La rapina degli italiani di cui si sa e si parla troppo poco

​Il libro di Antonio Parisi sugli Enti inutili

19 agosto 2015 20:43
La rapina degli italiani di cui si sa e si parla troppo poco

Il libro di Antonio Parisi “Enti inutili – La rapina degli italiani di cui si parla troppo poco” edito dalla Casa editrice Imprimatur ed acquistabile al prezzo di mette in rilievo che, per quanto possa sembrare fuori dalla realtà, considerata negli anni Ottanta la quinta potenza mondiale, ora è sull’orlo del baratro finanziario, con un incremento del debito di oltre duemila miliardi di euro.

Pur di continuare a mantenere in vita i privilegi, gli stipendi ed i vitalizi di una macchina politica amministrativa – statale e locale che ingoia ingenti risorse si sta dando luogo all’ultima follia: svenduti i gioielli del patrimonio dello Stato, ora si procede alla rapina legale delle famiglie, di ogni loro bene e denaro.

I cittadini sudditi, come avviene per il re d’Inghilterra nel cartone animato della Dinsney, si stanno trasformando in schiavi, il cui compito è di lavorare e consegnare i propri guadagni al Moloch dello Stato e dei suoi Enti, che in cambio non offre servizi, ma volatilizza risorse.

Naturalmente per drenare il contante, si stanno escogitando sistemi molto diabolici che hanno lo scopo di salassare i contribuenti.

Poiché le “anormali” tasse ed imposte che gravano sulla vita economica del paese e dei cittadini non sono sufficienti, a sostenere la spesa pubblica, allora si procede a massicce forme di tassazione surrettizie.

Tutto appare naturalmente ineccepibile, ma nella sostanza non è così: le regole vengono congegnate in modo che sia impossibile rispettarle, e così scatta la multa e la sanzione.

La forma più comune di tassazione surrettizia è quella attuata mediante le contravvenzioni fatte agli automobilisti rei di aver commesso infrazioni e non osservato il codice della strada, le quali vanno a riempire le casse comunali.

La maggior parte dei cittadini non è in grado di pagare tutte le strozzinesche pretese degli enti inquisitori per cui spesso abbandonano sempre più disperati il collo alla mannaia del fisco statale e locale.

Ed ecco allora entrare in scena Equitalia e le sue sorelle, che pignorano tutto il pignorabile, agli inadempienti e svendono il patrimonio, non si sa e a chi gettano nelle casse degli enti impositori quanto racimolato per continuare la giostra degli sprechi.

Per cui le leggi sono valide solo per i contribuenti, mentre gli Enti impositori non ne rispettano i dettami e ne è prova la sentenza della Corte Costituzionale N. 37 del 17 marzo 2015 che ha dichiarato illegittime le nomine di alcune centinaia di funzionari dell’Agenzia delle Entrate fatte senza concorso.

Essa potrebbe avere conseguenze devastanti per il fisco, ed è nata da un ricorso presentato qualche anno fa da un cittadino, il quale scoprì che le cartelle delle tasse emesse dall’Agenzia delle entrate erano firmate da funzionari non abilitati.

Inoltre fu scoperto che circa 700 impiegati, spesso privi di titoli e senza un regolare concorso erano stati immessi nella funzione di dirigenti ed abilitati alla firma di cartelle esattoriali non valide.

Gli enti le aziende pubbliche e le partecipate sono in numero elevato da rappresentare una marea montante di interessi.

Quando si è provato a razionalizzarne gli scopi ed a diminuirne il numero, gli appetiti partitici uniti a quelli delle caste, hanno impedito la realizzazione del progetto.

Eppure occorrerà giungere ad un chiarimento allo scopo di attuare un’azione è di Governo centrale e locale riuscirà ad utilizzare in maniera trasparente e secondo criteri politico – economici sostenibili l’immenso patrimonio e la ricchezza di opportunità rappresentate dai vecchi enti economici e non, oppure questi potrebbero prelevare l’intera ricchezza del nostro paese messa a dura prova dell’immenso buco di bilancio a causa della sua cattiva gestione.

Il libro si conclude con un’appendice che elenca i vari enti pubblici, ed è stato scritto con un linguaggio chiaro e lineare che aiuta il lettore a comprendere meglio la gestione scorretta dei vari enti.

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