La scuola Makarenko ancora in piazza a Scandicci

Un nuovo flashmob venerdì scorso per mantenere alta l’attenzione. I sindacati: “Non deve chiudere”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2021 23:40
La scuola Makarenko ancora in piazza a Scandicci

Oltre 100 paia di scarpine - e altrettanti libri - uniti, passo dopo passo, a disegnare un grande cuore che questa mattina ha colorato piazza Matteotti, proprio di fronte alla sede dei Servizi educativi. Sono apparsi venerdì mattina alle 7.00. Un nuovo messaggio che il Comitato “SalviamoLaMakarenko” ha voluto lanciare in difesa del Centro Educativo Integrato 1-6 che, se non ci sarà un ripensamento da parte dell’Amministrazione, già da maggio 2021 non prenderà nuovi iscritti e andrà nell'arco dei prossimi 3 anni alla chiusura.

La Rappresentanza sindacale unitaria del Comune, la Fp Cgil e la Uil Fpl si preparano ad organizzare manifestazioni di protesta che culmineranno nello sciopero del personale educativo contro la scelta incomprensibile di chiudere la scuola Makarenko, che è un pezzo di storia di questa comunità.

Ha avuto esito negativo, infatti, l’incontro avvenuto questa mattina con il Comune di Scandicci alla presenza della Prefettura. Esito negativo dovuto al fatto che l’Amministrazione Comunale non desiste dal proprio intento di volere chiudere la scuola Makarenko.

Le lavoratrici manifesteranno la loro contrarietà per una scelta unilaterale, sbagliata, maturata senza alcun confronto preventivo, che vuole chiudere una scuola prestigiosa, importante, a cui una parte significativa della comunità di Scandicci si oppone ormai da mesi.

E’ evidente l’intento di ridurre la proposta pubblica di servizi all’infanzia, di ridimensionare l’offerta educativa comunale, di risparmiare sul personale comunale e di favorire così i soggetti privati che operano soprattutto nell’ambito dei nidi, dove ormai la dimensione privata ha proporzioni analoghe a quella pubblica.

La rappresentanza sindacale unitaria e le organizzazioni sindacali sosterranno le azioni di protesta delle lavoratrici del settore che chiedono un netto ripensamento rispetto ad una scelta fortemente penalizzante per il futuro dei bambini, delle bambine di Scandicci e di chi opera al servizio della scuola pubblica.

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