L’offesa di Meloni a chi ha combattuto la dittatura

Indignazione per le parole contro i promotori del Manifesto di Ventotene, che diventa una scusa per la destra toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 Marzo 2025 14:39
L’offesa di Meloni a chi ha combattuto la dittatura

Le dichiarazioni fatte ieri dalla Presidente del Consiglio durante il dibattito alla Camera a proposito del Manifesto di Ventotene suscitano indignazione sia per il tono che per il contenuto. Nel suo intervento, la Presidente Meloni ha citato alcuni passaggi del Manifesto, estrapolandoli dal contesto per sottolinearne una presunta natura illiberale e antidemocratica, mettendo in discussione l’idea che il Manifesto di Ventotene possa costituire un riferimento per l’Europa di oggi.

Giorgia Meloni ha scelto il giorno sbagliato per attaccare il Manifesto di Ventotene. Nel programma TV “Il sogno” di Roberto Benigni ha messo in luce il valore storico straordinario del processo di unificazione europea che ne è scaturito.

La Fondazione “Ernesto Rossi-Gaetano Salvemini” di Firenze contesta l’uso politico della storia e la lettura strumentale del documento, operata a esclusivi fini ideologici, estrapolando e decontestualizzando alcuni passi del testo per distorcerne il significato in senso denigratorio: "Così facendo si offende la memoria di uomini che furono condannati a lunghi anni di carcere e di confino da parte del regime fascista per la loro strenua difesa dei valori di libertà e giustizia.

Non è questa la prima volta in cui il Manifesto federalista è stato preso come bersaglio polemico dai nemici del processo di unità federale dell’Europa, ma è la più grave per la carica istituzionale rivestita da Giorgia Meloni, per la sede ufficiale in cui ha espresso le sue valutazioni e per la grave situazione internazionale che richiederebbe invece investimenti morali e politici sull’Europa in una prospettiva di integrazione dei popoli e di pace. C’è dunque la necessità di fare ancora una volta chiarezza".

“Stanotte è stata vandalizzata con una scritta ingiuriosa la targa della rotatoria dedicata ali Martiri delle Foibe a Pisa. A quanto pare ci sono ancora troppi soggetti, che spesso si nascondono dietro la maschera dei paladini della libertà, che non vogliono riconoscere le dimensioni, la portata della tragedia avvenuta sul confine orientale a conclusione della Seconda Guerra Mondiale. E questo "riduzionismo" porta a tali episodi, purtroppo non così infrequenti. C’è ancora una parte politica che tende a minimizzare quanto accaduto e si rifiuta di condannare chi ha commesso quei crimini.

Una parte politica che legge la storia, e specialmente quella dell'immediato dopoguerra, accecata dell'ideologia, ancora oggi dopo 80 anni. Quella stessa parte politica che da ieri si sta scandalizzando per le parole dette dal Presidente Meloni sul Manifesto di Ventotene” ne approfittano l‘assessore alla Cultura del Comune di Pisa Filippo Bedini e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicecoordinatore regionale FdI Diego Petrucci.

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