Lavoro: pagati con un buono pasto, per carità

Cgil Toscana si scaglia contro gli imprenditori che tolgono dignità ai lavoratori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2016 18:51
Lavoro: pagati con un buono pasto, per carità

Lavoratori precari. Cgil Toscana torna a rivendicare diritti che sembrano sempre più figurine sbiadite sull'Album del Come eravamo..Chiedono l'opportunità di imparare un mestiere e questo non lo si può negare, certo non riceveranno uno stipendio adeguato, per carità.Chiedono l'occasione di potersi fare un'esperienza da mettere nel curriculum ma non risultando dipendenti né collaboratori è difficile spendersi il titolo sul mercato delle assunzioni, per carità.Davanti al miraggio di un contratto impossibile da far sottoscrivere in un momento di incertezza economica sono pronti a forme alternative di retribuzione, ovviamente l'impegno richiesto non è soggetto alla crisi e le aspettative sono massime, per carità.Chiedono allora un piccolo rimborso spese che possa almeno sollevare l'ego dalla mortificazione del lavoro gratuito e farli sentire rispettati. Niente di impegnativo, basta un pasto, per carità.

Cgil monitora la situazione, ma l'elenco della pietà inizia a diventare lungo: “Pugno duro contro quei datori di lavoro che pagano le prestazioni con buoni pasto. Condivido la presa di posizione del Presidente Rossi, ma il Jobs Act che commina la sola sanzione amministrativa a chi paga lavoratori al nero andrebbe modificato e i voucher aboliti" tuona Mirko Lami."Chi paga attraverso i buoni pasto, oltre a denigrare una categoria fatta anche da imprenditori seri, toglie la dignità ai lavoratori.

Per quanto riguarda i voucher, come troppo spesso accade, se ne sta facendo un uso abnorme e che nulla ha a che vedere con le finalità per cui erano nati. E fu così che molti ragazzi che trovano lavori stagionali, vengono retribuiti attraverso voucher oppure, peggio ancora, con i buoni pasto. Allo stato non mancano certo gli strumenti per accertare questi soprusi. E' vero, le leggi ci sono, andrebbero applicate e in alcuni casi modificate" prosegue Lami.Cgil cosa propone? "Pensiamo ad esempio, che i voucher andrebbero aboliti, ci sono i contratti a chiamata per chi deve lavorare in un bar o in un ristornate per mezza giornata, per gli altri ci sono i contratti stagionali” conclude Mirko Lami, Segretario regionale Cgil Toscana.

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