionata”. In conclusione Saccardi ha ricordato alcuni dati: “All’11 aprile 2016 erano stati raccolti 618 campioni, il 30 per cento nella fascia d’età 11-19 anni; al 6 aprile erano stati analizzati 485 tamponi di cui solo 5 positivi per il meningococco C”.

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