Maniaco di Ugnano: Firenze e il suo Mostro

La ricostruzione dei fatti che hanno riportato Firenze negli anni '80

Antonio
Antonio Lenoci
11 maggio 2014 17:36
Maniaco di Ugnano: Firenze e il suo Mostro

Andrea Cristina non era una prostituta di professione con una organizzazione alle spalle, ma una giovane straniera arrivata nel capoluogo toscano e costretta a vivere in uno stabile occupato assieme al compagno.Una figlia dimenticata dalla famiglia e bisognosa di soldi che in un tentativo estremo ha scelto di concedersi per denaro.L'ha adescata al Parco delle Cascine. L'ha accompagnata in un luogo appartato, alla periferia di Firenze, nei pressi del cimitero di Ugnano dove i residenti più volte hanno lamentato la presenza di prostitute, tossicodipendenti e spacciatori.

L'ha fatta spogliare, ha messo in atto il suo "gioco erotico" e l'ha abbandonata legata ad una sbarra carrabile dopo averle provocato ferite mortali. Chi ha scoperto il cadavere di Andrea Cristina all'alba in un primo istante non ha capito neppure cosa avesse davanti.Arma del delitto. Lacerazioni interne provocate da un oggetto allungato, probabilmente un palo.Reperti. Del nastro adesivo bianco e verde, dello stesso tipo in uso presso l'Ospedale di Careggi.

L'auto. Una vettura chiara, un furgonato, un doblò grigio.Precedenti. Sevizie e violenze compiute sul territorio con le medesime circostanze e quindi riconducibili ad un unica mente malata. Le ragazze però, in questi altri casi, sono sopravvissute al maniaco ed hanno potuto contribuire alle indagini attraverso le testimonianze rese al personale del Racis.

"Il Mostro è tornato" si è scritto e Firenze è ripiombata negli anni '80 quando i luoghi appartati erano assolutamente da evitare ed il terrore correva tra le coppiette.Identikit. Un uomo di mezza età, basso, tarchiato e con gli occhi chiari. Il profilo psicologico è quello del sadico, colui che prova piacere nel provocare dolore alle sue vittime. Un soggetto pericoloso che ha già colpito, senza arrivare all'omicidio, ma che presenterebbe forte pericolosità sociale ed alta probabilità di reiterare il reato.

La caccia alla "Bestia", così è stato soprannominato il maniaco di Ugnano dal Questore di Firenze, Raffaele Micillo, è finita presto.

Ad incastrare l'uomo le telecamere di zona che lo hanno ripreso in auto con l'ultima vittima. Il DNA lasciato sul nastro adesivo strappato con i denti e ritrovato in casa. Sempre in casa dell'idraulico sarebbero stati rinvenuti anche i bastoni usati per le sevizie.Ma a condurre gli inquirenti sulle tracce del sospetto sarebbe stata soprattutto l'intuizione di un investigatore che, meglio di un archivio digitale, ha fatto ricorso alla propria esperienza ed a memoria ha associato l'auto del soggetto ad un intervento compiuto nel passato recente.L'idraulico fiorentino di 55 anni ha confessato subito il crimine commesso alla madre che si è vista arrivare i poliziotti in casa, in via Locchi, e poi agli inquirenti.

Il Doblò era parcheggiato davanti alla Caserma dei Carabinieri di zona. Si dice di lui che fosse "un tipo strano".Il PM che ha seguito le indagini, Paolo Canessa, lo stesso del "Mostro", stavolta ha potuto contare su elementi certi e soprattutto sulla confessione del maniaco.Il caso è chiuso. Grande la soddisfazione dichiarata dai vertici delle Forze dell'Ordine, compreso il Ministro dell'Interno.Poteva essere fermato prima? Poteva essere evitata la morte di Andrea Cristina?Sono domande terribili, che l'opinione pubblica si pone, ma sa bene di avere davanti variabili infinite.

Il "Sistema" rischia di diventare il colpevole, le denunce, a partire dalle prostitute seviziate ed abbandonate in strada, fino ai residenti impauriti per il degrado della zona, a posteriori risultano voci inascoltate. Ma la voce di Andrea Cristina e del suo aguzzino chi le ha ascoltate?Vivevano a Firenze, avevano relazioni, ma ciascuno a suo modo è finito ai margini della società. Esseri 'strani' o addirittura 'invisibili' che oggi diventano vittima e carnefice. Ci siamo accorti di loro quando era già tardi.

Immagini di Luigi De Michele

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