Lidl: sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto integrativo

Il presidio a Firenze. La Filcams Cgil: “Alta l’adesione, senza risposte le mobilitazioni continueranno”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 Maggio 2025 23:30
Lidl: sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto integrativo

Firenze, 24-5-2025 - Oggi giornata di sciopero nazionale, indetto da Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale di Lidl. Davanti al negozio di via Toselli a Firenze, così come in altre città toscane, si è svolto un presidio di lavoratori e lavoratrici.

Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs “è inaccettabile che l'impresa dei discount, che conquista sempre maggiori quote di mercato e negli ultimi cinque anni ha fatto registrare in Italia oltre 1,3 miliardi di risultato positivo ante imposte, non abbia voluto investire maggiori risorse sui propri collaboratori che hanno reso grande l'insegna Lidl”.

Ha detto Gianni Filindassi di Filcams Cgil Firenze: “C’è stata alta adesione allo sciopero, con negozi chiusi o ad attività ridotta. Segno che il personale sente molto le ragioni dell’agitazione. Senza risposte le mobilitazioni continueranno”

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I sindacati così avevano spiegato le ragioni del l’agitazione: “In un contesto di crescita costante del fatturato (oltre 7 miliardi di euro) e utili ante imposte di circa 1,3 miliardi di euro negli ultimi cinque anni, sia giusto e doveroso redistribuire parte della ricchezza ai lavoratori che sono i protagonisti diretti di questi risultati.

Tra le proposte sindacali presentate e rifiutate dall’azienda: introduzione di un premio di risultato legato al raggiungimento di obiettivi; inserimento di una quota di salario fisso mensile; riconoscimento dei buoni pasto.

Anche sul fronte dell’organizzazione del lavoro, le risposte aziendali sono state ritenute insufficienti. Le criticità principali riguardano: eccessivi carichi di lavoro; totale incertezza nella programmazione degli orari, soprattutto per il personale part-time (circa il 75% della forza lavoro); mancanza di schemi orari definiti e stabili, in contrasto con quanto previsto dalle norme e dal contratto nazionale”

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